Capitolo 5: Hogwarts

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Mancava poco per l'arrivo a Hogwarts. Io ed Hermione ci eravamo già cambiate, indossando la nostra splendida divisa nuova ed eravamo molto contente di ricominciare un nuovo anno scolastico.

Harry e Ron un po' meno, in quanto dovevano fare i conti con Piton, il professore di Pozioni.

Ad un tratto il treno si fermò. Presi il mio baule e mi diressi all'uscita, dietro ad Hermione.

Appena scesi dal treno tutto fu più familiare: l'aria calda, la temperatura mite, le urla dei ragazzi del primo anno... era tutto molto confusionario, ma riuscii a stare attenta senza perdermi.

Insieme ai miei amici salimmo su una carrozza e strani cavalli la trainavano.

-Harry... che diavolo sono quei cosi?-, domandai.

Lui si voltò a guardarmi, e sorpreso mi chiese:-Hai visto qualcuno morire?-.

-Sì, mia cugina, perché?-.

Annuì, come per capire. -Quegli animali sono visibili solo agli occhi di chi ha visto la morte-.

Annuii, rendendomi conto che era una cosa sensata, poi saltai sopra al carro lasciando il baule ad un uomo. In qualche istante giungemmo al castello ed entrammo.

Una donna sulla sessantina, coi capelli grigi, ci raggiunse con passo spedito.

-Buonasera! Fra di voi c'è la signorina Mary Spencer Montgomery?-.

-Sì, sono io-, risposi avvicinandomi.

-Perfetto; vieni con me-.

Camminammo velocemente fino ad una porta di legno. La professoressa la aprì ed io vi entrai dopo di lei. Un lungo corridoio buio ci fece giungere ad un'altra porta, la quale dopo poco si aprì.

Entrò Remus Lupin, un amico di mia madre.

-Mary, piccola, quanto sei cresciuta!-, mormorò abbracciandomi.

-Ciao Remus!-, dissi io.

La professoressa sorrise entusiasta poi se ne andò. Rimanemmo soli e così cominciammo a parlare di quella sera.

Ricordavo ben poco: era come se qualcuno mi avesse fatto un incantesimo. Non ricordavo nulla.

-Mi dispiace-, mormorò.

-La salverò, anche a costo di perdere la mia stessa vita-, risposi.

Remus mi accarezzò i capelli poi si alzò dalla sedia.

-Dovrò chiamarti "Professor Lupin"?-, domandai ridendo.

-Eh già-, rispose imbarazzato.

Scoppiai a ridere, poi sentii la professoressa chiamarmi. Guardai Remus e lui, sorridendo, aprì la porta e mi condusse verso la professoressa. Ero su un piccolo palchetto e di fronte a me c'erano quattro lunghi tavoli. Studenti di tutte le Case mi fissavano come se volessero qualcosa da me, poi ricordai che in quei giorni il mio soprannome era "La Potter Femmina", perché si diceva che avevo perso i genitori in uno scontro contro Voldemort, proprio come Harry.

Mi sedetti sullo sgabello e percepii il cappello parlante sulla mia testa.

-Mh, coraggio da vendere. Molto cattiva, quando vuole. Anche sicura di se stessa e molto intelligente. Vediamo un po'... tua madre era Grifondoro ma tuo padre... ah, non lo conosci, eh? Bene, bene, penso di aver capito... GRIFONDORO!-.

Mi alzai sorridendo e scesi dal palco correndo verso Harry. Tutti mi sorrisero ed io ricambiai il gesto con un saluto.

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NELLA FOTO: MATTHEW LEWIS, NEL RUOLO DI NEVILLE PACIOCK.

Io non so chi sono. || La ragazza senza un padre. [#Wattys2017]Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu