Capitolo 1: Casa Granger

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Hermione Granger si trovava nella cucina della sua villa. Stava preparando la cena, o meglio, stava facendo una sorpresa ai suoi genitori, i quali quel giorni facevano quindici anni di matrimonio. 

Era intenta a mescolare alcuni ingredienti in una ciotola, così da cuocere una torta. Nel frattempo il tavolo era imbandito di pietanze di ogni genere. Mentre canticchiava, udì la porta aprirsi e così, dopo essersi asciugata le mani, andò ad accogliere i genitori.

-Hermione!-, esclamò sua madre abbracciandola.

-Ciao mamma-, rispose lei.

Il padre annusò l'aria e con una smorfia guardò la figlia.

-Tesoro, hai...cucinato?-.

-Sì, papà-, rispose lei abbassando la testa.

I genitori scoppiarono a ridere, poi si addentrarono nella cucina. Nel vedere il tavolo imbandito, sorrisero e guardarono colpiti la figlia.

-Sei...magica, Hermione!-, esclamò sua madre.

-Lo so, mamma, ma non ho usato la magia. Semplicemente ho usato le mie mani!-.

Ridacchiando si misero a tavola e cominciarono a mangiare allegramente.

La signora Granger chiese alla figlia quando sarebbe partita per raggiungere la casa dei Weasley e la streghetta rispose un "domani" piuttosto eccitato.

Finalmente avrebbe rivisto Harry. Lui era il suo migliore amico, il ragazzo più strano che conoscesse, ma era comunque una parte indecifrabile della sua vita.

Quanto a Ron, invece... Hermione ne era quasi invaghita, ma la stupidità di Ron era la parte marcia della mela.

Ripensò ai suoi ultimi giorni a Hogwarts mentre si alzò per prendere la ciotola della frutta e fuori dalla finestra vide qualcuno. Nello stesso istante, il campanello suonò. Sorrise ai suoi genitori e andò ad aprire: era Silente in persona.

Con tutto il suo imbarazzo, Hermione lo fece entrare in casa e lo presentò ai suoi genitori.

-Lui è Albus Silente, il preside di Hogwarts-, esclamò la strega indicandolo.

-Oh, suvvia Hermione, lascia perdere le formalità! Sono qui per chiedere una cosa importante ai tuoi genitori!-, poi voltò lo sguardo verso i Signori Granger e disse:-Ho un'amica che poche ore fa è stata catturata da Voldemort. Si chiama Elaine McConney, forse tu la conosci, Hermione-.

-Sì, l'ho studiata l'anno scorso per un esame di Storia Della Magia-, rispose la strega.

-Ecco... lei ha una figlia.. Mary Montgomery, la quale è riuscita a scappare. Insomma, io sono qui, questa sera, per chiedervi una cosa: potreste diventare i padrini della ragazza, per permetterle di entrare a Hogwarts? Questo incarico durerà fino a quando qualcuno non deciderà di adottarla, o nel migliore dei casi, che sua madre ritorni o che i padrini designati alla sua nascita la accolgano nella propria casa-.

I signori Granger spalancarono gli occhi ed ebbero dei sussulti. Fu il padre di Hermione a parlare per primo.

-Gradirei conoscere la ragazza, prima-.

-Oh, ma certamente!-, esclamò Silente e schioccando le dita, apparve una ragazza seduta sul divanetto del salotto.

———

Mi guardai attorno. Ero piuttosto frastornata, così mi limitai a tacere. Si fronte a me c'era Silente, con la sua lunga barba argentea e gli occhiali a mezzaluna.

Al suo fianco, lo sguardo sorpreso di una ragazza mi colpì. Aveva i capelli castani, tutti scompigliati e intrecciati; gli occhi marroni e un viso pulito. Era magra, di media statura. Seduti al tavolo c'erano i suoi genitori.

Dopo circa un minuto di occhiate, Silente parlò.

-Mary frequenta il terzo anno alla scuola di BeuxBatons, in Francia per intenderci, e sua madre, prima di scomparire, ha chiesto se la potevo trasferire nella mia scuola. Il fatto è che non posso se non col consenso di un padrino-.

-Okay, ma chi ci assicura che Voi-Sapete-Chi non verrà a cercarci?-, chiese la madre della ragazza.

-Voldemort non ci cercherà mai. Mary sarà sotto il controllo di persone che in realtà non esistono-.

-D'accordo... Io accetto-, tagliò corto la signora.

-A questo punto pure io-.

-Perfetto. Hermione, Mary...ci vediamo fra una settimana! Arrivederci!-, e detto ciò scomparve.

Silente ebbe sempre quei modi di fare, ovvero di scomparire di colpo, lasciando tutti di stucco.

Lentamente Hermione si avvicinò e mi sorrise.

-Hai fame?-, mi chiese.

-No, grazie-, risposi.

-Amore, fai vedere la stanza degli ospiti a Mary-, intervenne la madre.

Mi alzai e seguii Hermione su per le scale, cercando di sembrare a mio agio. Quando giungemmo al secondo piano, aprì una porta azzurra e mi fece entrare in una stanza celeste con fiori sparsi qua e là.

-Possiamo togliere i fiori, se vuoi-, esclamò Hermione.

-No, sono carini, grazie-, risposi io.

Lei sorrise, poi se ne andò. Rimasi a guardare la porta per un po', poi mi tolsi gli stivali, mi adagiai sul letto e mi addormentai.

———

NELLA FOTO: EMMA WATSON, NEL RUOLO DI HERMIONE JEAN GRANGER.

Io non so chi sono. || La ragazza senza un padre. [#Wattys2017]Where stories live. Discover now