Il corpo di un lupo

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Le mie mani tremarono contro la terra, i polpastrelli che premevano li sentivo quasi aprirsi

«September!» chiamai.

Mi alzai e tentai di aggiustarmi alla meno peggio, poi mi diressi verso la figura del giovinetto dai capelli rossi che veniva lentamente verso di me.

Lui mi corse incontro. I suoi occhi verdi erano lucidi, ma lui rideva come un bambino... com'erano strani gli esseri umani, non si capisce mai che cosa vogliono davvero. Loro stessi spesso non lo sanno.

Mi strinse forte in un abbraccio, sollevandosi in punta di piedi per farlo

«Temevo che ti avessero uccisa» mi spiegò, deciso a non fare la figura del fifone.

Io gli accarezzai la testa

«Non è successo niente. Ti presento i miei» cercai una parola adatta e la trovai all'istante fra quelle che si utilizzano di più «I miei amici» mossi una mano verso Azrael e il branco, che guardavano con curiosità quell'umano dai capelli rossi.

September indietreggiò staccandosi da me

«Sono dei lupi...» disse, sorpreso

«Si, dei lupi...» stavolta fui io a sorridere «Se io posso avere per amico te che sei umano perché non dovrei avere per amici anche dei lupi? Sono metà lupa anch'io dopotutto...»

«Io pensavo che... Non... io non li sento come metà di me» September deglutì e parve fremere, ma non di paura, di fronte allo sguardo metallico e profondo del capobranco «I lupi sono animali».

Tutta la pesantezza di quell'affermazione mi ricadde addosso, la pesantezza delle sue parole

«Certo» riuscii a dire «Anche tu lo sei ed anch'io lo sono. Non siamo vegetali...»

«Ma io volevo dire...»

«Anche tu sei un animale» non lo lasciai finire. Non riuscivo a provare una forte rabbia verso di lui, perché era così piccolo e così indifeso, ma ugualmente si stava insinuando in me il disprezzo verso le sue parole.

Quella voce che mi piaceva tanto... perché diceva quelle parole?

Non saprei ancora oggi dirlo, poiché avevo sempre avuto la certezza che September fosse meno umano di quanto sembrasse e lo sembrava molto poco anche a quei tempi.

«Per quale motivo credi di non essere un animale anche tu» Gli ringhiai, le dita strette «I lupi non sono peggiori degli uomini, non sono animali nel senso che tu credi, sono creature al pari vostro, se non superiori»

«Si» September mi sorrise «Lo so. Cioè, lo capisco, il tuo punto di vista. Solo che vedi...» il suo sguardo verde si posò su Azrael e piccole rughe d'espressione si formarono ai lati degli occhi mentre li stringeva «Ma vedi, io sono umano. Il lupo mi spaventa, spaventa tutti noi... e ci affascina. Mi dispiace di essere stato così avventato nel mio giudizio. Ti ho offesa non è vero?» si fece triste e giunse le mani davanti allo stomaco, intrecciando le dita «Sei un lupo anche tu, in parte... Ti ho offesa non è vero?» ripetè «Puoi dirmelo»

«Non preoccuparti» io scossi la testa, poi udii il cupo uggiolare di Azrael e mi voltai verso di lui «Scusa se ti ho fatto attendere, capobranco».

Il grosso lupo grigio avanzò verso September e l'umano indietreggiò.

Le fauci di Azrael si contrassero e le sue zampe anteriori si piegarono, come se fosse pronto a balzare. Li udii mormorare qualcosa sottovoce, entrambi, in due lingue diverse.

Poi il pelo sul dorso del lupo ondeggiò , le sue spalle si contrassero, i morbidi cuscinetti si sollevarono dalla terra e l'intero corpo solcò lo spazio aereo. September indietreggiò terrorizzato, ma non fu abbastanza veloce da sottrarsi. Il lupo atterrò l'uomo, le sue zampe sulle spalle di lui, in direzione del petto.

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