Un vampiro addormentato su una nave da crociera

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«Sai, ho sonno adesso...» Vlad interruppe misericordiosamente il filo dei miei pensieri che stavano per farsi troppo ingarbugliati

«Sonno?» gli chiesi

«Si, sonno. Ricordati che i vampiri dormono, di giorno» il suo sorriso era davvero stanco, e sebbene nei suoi occhi brillassero le fiamme dell'inferno, c'era un che, nel suo viso, di terribilmente umano.

Mi ricordava September, quel sorriso, quando la sera ci sedevamo accanto al fuoco, io, Cuscino e il Mago, e lui ci raccontava le sue storie. Il Mago, poteva essere un buon soprannome per September.

«Hai ragione, di nuovo» Disse Dracula «È un buon soprannome».

Lo guardai sbalordita. Lui... io... non avevo detto ad alta voce quello che pensavo. E lui lo sapeva? Mi aveva letto in mente? Lo aveva già fatto prima, ma allora non ci avevo fatto troppo caso. Forse era la mia tensione intellettuale del momento, ma all'improvviso ricordai che Lilith diceva di non poterlo fare, di non poter leggere dentro di me.

«Lilith non può fare molte delle cose che io faccio. E sai perché? Perché io sono un animale».

Con la sua chiosa, pronunciata delicatamente, parve aver terminato le parole da dire, perché le sue labbra rimasero delicatamente dischiuse e mi guardò incantato.

Per una volta non mi trasmise né una sensazione di potenza, né di sensualità, né tantomeno di quel profondo male che permea i demoni: era tenerezza, qualcosa che avevo imparato a conoscere con September, ma che non avrei mai e poi mai pensato di poter provare al cospetto di un vampiro.

Era come se quell'Antico, perché se la descrizione di September era vera doveva trattarsi di quello, si fosse offerto, cieco e stanco, nelle mie mani per essere guidato in un mondo troppo pericoloso per lui.

La realtà, immaginai, è che tutta quella luce doveva averlo stordito troppo.

Gli accarezzai i capelli con due sole dita, la cascata lucente che gli scendeva per la schiena a contrastare con il mantello scarlatto, poi guardai September

«Portiamolo a riposare» dissi «Abbiamo una cabina per tutti e tre, non è vero?»

«Certo, seguimi!» September sembrava sempre immensamente contento di essere utile.

Mi condusse giù in un corridoio abbastanza stretto, poi in una cabina abbastanza ampia, come la stanzetta di un mini appartamento. Era spoglia, eccezion fatta per i due letti. Due soli letti, mentre noi eravamo in tre... ma dopotutto Vlad dormiva di giorno, mentre noi di notte.

Il vampiro si allontanò da me, e guardò nell'oblò che dava proprio sul mare

«Guardate» disse «Ecco una cosa che può sconfiggermi»

«Come?» non riuscii a trattenermi dal dirlo, sorpresa

«Ma come come?» mi prese per un braccio, le sue dita strette come una morsa d'acciaio contro la pelle, e mi trascinò vicino all'oblò per guardare giù, fra le onde spumeggianti «Il mare è l'unica potenza che possa fermarmi. Sai, fra le mie tante debolezze, c'è n'è una sola che mi risulti davvero fatale, ed è la mia idrosolubilità»

«Idrosolubilità? Cioè, mi stai dicendo che ti sciogli nell'acqua?»

«Non in tutta l'acqua, solo nell'acqua degli oceani» sembrava affascinato «Se io cadessi fra quelle onde, di me non resterebbero neppure le ossa, non ci metterebbe che un'ora a distruggermi. Non morirei, è ovvio, ma cambierei senza dubbio piano dimensionale e dovrei abbandonare il mio corpo. E chissà allora in quale altro sogno cadrei, io che sono eterno...»

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