Su Dio e sulla salvezza del genere umano

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Il mio popolo lo chiamava "lo Scambio del Fiato". E si diceva che nel fiato di un licantropo, come in quello di ogni altro vivente, risiedesse parte della sua anima, che noi scambiamo con una parte dell'anima delle altre creature che a loro volta respiravano liberando la loro anima nell'aria. Il mio popolo crede poi che il nostro fiuto eccezionale non sia dovuto al nostro naso, già di per se sensibilissimo, ma alla capacità di riconoscere i piccoli pezzi di anima continuamente esalati dalle nostre prede.

Lo Scambio del Fiato è uno scambio di informazioni, dopo che lo si fa non si può più mentire al compagno, perché lui lo scoprirebbe... dopo che lo si fa le personalità si mescolano e le memorie ancestrali risalgono dai meandri della mente e si regalano all'altro. E coloro i quali attuavano lo Scambio si insegnavano anche reciprocamente i segreti della loro tribù.

Teoricamente, adesso, September aveva l'anima di un licantropo. Aveva il Vero Fiuto, la possibilità di riconoscere le anime degli animali solo respirandole.

E io? Cosa ottenevo da quelle labbra calde? Tirai indietro la testa, sentendo fluire sottili scintille di respiro fra di noi, come piccoli lampi.

September tornò saldo su tutte la piante dei piedi, con il respiro corto.

«Adesso hai la mia anima» Dissi, lentamente, accorgendomi di avere anch'io il fiatone «E il Vero Fiuto»

«Lo so. Conosco cosa racconta la tua tribù e ho pensato che, prima di partire, fosse necessario imparare questa tecnica» rispose lui, guardandosi intorno eccitato «Non crederai che io sia uno sprovveduto? E tu cosa hai preso da me?»

«Tu, tu... bisogna pensarci prima. Tu cosa hai pensato di darmi?»

«La magia».

Sorrise. Io lo afferrai per il colletto e lo sollevai da terra di appena due centimetri.

Lui ridacchiò

«Sai, è stato strano... come se qualcosa mi fluisse dentro, ma non lentamente. Tutto d'un botto, come se dovesse spingermi via, come una sbarra di ferro incandescente che mi si infilava in bocca e mi colpiva lo stomaco»

«Per me non è lo stesso» dissi, senza riuscire a smettere di sorridere, quasi mi fosse venuta una paresi facciale «Diciamo, nessuna sbarra di ferro nello stomaco. Forse non sei riuscito a darmi niente»

«Impossibile... » ma mentre lo diceva, una delusione sconcertante attraversava il suo volto «... Questo doveva essere uno scambio. Tanto si prende, tanto si da, è una legge credo, l'ho studiato e...»

«Ti sbagli» ricordavo cose un po' diverse a proposito di quel rito «Si possono anche rubare i poteri di qualcuno, persino l'intera anima»

«Come fanno gli shinigami?»

«Cosa sono gli shinigami?»

«Gli dei della morte. Ho sentito storie su di loro che dicono siano capaci di aspirare l'anima della loro vittima dalla bocca per ucciderle e ne acquisiscono la forza e la durata vitale»

«Ah» annuii, un po' sovrappensiero «Gli dei»

«Questo vuol dire che... » cercò di allentare la stretta del colletto del maglione che gli premeva contro la gola «... Ho solo acquisito il Fiuto senza darti niente in cambio?»

«No» lo dissi con sicurezza «Mi sono sbagliata, prima. Qualcosa mi hai passato, solo non so cosa. Sai, è stata una cosa troppo strana per non essere stata condizionata da un passaggio di qualche genere. Forse ora saprò davvero usare la magia. Sarebbe forte»

«Come fai a sapere che era strana?» sollevò un sopracciglio, tossendo «Ti è mai capitato di farlo con qualcun altro?»

«No. Lo so e basta, mi sembra abbastanza. Mi fido di quello che ho provato, che dire, ho sentito la tua energia. Ho visto la tua anima, credo. Ma era confusa»

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