#139.

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Harry aveva scambiato diversi messaggi di augurio con la sua famiglia e i suoi amici ridacchiando e, di tanto in tanto, sorridendo nostalgicamente allo schermo del cellulare: non erano passati molti giorni dal suo arrivo a Doncaster ma, nonostante questo, gli capitava spesso di pensare ai suoi lontani amici, a Gemma e a sua mamma e, soprattutto in una giornata come quella di Natale, era impossibile per lui non sentire la mancanza dei suoi cari.

In quel momento, inoltre, non avere Louis al suo fianco lo intristì maggiormente. Da quant'è che era uscito da quella stanza? Sembravano passati secoli.

Il riccio bloccò lo schermo del suo cellulare e, con uno sbuffo annoiato, abbandonò l'oggetto sbattendolo pesantemente sul materasso accanto a sé: giocare ad aa non era più in grado di distrarlo e, anzi, quel maledetto gioco lo aveva solo fatto innervosire maggiormente. Voleva dannatamente abbracciare Louis, perché doveva metterci così tanto a fare qualsiasi cosa stesse facendo?

Si alzò dal letto stirandosi addosso il maglione sgualcito e, pensando di andare a dare una mano al suo ragazzo ed a Jay, si avviò verso le scale che conducevano alla cucina.

Casa Tomlinson era enorme - per certi versi, gli ricordava pazzamente la casa di quella vecchia serie televisiva: i Robinson. - ma, in ogni caso, era anche molto accogliente: il giovane si trovava a suo agio a muoversi in quegli ambienti a lui nuovi e il pensiero che il suo Boo fosse cresciuto tra quelle quattro mura, gli faceva scaldare il cuore.

Iniziò a scendere i gradini lentamente, a uno a uno, ed arrivato più o meno a metà del proprio cammino percepì chiaramente la voce cristallina del ragazzo che amava e quella di sua madre che "Louis, siediti, tesoro: dobbiamo parlare." invitò il giovane.

"Scordatelo, sono stanco morto e voglio andare dal mio piccolo!" esclamò facendolo ridere leggermente, "Di qualsiasi cosa si tratti, parliamone in un altro momento.".

"Davvero, Louis, aspetta." cercò di persuaderlo Jay che in risposta ottenne uno scocciato che "Che c'è?".

"Si tratta di Harry." disse semplicemente facendo calare, in questo modo, un pesante silenzio nella stanza.

Harry, ancora sulla scale, si paralizzò ritrovandosi senza fiato: dalla sua posizione, il giovane non poteva essere visto dalla cucina quindi i due non poteva sapere che li stava ascoltando e, per quanto sapesse che origliarli sarebbe stato terribilmente sbagliato, non riuscì a trattenersi. Si accomodò, dunque, sugli scalini sentendo il rumore di due sedie spostarsi, segno che Louis e Johannah si erano seduti al tavolo legnoso della stanza.

"Okay, qual è il problema?" domandò Louis.

"Ehi, ehi!" esclamò la donna ridacchiando, "Perché ti sei fatto improvvisamente così serio? È solo una chiacchierata, caro." cercò inutilmente di rasserenarlo.

Infatti, "Mamma, sono serio nei confronti di Harry." rispose freddamente il ragazzo facendo sorride Harry che, con le braccia incrociate sopra le ginocchia, ascoltava attentamente la conversazione con il batticuore.

Dopo pochi attimi di angoscioso silenzio, "Lo so, tesoro mio." pronunciò Jay con voce dolce, "Lo ammetto: avevo i miei dubbi all'inizio. Insomma, tu non sei mai stato..." tentennò,  "Beh, così: ti sono sempre piaciute solo ragazze e, quindi, non so, ho pensato volessi semplicemente sperimentare, provare qualcosa di nuovo." cercò di spiegare, "Ma, oggi, Lou: non ti avevo mai visto così innamorato di qualcuno prima d'ora. Il modo in cui lo guardi, parla da sé. E lo capisco, sai? Harry è un ragazzo adorabile, è molto educato e gentile, mi piace." concluse facendo sorridere maggiormente il riccio.

"Ne sono felice, mamma." disse orgoglioso l'altro.

"Però, io-" "Oh, ti prego, non rovinare tutto con i tuoi però." la interruppe Louis facendola nuovamente ridere.

𝒦iwi. 『 larry. 』Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin