Capitolo 69: La morte di Severus Piton.

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Neville cominciò a correre verso l'estremità più lontana del ponte. Dalla nostra visuale non si poteva vedere cosa accadeva aldilà del ponte. Quando svoltò a destra non lo vidi più e questo mi preoccupò alquanto.

Improvvisamente, molteplici saette verdognole cominciarono a volare e a raggiungere la barriera. Si aggrapparono alla superficie azzurra e formarono tanti piccoli pallini, ma dopo qualche istante esplosero, lasciando la barriera intatta.

Riprovarono, più e più volte, finché non sentii un urlo. Vidi tante piccole macchie nere correre verso il ponte e sentii tante grida di approvazione. Molti studenti ci raggiunsero, correndo, e tennero la bacchetta pronta per colpirli.

Ma Neville non c'era.

Io e Ginny ci guardammo disperate, con il pensiero che qualcuno l'avesse ucciso, che qualcuno l'avesse fatto cadere giù dal ponte... d'un tratto esso cominciò a cadere, e con lui la maggior parte dei Mangiamorte.

Neville arrivò fino a noi, a pochi metri, ma il ponte crollò e lui cadde. Io e Ginny ci sporgemmo verso di lui, gridando il suo nome, e lei si tenne la mano sulla bocca, cominciando a piangere. La mano di Neville, però, emerse dopo poco e lo aiutammo ad alzarsi.

-Stai bene?-, chiese Ginny.

-Non c'è tempo per rispondere o curarsene. Forza andiamo!-, replicò lui e subito cominciammo a correre verso l'interno della Scuola, cercando di perdere tempo e di lasciare indietro i Mangiamorte.

Susan Bones indicò il cielo: la barriera si stava lentamente sgretolando. Guardai i miei amici, poi ordinai di correre più veloce. In realtà non sapevo qual era la nostra destinazione, ma appena avrei visto qualcuno in difficoltà, l'avrei certamente aiutato.

La scuola era avvolta dalle fiamme, le torri stavano cedendo, le mura erano crollate: sembrava un film dell'orrore ed io ero uno dei protagonisti, insieme ai miei amici.

Faceva paura qualsiasi angolo della scuola: cadaveri nascosti da pezzi di muro, persone che lottavano, con le braccia piene di sangue, o senza mani, o piedi, o gambe... era terribile, schifoso e nauseante.

Continuai a correre, nella speranza di vedere qualcuno che poteva ancora salvarsi, o Harry, o Ron o Hermione. La mia migliore amica non c'era, ero sola, e non sapevo che fare. D'un tratto loro apparvero! Ci riappacificammo, senza parlare, e continuammo a correre, insieme. 

Poi mi bloccai: di fronte a me c'era il corpo senza vita di Lavanda Brown.

L'avevo sempre odiata, ma in quel momento mi stavo vergognando di tutte le cose che le avevo detto.

Quella povera ragazza era morta, Greyback l'aveva uccisa, l'aveva morsa fino a farle perdere la vita, le aveva prosciugato tutto il sangue presente nelle vene.

Hermione provò a fermarlo, ma era già troppo tardi. Visto che c'eravamo fermati, Herry disse a Neville di rientrare, con tutti gli studenti, e di aiutare la McGranitt, mentre noi saremmo andati con Harry. 

-Hai trovato l'Horcrux?-, chiesi io urlando.

-Sì! E l'ho anche distrutto!-, replicò Harry.

La mia mente tornò al ricordo di Lavanda, stesa a terra, con la gola sanguinante, e senza vita.

Quante persone erano morte durante quel lasso di tempo?

Chi di così importante per me mi aveva abbandonato?

Mi fermai e dissi a Harry che sarei tornata dentro, per controllare che tutti stessero bene, perché non potevo assolutamente sopportare di non sapere chi fosse vivo e chi fosse morto. Forse potevo intervenire, salvare qualcuno, sacrificarmi per qualcuno.

Io non so chi sono. || La ragazza senza un padre. [#Wattys2017]Where stories live. Discover now