L'altra bestia d'oro

132 23 0
                                    

Perché percepivo che c'era qualcosa che non andava.

L'odore di un lupo. Non era lo stesso lupo, il maschio, che aveva tracciato i graffi sulla macchina del dottore. Era una femmina, sicuramente. Più grossa di lui. E con un effluvio notevolmente più acre, quello di una bestia in piena trasformazione, nella sua forma da plenilunio.

Ovvio che questo era impossibile. Non c'era la luna piena. Eppure... ignorai, forse troppo avventatamente, le parole che il dottore e September si scambiarono.

Stavano parlando di qualcosa che avrebbe dovuto interessarmi, mi sarebbe stata spiegata tutta la storia riguardo ai cacciatori e ai licantropi e magari avrei capito chi ero io.

So che avrei dovuto stare attenta, che da certi concetti discussi dipendeva il mio futuro, ma era fin troppo difficile concentrarsi sulle parole di due umani mentre sentivo che qualcosa si avvicinava. Qualcosa che, potenzialmente, per me era un pericolo. Vidi September sedersi dopo aver preso una rivista di veterinaria e dire qualcosa che suonò come particolarmente seria o importante. Ma adesso anche la sua voce, per me, era come un brusio. Un brusio che non importava nulla di fronte all'impellenza di difendersi, il pericolo di qualcosa che avrebbe potuto farci del male. A tutti quanti.

Avrebbe messo in discussione il mio territorio. Avrebbe deciso di prendersi i maschi del mio branco.

Anch'io afferrai una rivista, di quelle che erano appoggiate sul cuscino del lettino. Non so perché lo feci, forse per brandirla come una potenziale arma. Chi dice che i colpi di giornale non fanno male?

Io. Io lo dico. Se combattete contro un licantropo adulto, non armatevi di giornale, non serve a niente.

Però me ne stavo lì, con un giornale in mano, come se fosse una spada per difendermi.

Due uomini entrarono di corsa, facendo un gran baccano con i loro stivaloni. Erano l'uno con i capelli scuri, l'altro castano chiaro, più giovane, più spaventato e con il volto completamente liscio, mentre l'altro aveva le guance ispide di puntini gialli. Avevano le facce rosse e ansimavano così pesantemente che sembravano non potersi riprendere mai più. Il dottore Franco li guardò benevolmente

«Cosa c'è?» chiese. E per me la sua voce non era più un brusio confuso.

Qualcosa non andava.

Qualcosa non andava.

Mi accorsi che i due uomini erano vestiti con abiti di un color verde smorto avevano con loro dei fucili. Erano due cacciatori. Strinsi i denti e la rivista che avevo fra le mani.

Ma il dottore sembrava assolutamente tranquillo, si appoggiò al piccolo tavolo operatorio con i gomiti e continuò a osservare interrogativamente i due tizi.

Quelli ansimarono ancora un poco, poi uno dei due si chiuse la porta alle spalle e urlò

«Un lupo!»

«Un lupo?» chiesi io, allarmata

«Chiudete tutte le porte! Ci ha attaccati. Ha ucciso uno di noi!» rispose l'uomo, con gli occhi spalancati per il terrore, poi allargò le braccia come per mostrare qualcosa di grosso in maniera inaudita «Si è lanciato contro di lui, gli ha strappato la testa con un solo morso»

«Suvvia, non esiste un essere simile» intervenne Franco, mentendo con maestria

«Ma noi...»

«Voi avete i fucili, no ragazzi?» il dottore indicò le loro armi «Non posso credere che esista un mostro tale da sopravvivere alle vostre fucilate e poi balzare addosso al vostro compagno e ucciderlo... come avete detto? Ah si, con un solo morso, staccandogli la testa. Non credete che sia qualcosa da film dell'orrore?»

Urban LegendsWhere stories live. Discover now