Capitolo 45: Trasferimento.

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HARRY POTTER.

Harry si era ferito per la diciottesima volta da quando i Dursley erano partiti.

Sbuffò, ricordandosi che avrebbe dovuto per forza medicarsi in modo babbano. Entrò nel bagno e prese una garza, poi l'applicò attorno al dito con cura.

Successivamente, Harry uscì dal bagno e si sedette nel salone, sfogliando un giornale babbano di cui ignorava il nome. Il suo zaino era di fronte a lui che lo fissava, impaziente di partire. Conteneva un taccuino, alcuni libri, dei regali speciali e cose importantissime che gli sarebbero servite.

La scopa era poggiata al muro e anche lei chiedeva di essere usata, ma il rumore più assordante in quella casa era Edvige che continuava a gracchiare, implorando Harry si farla svolazzare qua e là.

D'un tratto sentì il campanello suonare. Si avvicinò lentamente e aprì la porta. Hermione gli venne letteralmente addosso, abbracciandolo, mentre Ron gli battè una mano.

-Sono così felice di vederti, Harry!-, annunciò Hermione.

Mano a mano Harry riuscì a vedere tutte le persone che erano venuti a salvarlo: Hagrid, Moody, il signor Weasley, i gemelli, Bill, Fleur, Kingslay, Lupin e Tonks, la quale fece subito vedere a Harry l'anello di matrimonio.

-Mary non c'è?-, chiese Harry.

-No-, rispose Lupin. -Ma la vedrai tra poco, tranquillo!-.

Harry sorrise, poi Moody sbatté all'interno della stanza un uomo basso, calvo e vestito di blu.

-Sono Mundungus Fletcher, piacere di conoscerla, signor Potter-.

-Susu smettiamola con queste... smancerie!-, ringhiò Moody. -Signorina Granger, proceda!-.

Hermione sorrise poi si avvicinò ad Harry e gli tirò via qualche capello. Il ragazzo imprecò sotto voce, ma la ragazza si limitò ad agitare la coda e a sorridere.

Successivamente, Moody inserì i capelli nella pozione polisucco e diede l'ampollina a sei tributi: Hermione, Ron, Fred, George, Fleur e Mundungus.

I sei Potter si cambiarono, indossando abiti uguali a quelli di Harry, inforcarono gli occhiali rotondi e contemporaneamente si tastarono la testa sentendosi la cicatrice.

-Bene! Ecco le coppie!-.

Moody dettò ai presenti le regole, ciò che avrebbero dovuto fare e ciò che non avrebbero dovuto fare. Harry era preoccupato, visibilmente preoccupato, ma non lo diede a vedere.

Prese le sue cose e uscirono dalla casa. Harry salì sulla moto di Hagrid e quando Moody fece cenno a tutti di partire, il mezzogigante partì, facendo rizzare i capelli di Harry all'insù.

Cominciarono a volare, a distanza di troppi metri dalla porticina marrone di Privet Drive.

Harry la guardò per l'ultima volta, poi alzò lo sguardo e tenne stretta la bacchetta, nella tasca dei jeans.

Qualche istante dopo, la battaglia cominciò. Saette colorate di rosso e di verde comparvero ovunque e Harry fu solo capace di disarmare qualche uomo, prima di svenire.

Grazie ad Hagrid si riprese. Fortunatamente il suo amico aveva sventato l'attacco, aumentando la velocità del veicolo.

-Hagrid!-, gridò Harry. -Dove siamo?-.

-Non lo so! Fra poco arriveremo!-.

Ma per un'altra ora, Harry continuò a guardare palazzi, luci, fiumi e tante persone cadere verso il basso. Giurò pure di aver visto qualcuno che conosceva, ma non era proprio il momento di cercare nei ricordi i volti.

Io non so chi sono. || La ragazza senza un padre. [#Wattys2017]Where stories live. Discover now