Decisioni difficili

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Apro gli occhi e mi ritrovo sdraiata nel mio letto. Le chiare luci del mattino mi fanno serrare gli occhi diventati troppo sensibili dopo le mille lacrime versate durante la notte.

Il cuscino è ancora umido e sento la mia faccia tirare quando sbadiglio e mi stiracchio. Non so come io abbia trovato la forza di alzarmi dal pavimento della sala ieri, dopo che Alex se ne era andato, ma in qualche modo sono arrivata nella mia camera e ho continuato a versare tutte le lacrime che ho trattenuto in questi giorni finché non mi sono addormentata con ancora addosso la divisa scolastica.

Sbircio in direzione della sveglia e leggo che sono le 7.30. È tardi. Se voglio arrivare in orario a scuola devo muovermi.

Però, non ho voglia di alzarmi dal letto, e soprattutto non voglio andare a lezione e incontrare Alex. Una parte di me mi sta dando della scema emotiva ipocrita, l'altra al solo pensiero di rivedere la sua faccia mi fa venire voglia di continuare a piangere, ma mi trattengo. La prima metà di me ha ragione non posso permettere ad un ragazzo qualsiasi di ridurmi così, non dopo essere rimasta stoicamente in piedi anche dopo la morte dei miei genitori. Ok, Alex non è un ragazzo qualsiasi. Lui è il mio guardiano, è il mio migliore amico, o almeno il primo con cui ho potuto condividere tutte le mie esperienze legate alla mia seconda natura, è la persona di cui mi sono perdutamente innamorata e la cosa più vicina ad un membro della famiglia che ho in questo momento. Eh sì, io ho semplicemente rovinato tutto. Però non posso assolutamente permettermi di stare così per lui. Sono un'alfa ora, non sono più una ragazzina che può permettersi il lusso di star male, soprattutto non per una relazione andata male.

Come no.

Mi copro la faccia con il cuscino e vi ci soffoco un urlo frustrato per non rimettermi a piangere.

"Samantha?" Eric entra titubante nella mia camera e si avvicina al mio letto.

"Va' via!" dico poco convinta.

"Andiamo! Non fare così. Sai bene quanto me che era l'unica risposta che potevi dargli. È stato lui uno stronzo a metterti davanti a quella scelta!" mi si siede accanto.

"Eric! Smettila di entrare nella mia testa quando ho qualcosa che non va! È snervante!" urlo scattando a sedere. Il cuscino scivola sulle mie gambe lasciando che il mio sguardo incontri gli occhi color oceano del biondo. Sono arrabbiata, ma anche un pizzico grata per avermi detto quelle parole per questo non riesco a tenergli il broncio a lungo e al contrario vado a cercare il suo abbraccio.

"Solo perché tu lo sappia comunque, non sono entrato nella tua testa. Lo avresti saputo se così fosse stato, e lo sai." mi dice dopo qualche minuto di silenzio mentre continua ad accarezzarmi la testa.

Io mi libero dall'abbraccio e lo guardo confusa, ancora troppo stordita per riuscire a fare due più due.

"Ieri sera, quando mi hai chiesto di andare via, mi sono andato ad appostare vicino casa di Alex. L'ho visto tornare a casa sua in tutta fretta dopo nemmeno mezz'ora che vi avevo lasciati. Mi sono preoccupato e in più ero curioso di sapere cos'altro fosse successo tra di voi. Pensavo che avessi combinato un altro disastro dei tuoi. Così ho sfiorato la mente di Alex durante la perlustrazione dell'area. Mi è bastato quel lieve contatto per vedere tutto. Per qualche istante ti confesso ho pensato di correre qui da te e aiutarti a raccogliere i pezzi, ma conoscendoti ho pensato che avresti voluto rimanere da sola. Sinceramente parlando, questo è quello che avrei voluto io se fosse successa a me una cosa del genere." mi sorride comprensivo, poi si alza in piedi energicamente e mi porge la mano: "Ora, M'Lady, c'è la colazione che la aspetta di sotto. Dopo tante lacrime sarà affamata no? E scommetto che un bel cornetto al cioccolato appena sfornato migliorerà nettamente la sua giornata." scherza allegro per tirarmi su di morale.

Sangue di lupo (Completata, in revisione)Место, где живут истории. Откройте их для себя