Alfa

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Una volta in casa mi tolgo i miei fidati stivaletti e comincio a pulire e riordinare. Quando finisco sono già le due.

Come è possibile? Non mi sembra di aver passato così tanto tempo fuori casa.

Mi arriva un messaggio proprio mentre prendo le pentole per mettere a bollire l'acqua e prepararmi un sugo veloce.

-Ehi bellezza, sto partendo adesso. Ci vediamo per le sei. Se non faccio in tempo vengo direttamente in chiesa con la valigia.-

-Perfect!-

Rispondo, poi mi rimetto a cucinare. Sto morendo di fame.

Din Don.

"Ma chi diamine è a quest'ora?" sussurro io tra me e me mentre vado ad aprire alla porta.

"Alex!" dico sorpresa quando lo vedo sull'uscio con lo sguardo rivolto verso il basso e le mani in tasca. I capelli neri in disordine, lo zaino in spalla e la cravatta allentata sono segno che deve essere arrivato qui di corsa direttamente da scuola. È incredibilmente bello.

"Posso entrare?" mi chiede titubante. Mi riscuoto dal mio stato di trance.

"Che domande! In questa casa sarai sempre il ben venuto." dico facendomi da parte per farlo entrare.

"Come mai sei qui?" chiedo mentre lo seguo in cucina dopo aver dato un paio di mandate alla porta.

"Ti devo delle scuse. Come al solito mi sono lasciato sopraffare dall'ansia." dice cominciando a giocare con la punta della cravatta. È così tenero che per quanto io sia ancora arrabbiata con lui decido di lasciar perdere. Gli sorrido e alzo le spalle in segno di tregua.

"Mangi con me? O Devi andare ad allenamento?" chiedo prendendo la pasta dalla credenza.

"Due etti di spaghetti basteranno, grazie." mi risponde con un sorriso a trentadue denti e io mi metto a ridere mentre calo la pasta.

Le sue braccia mi circondano dolcemente in vita e io mi abbandono con la schiena al suo petto e la testa sulla sua spalla.

"Farai sempre così quando dovrò essere di ronda da sola con Vaughn o dovrò rimanere da sola con lui per qualche altro motivo?" non c'è bisogno di specificare cosa intendo, è già abbastanza chiaro.

"No. Ero solo preoccupato, perché al tuo contrario io non ho poteri psichici che mi permettono di sapere dove sei e cosa stai facendo. Semplicemente non sto tranquillo. Io mi fido di te. Sì, è vero, sono geloso di te e non sopporto come lui ti guarda, ma so che hai il diritto di essere libera di fare quello che vuoi e che in ogni caso non mi tradiresti."

"Alex, se non risolviamo la questione dello speculum animi io sposerò Eric, lui ha accettato già la mia proposta e il padre ci ha dato il suo consenso. Vorremmo evitarlo entrambi e fino all'ufficializzazione faremo assolutamente finta di niente e ognuno di noi sarà libero di vivere la propria vita, ma tu vuoi dirmi che sarai geloso anche di me e lui da soli in questa casa? Alex, io non posso vivere così e non posso far vivere nemmeno te con questo stato di ansia perenne. Sei sicuro di voler davvero stare con me?" sbuffo girandomi nel suo abbraccio per poterlo guardare negli occhi. Poggio le mani sul suo petto per acquistare qualche cm di distanza dal suo viso.

"Con Eric è diverso, è il cacciatore che non sopporto. E sì Samantha, sono sicuro." detto questo mi prende il mento e mi bacia. Rispondo al suo bacio intrecciando le mani dietro la sua nuca avvicinando ancora di più i nostri corpi. La tentazione di spegnere i fornelli e andare di sopra per eliminare tutti i restanti centimetri che ci dividono è fortissima, ma il mio telefono comincia a squillare e siamo costretti a separarci.

Sangue di lupo (Completata, in revisione)Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin