Capitolo 39: Letters and situations.

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MARY MONTGOMERY.

L'ultima sera prima che cominciasse febbraio, io ed Hermione stavamo studiando Pozioni.

Erano le undici passate, ma io e lei non ne volevamo sapere di andare a dormire: il giorno dopo avremmo avuto il test e dovevamo essere pronte.

-Dunque... qual era la domanda?-, chiesi io.

-Ehm...il bezoar, mi pare-, disse Hermione, sbadigliando.

Ad un tratto entrarono dal ritratto Harry, Ron, Neville e Seamus.

Ridevano pacificamente, alcuni avevano pure le lacrime agli occhi.

-Siete peggio di Dean, ragazze. La volete piantare di studiare? Ormai fate solo quello!-.

-Abbiamo un test, domani, e tu dovresti ripassare, Seamus!-, lo riprese Hermione.

-Nah, io ho già dato fin troppo!-, rispose lui.

-Siete proprio stupidi-, commentammo insieme.

Ci alzammo e prendemmo le nostre cose, con aria arrabbiata. Salimmo le scalette e dopo pochi istanti entrammo in camera. Ginny non c'era (ma che strano!) ciò significava che eravamo da sole.

Mi svestii, indossando il pigiama, poi controllai se il mio gufo avesse qualcosa fra le zampe. Negativo. Spensi la luce e mi addormentai dopo poco.

———

La mattina successiva, Harry e Ron dovevano inviare una lettera al signor Weasley, così, dopo pranzo, ci tirarono lassù.

-Harry Potter! Se prenderò un voto basso nel mio prossimo test, sarà colpa tua!-.

-Piantala Hermione! Che palla al piede, che sei! Pensavo che crescendo fossi diventata meno pesante e pignola!-.

Io e Ron cominciammo a ridere come matti, mentre entravamo nella torre. Improvvisamente un gufetto piccolino, molto tenero, venne verso di noi. Lo presi fra le braccia e sentii profumo di... cannella, la stessa che c'era a casa di Madame E.

-Da dove vieni, piccolino?-, chiesi.
Lui emise un verso strozzato, poi si spostò e nel mentre mi fece notare una lettera, infilata nella zampetta.

La tirai via, e mentre Hermione mi rimproverava, la aprii e cominciai a leggere.

Caro figliolo,
ho saputo da tua madre che hai avuto modo di dire a tua figlia che sei suo padre, ma non sei giunto al termine del tuo compito. Trovo difficile dirle che sei suo padre, ti appoggio, non come tua madre che ha passato due ore a urlarti dietro.
Mi dispiace per tutto quello che ti abbiamo fatto passare, mi dispiace se tua figlia porta il cognome di qualcun altro... i vostri cognomi dovrebbero essere uguali.
Un giorno, la ragazza festeggerà il compleanno insieme a noi due.
Ti voglio bene, Papà T.

-Mary... tuo padre è ancora vivo...-, sussurrò Ron.
Non avevo parole, non avevo reazioni... quella lettera diceva che mio padre era lì, ad Hogwarts, ed io ero accanto a lui, probabilmente da anni.

Alzai lo sguardo di scatto e fissai i miei migliori amici.

-Chi potrebbe essere?-, chiese Hermione.

-Io, invece di scoprire l'identità di tuo padre, penserei al fatto che "tuo nonno" litiga spesso con "tua nonna". Potresti arrivarci più velocemente-.

Ci pensai su qualche istante. -Sembra interessante...-.

-Mary, quante donne che hanno più di sessant'anni conosci?-, domandò Harry.

-Ma che ne so, scusa? E poi mi spieghi che cosa diamine c'entra? -, chiesi.
Hermione scattò in aria, gridando.

-Madame E!-.

-Cosa?-.

-Ma sì, pensaci! È molto amica di tua mamma, avrà sessant'anni, è single...-.

La fissai senza dire nulla. Era ovvio che fosse una cavolata, ma allora perché una parte di me mi stava convincendo a credere che fosse la realtà?

-Ipotizzando che lei sia la moglie o l'ex moglie di questo "T"-, iniziò Harry. -...Qua ci sarebbe loro figlio, quindi tuo padre e di conseguenza Madame E sarebbe tua nonna-.

-Eh?-.

-Per quale motivo una come lei si sarebbe occupata di te, Mary? Pensaci, avanti!-.

-Sì, sto pensando che siete chiaramente fuori di testa!-, gridai io, sparendo dietro alla porta.

Scesi le scale velocemente e quando fui in corridoio, mi resi conto di avere ancora la lettera fra le mani. Decisi di portarla da Silente, dicendogli di averla trovata a terra.

Bussai alla porta e mi aprì la McGranitt. Nella stanza c'erano Piton, Silente e un uomo che somigliava sorprendentemente al mio professore dai capelli scuri.

Piton guardò Silente, lui la McGranitt e lei l'uomo. Mi sentii leggermente in imbarazzo, così abbassai la testa.

-Dimmi pure, Mary-, esclamò Silente.

-Ehm... ho trovato questa a terra. Ho pensato che fosse giusto portarla qua, almeno lei potrà ridarla all'interessato-, mormorai.

-Ti ringrazio. C'è altro?-.

-No-, dissi in un sussurro.

Feci per girarmi, ma la voce dell'uomo mi fermò. Mi aveva chiamata per nome. Mi voltai verso di lui e lo fissai.

Gli altri tre ci fissarono a scatti, come se avessero paura della prossima mossa, mia o dell'uomo, che fosse.

-Tua madre sarebbe fiera di vederti-, disse infine.

-Lei... Lei la conosceva?-.

-La conoscevo bene. Era... era una ragazza così allegra, quando aveva la tua età. Era una donna così... così viva, sorrideva nonostante tutto. Era sempre felice; tu eri la luce nel suo universo buio-.

Stavo piangendo. Letteralmente. E con me, anche gli altri. Ricordare mia mamma come se fosse stata una cosa semplice, era peggio che vedere qualcuno morire. Lei era morta, Voldemort l'aveva uccisa ed io l'avrei rivendicata.

-Mia madre sarebbe stata felice di sentire queste cose-, biascicai.

-Ne sono sicuro-, replicò l'uomo.

Mi voltai per andarmene ed uscii. Quando fui in corridoio, sentii il professor Piton chiamarmi.

-Sì?-.

-Mary io...-.

Quel momento. Quelle parole. Quella situazione. Era tutto un flashback, era qualcosa che avevo già vissuto.

-Tua madre sarebbe contenta di vederti così forte. Sono contento che tu sia la strega più forte-.

Sorrisi, provando imbarazzo, poi dissi:-Lei era amico di mia madre?-.

-Io sono stato l'ultima persona di cui si poteva fidare, ma lei ha accettato chi ero fin quando ha potuto-.

-Non c'è persona migliore di lei, direbbe mia madre-, conclusi con un sorriso.

Io non so chi sono. || La ragazza senza un padre. [#Wattys2017]Where stories live. Discover now