#189.

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Harry batté gli occhietti verdi mettendo a fuoco le immagini che si presentavano intorno a sé per poi sorridere incontrando con lo sguardo il viso di Louis che, ancora addormentato, lo teneva dolcemente stretto al suo corpo in un abbraccio protettivo.
Il suo volto, contratto in espressione serena, appariva ad Harry ancora più bello dell'ultima volta che lo aveva visto: i tratti leggeri di Louis, le sue labbra fini e le lunghe ciglia erano capaci d'incantare il ragazzo in una maniera completamente nuova e differente ogni singola volta. Tutti i giorni, infatti, un particolare mai scoperto prima era in grado di farlo innamorare del ragazzo ancora di più.
Baciò la bocca del proprio ragazzo con un sorriso e, avendolo svegliato con quel gesto, si scusò per averlo disturbato.

"Non ti preoccupare, amore: questo è il mio modo preferito di essere svegliato." rassicurò Louis sorridendo.
Alzandosi a sedere con le coperte a coprigli le gambe, "Poi, lo sai, non sono venuto qua per dormire." continuò passandosi una mano trai capelli cercando di portare almeno un po' di ordine tra le scompigliate ciocche castane.

Il minore baciò la guancia di Louis e "Devi essere molto stanco." costatò abbandonando la propria testa riccioluta sulla spalla del più basso che, ridacchiando debolmente, "Non ti ho forse appena detto che non devi preoccuparti?" chiese retoricamente lasciandosi cullare dalle carezze e dai baci casti donatogli da Harry.

Dopo pochi minuti passati ad amarsi attraverso leggere affettuosità, "Sto morendo di fame, piccolo. Che ore sono?" domandò sciogliendo l'abbraccio con il quale teneva ancorato a sé il giovane ragazzo solo per permettergli di recuperare il cellulare abbandonato sulla propria scrivania.

Harry tornò di corsa a letto rifugiandosi subito dopo tra le coperte e la braccia leggermente muscolose che amava. Tremando infreddolito, "Effettivamente, è ora di pranzo. Vuoi che ti prepari qualcosa?" propose facendo annuire Louis che "Qualsiasi cosa tu voglia, mi va bene." affermò disinteressato volendo solo mettere qualcosa sotto i denti il prima possibile.

Il riccio scosse la testa e "No, io non mangio: non ho molta fame." spiegò piegandosi a prendere da terra la sua felpa in modo da potersi vestire. Legandosi i capelli in uno chignon disordinato, si alzò dal letto guardandosi distrattamente allo specchio appeso alla parete e, ripensando alle parole di Xander riguardanti il suo fisico, studiò le sue gambe e il suo ventre con disgusto: no, non aveva per nulla fame.

"Allora, non serve che tu cucini." lo distrasse Louis che, dopo aver recuperato dalla propria borsa una semplice canotta nera e dei pantaloni della tuta ed esserseli infilati, lo aveva affiancato pronto a dirigersi verso la cucina.

Harry, quindi, accompagnò il proprio ragazzo alla stanza, saltò a sedere sul piano liscio della cucina e, dubbioso, "Sei sicuro?" chiese iniziando a far ciondolare le proprie gambe lunghe ipnotizzando gli occhi azzurri.

Riprendendosi da quello spettacolo intrigante, Louis batté le mani un paio di volte e "Certo, ci penso io." decise.
In seguito, "Mi faccio un panino, sì?" aggiunse guadagnandosi l'approvazione del minore che, portando una mano di fronte alla bocca nel tentativo di reprimere uno sbadiglio, annuì debolmente.

"Vado a riposare sul divano." avvisò passandosi sugli occhi le mani chiuse in due pugni prima di aggiungere uno stanco e biascicato "Cerca di non fare danni, okay?".

Louis si avvicinò al minore volendo accarezzare la pelle liscia dei suoi arti, posò le proprie mani sulle ginocchia del ragazzo salendo poi fino a fianchi che strinse trai palmi e "Fidati di me." pronunciò lentamente.

𝒦iwi. 『 larry. 』Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora