Mi dispiace

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Vedere i miei genitori ancora lì per terra è un colpo al cuore. Sento degli agenti domandarsi il perché fossero nudi, visto che le due precedenti vittime erano vestite, ma non sanno dare una risposta concreta.

Un giovane poliziotto dall'aria inesperta, mi si avvicina e mi dice che mi sta per porre delle classiche domande di routine avvisandomi che sono per adesso la prima sospettata. Io inarco il sopracciglio sospesa, ma non dico nulla perché capisco da come si muove che deve essere la sua prima volta sul campo: sembra entusiasta di essere su una vera scena del crimine, ma evidentemente nessuno deve avergli spiegato cos è successo davvero o lui stesso non ha visto i miei genitori. Mentirei se dicessi che la cosa non mi irrita un po', ma mentirei anche se non ammettessi che in fondo in fondo la cosa mi diverte.

"Agente Stiles, mi dice come diamine è possibile che questa ragazza sia sospettata se c'è una scritta sul muro e se io stesso posso testimoniare a suo favore e confermare il suo alibi! Le faccia delle domande serie per favore se non vuole essere già licenziato! E abbia un po' di rispetto!" sbraita alle mie spalle un esasperato detective Vaughn. Il ragazzo rimane interdetto e diventa subito rosso come un peperone.

"Oh, capo non sapevo che avesse una fidanzata!" io lo guardo stralunata e la sua faccia tosta mi fa uscire per un secondo dalla mia apatia e per poco non scoppio a ridergli in faccia.

"Non è la mia fidanzata! Lei è l'agente sotto copertura Moon! Ho accompagnato la classe della signorina in gita scolastica. in più l'ho accompagnata io alla porta e ho visto anche io la scena." dice a denti stretti Gideon

"Ah! Lei è la famosa agente Moon con cui lavora per il caso dei vampiri. Giusto, giusto, ehm quindi si presume che l'assassino sia il serial killer." dice lui riprendendo la sua espressione "seria" che camuffa molto male la felicità di essere sul campo.

"Agente Stiles! Le faccia quelle due domande fondamentali e sparisca dai piedi!" gli urla contro Gideon ora palesemente innervosito.

"Oh sì, bene. Ehmmm: pensa che il serial Killer ce l'avesse con i suoi genitori?" si riprende il ragazzo questa volta terrorizzato dallo sguardo omicida di Gideon. Nell'angolo della stanza Alex trattiene a stento un sorriso anche se leggermente triste mentre osserva i medici sotto copertura dell'agenzia portare via i miei. Anche io mi prendo un secondo prima di rispondere per salutarli un'ultima volta con lo sguardo. mentre i medici li portano via da casa mia. Per un secondo mi viene da piangere ma riesco a trattenere le lacrime, anche se ho bisogno di aggrapparmi saldamente al tavolo dietro la mia schiena per non cadere.

"No." rispondo con un filo di voce. "Ce l'ha con me." aggiungo dopo.

"E perché prendersela con i suoi genitori?" continua lui.

"Ho interferito con i suoi piani e lui o lei si sono vendicati."

"E perché allora il messaggio sul muro parla di un figlio?"

"Perché è convinto che io stia nascondendo suo figlio."

"Ed è così? Lei ha preso in ostaggio suo figlio?" chiede l'agente Stiles sempre più preso dall'interrogatorio.

"Agente ma lei ci fa o ci è?" fa per chiedere Gideon a cui non era assolutamente passato minimamente per la testa che io potessi aver fatto qualcosa del genere, allibito.

"No Jonathan, la domanda è legittima, lasciagli fare il suo lavoro." Dico io inchiodando gli occhi in quelli ghiaccio di Alex. Poi continuo: "Sì, è così, ma non lo tengo come ostaggio. Potremmo dire che in realtà lui è in una specie di programma testimoni e lo sto proteggendo da lui o lei che sia." Sia Gideon che l'agente Stiles rimangono a bocca aperta dalla mia confessione.

"E può dirci chi è?" questa volta è Gideon a fare la domanda. Alex fa per confessare ma io lo anticipo senza staccare mai gli occhi da lui: "No!" dico secca.

Sangue di lupo (Completata, in revisione)Where stories live. Discover now