#165.

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Louis, ormai sveglio da quella che sembrava essere l'ora più bella della sua vita, si perse ad osservare la bellezza sconfinata di Harry che, con il viso contratto in un'espressione di calma tranquillità, dormiva beatamente tra le sue braccia. Era bellissimo, in ogni sua minima parte: le labbra erano leggermente socchiuse mentre i lunghi capelli scompigliati ricadevano leggermente sulle sue guance arrossate.
"Un vero angelo." pensò sorridendo il liscio accarezzandogli i ricci mori facendolo ridacchiare nel sonno.

Il più piccolo si mosse cercando di essere confortato maggiormente dal calore delle coperte intrecciando le braccia sul petto: era talmente puro e diafano che Louis si sentì in obbligo di proteggerlo da quel mondo tanto corrotto nel quale vivevano; non importa il fatto che si sarebbero presto separati: per il suo bimbo, il liscio avrebbe fatto qualunque cosa, che si trattasse di percorrere strade infinite per arrivare da lui o di scalare la più ripida delle montagne.

Louis baciò teneramente da guancia di Harry che, sul punto di svegliarsi, mugugnò in approvazione sentendo le rosee labbra sulla propria pelle.

"Boo Bear." chiamò con gli occhi ancora chiusi mentre si voltava verso il proprio ragazzo. Fece sprofondare il proprio viso nel petto del più grande e, annusando profondamente il suo dolce profumo, "Amo svegliarmi in questo modo." confessò lasciando che le mani di Louis lo coccolassero con premura.

Il silenzio li avvolse confortevole per circa una decina di minuti: l'intero universo sembrava essere come scomparso, esistevano solo loro in quel momento.
Harry e Louis, Louis e Harry.
Niente odio, nessuna guerra. Nient'altro se non felicità, gioia, passione, coraggio e tanto, tantissimo amore.

Harry appoggiò il mento su una delle spalle di Louis e, accarezzando il fine collo del ragazzo con la punta del naso, "Prima di partire, vorrei passare a salutare tua mamma: è stata così dolce con me." pronunciò sorridente pensando alla donna.

Louis gli tirò all'indietro i capelli scoprendogli la fronte in modo da potergliela baciare e "Va bene,." accordò accondiscendente, "Anche Lottie voleva che ti portassi a casa per un ultimo saluto.".

Il più piccolo annuì per poi stringersi maggiormente all'altro, "Dovrei preparare la valigia ma, al momento, alzarsi da questo letto mi sembra essere terribilmente difficile e, credo, sarebbe un errore farlo." constatò ridacchiando.

"Decisamente. Sarebbe un errore." confermò piatto Louis facendo ridere ancora di più il minore e, sorridendo a sua volta, "Ti avviso io quando è ora di alzarci." rassicurò tubando per i piccoli baci che Harry aveva cominciato ad abbandonare lungo il suo collo e il mento.

☆☆☆彡

Qualche ora più tardi, Louis posteggiò la propria auto nel parcheggio della stazione di Doncaster e, forzando un sorriso sul proprio volto mentre nel suo stomaco sembrava essere scoppiata una vera e propria guerra di emozioni, si voltò a guardare Harry chiedendogli se fosse pronto.

L'interessato annuì e, con mani leggermente frementi, slacciò la cintura che lo teneva arpionato al sedile.

I due ragazzi scesero dalla macchina insieme e, dopo che Louis ebbe recuperato la famosa valigia beige del riccio, si affrettarono a camminare verso il binario dove, tra poco meno di mezz'ora, avrebbero dovuto salutarsi.

Appena arrivati a destinazione, il maggiore appoggiò la valigia a terra e, sospirando sonoramente, prese entrambe le mani di Harry tra le proprie.
"In questi giorni, mi era quasi sembrato che questo momento non sarebbe mai arrivato ma, a quanto pare, ci siamo: sta succedendo, te ne stai andando." costatò accarezzando le mani dell'altro sentendo delle lancinanti fitte al cuore.

Harry sorrise a disagio indeciso su come comportarsi: era terribilmente combattuto; da un lato, sentiva il dovere di non crollare, di restare forte e combattere contro la sofferenza per il suo amore mentre, dall'altro, tutto dentro lui sembrava urlare disperazione.
Non voleva lasciare le mani di Louis ma, presto, avrebbe dovuto farlo.
A quel pensiero, i suoi smeraldi luminosi si fecero paurosamente bagnati e le lacrime minacciarono di rigargli le guance.

Il maggiore, immediatamente, lo abbracciò forte e "Ti prego, amore, no: non piangere." supplicò sapendo che, la vista di Harry in quello stato, non poteva portare a nulla tranne che ad ulteriore dolore.
Prese il viso triste del più piccolo tra le mani e, baciandolo un po' ovunque, "Lo so che questa situazione è un totale schifo ma non è finita: ci vedremo presto, no? Abbiamo il concerto, Manchester e devi ancora presentarmi Gemma e Anne e anche Liam, Ed, voglio persino conoscere faccia da ca- ehm, Nick." parlò facendo ridacchiare Harry che, asciugandosi le guance arrossate, "Grazie per tutto quello che fai ed hai fatto per me." commentò tirando su con il naso.

"Ti amo tanto, Boo." sussurrò lasciandosi confortare dalla stretta del maggiore.

Louis gli baciò la tempia destra accarezzandogli i capelli accuratamente pettinati in un piccolo chignon e "Anch'io, piccolo." promise.
Vedendo in lontananza il treno avvicinarsi, baciò del labbra del ragazzo con necessità: nemmeno un tossico dipendente in riabilitazione avrebbe potuto compatire quanto duramente avrebbe dovuto lavorare per non impazzire a causa della distanza da quella bocca piena.

Interrompendo il bacio, "Devo andare, Boo." pronunciò il più piccolo appoggiando la propria fronte su quella di Louis che, annuendo debolmente, confermò la sua constatazione: il trasporto ferroviario era ormai fermo sui binari ed Harry, prendendo la propria valigia tra le mani, dovette salire sul mezzo.
Si sbilanciò oltre le porte del treno e, con un ultimo soffice bacio, "A presto." salutò il maggiore.

"Non è un addio, non è un addio." si ripeté mentalmente Louis sforzando un tenue sorriso sul suo viso mentre ricambiava il saluto.

"Vado a cercare un posto." avvisò il riccio trovando immediatamente un posto libero affianco al finestrino: per sua fortuna, il trasporto era piuttosto vuoto e silenzio e, quindi, avrebbe potuto rilassarsi durante il lungo viaggio cercando, magari, di mettere pace nel suo cuore.
Si voltò a guardare al di fuori del finestrino sorridendo istantaneamente quando incontrò con lo sguardo la figura del proprio ragazzo.
Vedendo Louis fare lo stesso, poggiò una mano contro il vetro ridacchiando per la differenza tra le loro dimensioni.

Louis mise il broncio e, facendogli una stupida smorfia, "Poi sarei io quello che rovina i momenti romantici." lo canzonò alzando gli occhi azzurri al cielo con fare seccato.

Un rumoroso fischio riportò i due ragazzi alla realtà: il treno era in partenza.

Il maggiore sospirò abbassando pesantemente lo sguardo facendo corrucciare Harry che, stringendosi nel suo cappotto nero, cercò di trovare conforto in quell'abbraccio individuale.

Dopo aver rialzato lo sguardo, Louis dovette allontanarsi dal mezzo ormai sul punto di riprendere a muoversi e, pronunciando lentamente per farsi capire dal riccio, "Ti amo, ti amo tantissimo e ti amerò per sempre, non scordartelo." disse facendo singhiozzare Harry che, portandosi una mano alla bocca, annuì scosso dal pianto.

"Boo.." bisbigliò continuando a tenere la mano sul finestrino.

Louis sorrise e, salutandolo un'ultima volta muovendo la mano, "Ciao, amore." lo congedò definitivamente prima che il treno  partisse.

Quel momento rappresentò fine ed inizio insieme: dal quell'istante, tutto - o quasi - sarebbe cambiato radicalmente.






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Sono molto cattiva se spero che l'ultima frase vi crei molta ansia? Ahahah. 😈
Come sempre: cercate di non odiarmi troppo, Giulia xx.

𝒦iwi. 『 larry. 』Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora