Un segno di Dio?

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Se non fosse stato...

Un rantolo, un respiro rotto, flebile, affannato.

... Se non fosse stato quel corpo gettato a terra dietro di me, piccolo e indifeso. September. Mi voltai. Vlad poteva benissimo finire Lilith da solo. Mi avvicinai a September e lo toccai con la punta del naso. Iniziava a puzzare di sudore sul serio, il sudore freddo di chi ha paura. Ma lui era coraggioso, non era un vigliacco... tutti noi abbiamo paura di morire. Nessuno può sconfiggere una cosa del genere.

«Sono uno stupido» Disse, tossicchiando e mettendomi una mano sulla guancia.

Il sottofondo alla nostra conversazione (beh, più un monologo, visto che non potevo parlare) era più o meno quello di ossa che si rompono e muscoli che si lacerano, poi Vlad emise un brontolio cupo e capii che Lilith doveva essersi in parte ripresa. Non mi preoccupai.

C'era davanti a me quell'uomo dai capelli rossi e il suo respiro era sempre più lento. Stava morendo dissanguato e non sapevo come fermare l'emorragia. Anche sapendolo, non avrei potuto, con quelle zampone che mi ritrovavo. Mi morsi la lingua e per poco non me la troncai di netto. Niente di nuovo, il solito sapore ferroso, ormai stavo iniziando a trovarlo perfino banale.

Dammi la forza per sopportare tutto questo, Dio, se esisti.

Lo pensai forte, sperando che Dio, come Vlad, potesse capire quello che pensavo anche quando non sapevo parlare.

Se esisti, è ora che arrivi adesso, è ora che arrivi adesso... September è buono. Lui non ha mai fatto niente di male, è tutta colpa mia se lui ha fatto cose un po' stupide. Spero che tu gli voglia bene lo stesso. Dopotutto tu sei il dio degli Uomini e loro hanno bisogno di te, specie in un momento come questo. Perciò, per favore, aiuta lui, magari salvalo. Oppure, se proprio non puoi aiutarlo, rendimi una bestia che non capisce più nulla, per favore. Non voglio che muoia davanti a me mentre so ancora pensare.

Ti prego. Ti prego Dio, se esisti. Non ucciderò mai più un essere umano, se lo aiuti...

«Cosa stai pensando?» Mi domandò September, dolcemente.

Il suo respiro, o dio, il suo respiro si affievoliva così tanto, ma quel sorriso che non lasciava le sue labbra ...

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