Capitolo 64: La Gringott.

1.3K 74 0
                                    

Harry entrò nella mia stanza a Villa Conchiglia e si sedette sulla poltrona. Poco dopo, da dietro l'armadio, uscì Hermione, con abiti neri e trucco spesso dello stesso colore.

-Andrà benissimo, vedrai-, la rassicurò Harry.
Sorrisi, poi mi alzai e le sistemai lo scialle.
-Così va meglio-, spiegai.
Hermione sbuffò. -Mi sento troppo lei. Ho la sua bacchetta, i suoi vestiti e in più avrò pure le sue forme!-.
-Hermione, ne abbiamo già parlato. Sei più brava tu a recitare, rispetto a me-, esclamai io.

Harry annuì e poco dopo Hermione scosse il capo. Uscimmo dalla camera e scendemmo al piano inferiore.
Dean e Luna stavano giocando a scacchi, Fleur cucinava, Bill non c'era.

-Arrì-, mormorò la francesina. -Stamattina sono arrivate delle bacchette-.
Harry guardò il punto in cui il mento di Fleur era indirizzato.
Annuì e si sporse in avanti per prendere le quattro scatole.

-Una per Ron, una per Mary, una per Dean e una per Luna-, mormorò, quasi scocciato che non ci fosse per lui.
La presi: era uguale identica a quello che avevo prima, ma era semplicemente più corta e più nuova.

Sorrisi, poi ci sedemmo a tavola, per il pranzo. Fleur era una cuoca a dir poco fantastica: apprezzavo i suoi pranzi più di ogni altra cosa, in quel momento.

-Ragazzi...dovete partir oggi?-, chiese Fleur.
-No, domattina-, rispose Ron.
-C'est fantastic... Ho preparato una torta al cioccolato pour vous!-.

Sorridemmo insieme. -È gentile da parte tua, Fleur-.
-Siamo una famiglia-, mormorò lei.
Sebbene non fosse realmente vero, mi sentii bene dopo quella considerazione.

Quel pomeriggio, decisi di restare fuori con Dean. Per la maggior parte del tempo guardammo le onde scagliarsi sugli scogli, poi ci abbracciammo.
Non sapevo se stavo facendo la cosa giusta con lui, visto che era ancora innamorato di me, ma chiudere con lui, significava perdere il mio migliore amico.

Harry e Ron, in confronto, erano dei fratelli, per me. Hermione, senza nemmeno sottolinearlo, una sorella.

\\\

Quella notte dormii male: non riuscivo a smettere di pensare a Draco, a Dean, a Harry, al nostro piano...alzai più e più volte la mano, guardandomi il braccialetto, ma troppe lacrime mi cadevano dagli occhi, come foglie dagli alberi.

Sospirai forse per la centoventisettesima volta, poi mi alzai.
Nella cucina, c'era Harry che tentava di far da mangiare. Senza parlare, lo mandai a sedersi e poco dopo gli offrii un caffé e un panino.
Accettò e sorrise.

Dieci minuti più tardi entrarono nella cucina anche Ron ed Hermione.
Mangiarono senza di noi, poiché io e Harry ci vestimmo. Indossai dei jeans, una maglietta e una felpa leggera.

Nella brezza tiepida di maggio, si stava bene. Harry e Ron mi raggiunsero, ma non osammo parlare.
Hermione arrivò poco dopo...o meglio, Bellatrix arrivò poco dopo.

Le sorrisi.
-Se tutto andrà male...-, iniziò lei.
-No, non dirlo-, replicò secco Ron. -La prima cosa da fare è sperare che vada tutto bene-.
Lei annuì velocemente poi la voce di Unci-Unci mi fece sobbalzare.

-Possiamo andare-, disse Ron, poi ci prendemmo per mano e ci Smaterializzammo.
Arrivammo in un vicolo cieco. Harry e Unci-Unci si nascosero sotto il mantello, mentre Hermione provò a modificare me e Ron, trasformandoci in altre persone.

Cominciammo a camminare velocemente. La gente ci guardava con disprezzo, con istinti omicidi, addirittura, ma erano senza bacchetta,perciò non avrebbero potuto farci nulla.
Ad un tratto, un uomo salutò Bellatrix.

-Travers!-, rispose lei con voce stridula.
-Non pensavo che coloro che vivessero a Villa Malfoy potessero uscire dopo la fuga di Potter-.
Hermione si schiarì la voce.
-Sono stata perdonata-.

-Chi sono i vostri amici?-, domandò Travers, annuendo alla risposta di Hermione.
-Madalina Petrova e Dragomir Despard-, rispose pronta. -Non parlano inglese, in realtà, ma sono seguaci del Signore Oscuro, così li ho invitati qua-.

-Spero che la signorina sia libera. È così affascinante!-.
Un odore di vomito mi salì su verso la gola.
-Vedremo, Travers! Ora devo assolutamente andare. Il Signore Oscuro mi aspetta fra un'ora e devo ancora svolgere alcune commissioni!-.

Il Mangiamorte annuì e salutò, entrando in una via laterale.
Continuammo a camminare e ci ritrovammo all'interno della Gringott senza nemmeno accorgercene.

-Signora Lestrange!-, strillò un folletto. -Cosa posso fare per lei?-.
-Vorrei accedere alla mia camera blindata-, replicò Hermione.
-Può provare la sua identità?-.

Hermione avvampò. -Provare la mia identità? Non mi è mai stato chiesto nulla di simile!-.
-La Maledizione Imperius, presto!-, suggerì Unci-Unci.
Harry tese la bacchetta ed esercitò l'Incantesimo.

-Beeene-, mormorò il folletto, come se fosse brillo. -Mi segua, signora Lestrange-.

Camminammo velocemente verso un'uscita laterale. Il folletto ci caricò su una carovana...
Partì. Sembrava di stare sulle montagne russe, così cercai di non vomitare addosso a Harry.

Improvvisamente, incontrammo una cascata. Ci passammo sotto e così ci ritrovammo bagnati fradici e per di più nella nostra fisicità di tutti i giorni.

Qualche secondo più tardi, non sentii più nulla sotto i miei piedi. Abbassai lo sguardo e capii che stavo cadendo.
Atterrai al fianco di Ron e mi alzai subito dopo.

Unci-Unci ci guidò in una stanza. All'interno, c'era un drago enorme, che si divertiva a bruciare dei vecchi oggetti.
Passammo al suo fianco senza farci vedere né sentire.

Dieci minuti più tardi, arrivammo di fronte alla camera blindata di Bellatrix.
Il folletto posò la mano sopra ad essa e si aprì.
All'interno, c'era la falsa spada e ovviamente il denaro di Bellatrix.

Mi addentrai. Era buia, così sussurrai Lumos alla mia bacchetta e lei si illuminò.
Hermione stava blaterando qualcosa a proposito di quanto fosse ricca Bellatrix, quando si bloccò.

In alto, su un piedistallo, c'era il calice.
Cominciò a correre, ma urtò un bicchiere di cristallo e questo si moltiplicò, facendone apparire una ventina.

-Non toccate nulla!-, gridò Harry.
Hermione annuì e continuò ad avanzare, provocando però continue moltiplicazioni.

-È lassù!-, gridò Hermione.
-Alzami!-, replicò Harry.
-Levicorpus!-, gridai.

Harry afferrò il calice e poi lo riposai a terra. Tenendo stretta la coppa, uscimmo dalla stanza.
Un'orda di folletti era in lontananza, così Harry prese a correre più veloce e lo seguimmo.

Rientrammo nella stanza del drago.
Non possiamo uscire lateralmente ma verticalmente sì!

-Relascio!-, gridai e le catene si distrussero.
I ragazzi si fermarono e mi guardarono. Senza dire niente, feci loro cenno di seguirmi. Mentre correvo verso il dorso del drago, spiegai gridando ai miei amici la mia idea, mentre loro continuavano a lanciare Schiantesimi ai folletti. Loro non approvarono per nulla la mia idea, ma mi seguirono lo stesso, aggrappandosi all'animale. Esso si alzò e appena si rese conto di essere libero, si alzò in volo, distruggendo il soffitto della banca e alzandosi sempre di più, fino a riuscire ad uscire dalla Gringott. Barcollò sul tetto per quella che sembrò un'infinità per noi, poi spiegò le ali e avviò il suo volo (o la sua fuga?) dalla banca, continuando a ruggire, probabilmente dalla gioia d'esser libero.

___

ciao a tutti. mi scuso veramente un sacco per non aver pubblicato capitoli per quasi un mese ma, sinceramente, non avevo molta voglia (non ho nulla contro di voi) e non avevo nemmeno tempo. ho preferito dare precedenza a qualche altra storia e soprattutto alla scuola, visto che avevo gli esami a settembre. comunque, dovrei ricominciare a pubblicare capitoli frequenti da oggi. visto che sono buona e voglio farmi perdonare, ne pubblicherò un altro :)

vi voglio bene,

-Tessa.


Io non so chi sono. || La ragazza senza un padre. [#Wattys2017]Where stories live. Discover now