I poteri "aldilà"

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Dracula mi guardò. I suoi occhi erano di un rosso liquido, le pupille così nere che sembravano potermi risucchiare.

«Prendila» sussurrò «Prendila, uccidila, rispediscila all'inferno».

L'impulso fu quello di obbedire. Era impossibile resistere a quegli occhi, se lo avessi fatto sarei morta arsa dall'interno. Corsi verso Lilith. Lei sfoderò qualcosa dal niente e lo roteò verso di me. La lama di energia mi trafisse la spalla, il sangue caldo sprizzò, ma non mi fermai. Continuai ad andare verso di lei, con il muscolo che si lacerava, che si apriva, e ruggendo attaccai la sua gola.

Le mia zanne, però, incontrarono le sue a fare resistenza. Il suo alito era orribile, qualcosa a metà fra il miele e la putrefazione, che mi faceva rotolare lo stomaco dentro alla pancia. Per carità, il miele da sé è veramente buono, ma non si sposa niente affatto bene con l'odore della morte.

Con i canini le tagliai le labbra in due punti, poi balzai all'indietro. La mia spalla si liberò dalla lama di energia. Vlad mi affiancò e tese una mano davanti a se.

Sembrava che non fosse accaduto niente, cioè, effettivamente non c'era stato nessuno scoppio, nessuna dimostrazione della presenza di energia, ma Lilith fu catapultata all'indietro e cadde come stecchita con le ali aperte. Mi avvicinai a lei per annusarla, stupidamente, per istinto.

Lei scattò a sedere, gli occhi che ardevano di rabbia, e mi mise le mani intorno al collo. Iniziai a uggiolare e tirare, ma la sua forza era davvero sproporzionata rispetto al corpo che la conteneva. Ricordo bene che sentii il rumore delle mie vertebre che scricchiolavano, mentre il sapore del sangue mi risaliva nella parte posteriore della bocca. Il dolore iniziò a pizzicare la gola. Assaggiai l'aria con la lingua, ma non riuscivo ad inghiottire.

Poi vidi Vlad spostarsi fulmineamente dietro Lilith e spalancare le ali. In quell'istante, un istante così fugace che non so come feci a coglierlo, vidi centinaia di vene che pulsavano sotto le membrane oscure delle ali da pipistrello di Dracula. Pulsavano. C'era del sangue che scorreva, dentro di lui, ed un cuore che batteva.

Riuscivo a sentire l'odore del suo sangue e l'odore del suo corpo che sapeva di carne, non di polvere e zucchero marcio, come quello degli altri vampiri. Pregai un dio ignoto che ciò che vedevo fosse vero, che non fosse solo un'allucinazione dovuta alla confusione, al dolore, alla luce fievole che tremava.

Eppure, quando Vlad, con altrettanta rapidità, afferrò per le spalle Lilith e le affondò le dita nella carne fino a farla sanguinare, vidi anche una delle vene sulla sua tempia destra che si gonfiava e pulsava, come per uno sforzo. Sembrava vivo, non c'era più niente in lui che suggerisse il fatto che fosse un non-morto.

Il suo cuore... Per un momento, nella zuffa che venne fra Vlad e Lilith, sfiorai il petto del primo. Avevo chiaramente sentito i suoi polmoni dilatarsi.

Vlad mi fu scagliato addosso da uno dei pugni di Lilith ed insieme rotolammo sul selciato duro. Avvolsi quel fagotto alato fra le zampe, cercando di capire se era vera la parvenza di vita che avevo scorto in lui.

Era...

Lilith staccò uno dei pali della luce come se fosse un rametto e ci colpì entrambi. Vidi il metallo che sfregiava la pelle di Vlad, mentre io rimanevo illesa. Il suo sangue mi bagnò. Lo assaggiai, leccandolo via dalla sua spalla con la punta della lingua. Era sangue caldo. Bollente.

Ruggii, mettendomi in piedi, e aprii le zampe per lasciare andare Vlad. Lui avanzò deciso. Alcune gocce del suo sangue caddero a terra, poi si riappiccicarono a lui, sotto i suoi piedi nudi.

I muscoli potenti delle sue spalle lavorarono per riaprire le ali, un brivido lo percorse dalla testa ai piedi e lo fece piegare in due. Lilith si scagliò contro di lui, proprio adesso che sembrava più vulnerabile, e gli azzannò la nuca. La allontanai con una zampata che avrebbe staccato la testa, probabilmente, ad un essere umano, ma che a lei sfregiò solamente il volto in una maniera che, se fosse stata permanente, la avrebbe resa inguardabile.

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