Complicazioni

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Sento odore di uova e pancetta che mi solletica le narici. Saranno i miei che preparano la colazione. Quando riapro gli occhi, non ho la più pallida idea di dove io mi trovi, ma la stanza è inondata di luce: deve essere già mattina inoltrata.

Mi guardo intorno e riconosco dal comodino alla mia sinistra di essere in camera dei miei genitori. Perché sono qui e non in camera mia? Come ci sono arrivata? Poi un flashback: i miei stesi sul pavimento di casa, Helen che mi colpisce nella foresta, Alex che cade a terra e che poco dopo prova ad attaccare Helen e la voce di Gideon che ordina ad Eric di occuparsi di me ed Alex, mentre lui si sarebbe occupato di Helen.

Ovvio, mamma e papà non ci sono più, che sciocca che sono stata a pensare che potessero essere loro di sotto in cucina, sarà Eric. E poi Helen, chissà cosa le avrà detto Gideon.

Mi porto entrambe le mani agli occhi, in un gesto di esasperazione, frustrazione e tristezza, ma nel farlo urto qualcuno alla mia destra che lancia un mugolo e si muove. Sorpresa scopro l'occhio destro e giro la testa. Accanto a me c'è, un ancora addormentato, Alexander che mi dà le spalle. Deve aver avuto un sonno molto agitato perché le lenzuola dalla sua parte sono completamente spostate e attorcigliate. Sorrido, sollevata che almeno lui stia bene e in un certo senso rincuorata dal fatto di essermi risvegliata con lui al mio fianco.

Gli accarezzo i capelli e mi alzo dal letto rimboccandogli le coperte alla bell'e meglio, tanto percepisco dalla sua mente che sta per svegliarsi anche lui, e scendo in cucina.

"Gideon!" dico sorpresa entrando nella stanza a piano terra. "Che ci fai in casa mia a quest'ora? Come sei entrato?" aggiungo poi raggiungendolo vicino al bancone ancora assonnata.  

"Ben svegliata, come ti senti? Ieri sera dopo quello che è successo Alex stesso, mi ha fatto notare che forse per un periodo è meglio che io ti tenga d'occhio per proteggerti da quella pazza della tua amica visto che io sono un cacciatore e ti ho promesso una tregua, e mi ha praticamente obbligato a dormire qui. Ti abbiamo riportata a casa  mentre eri svenuta e abbiamo sistemato te e Alex in camera dei tuoi, Eric si è preso la tua stanza e io quella degli ospiti al piano terra. A proposito come è andato il risveglio in quella stanza?" mi spiega versando il contenuto della padella in un piatto porgendomelo successivamente.

"Traumatico." mi limito a rispondere annuendo in segno di aver capito quello che era successo mentre mi vado a sedere alla tavola. Mentre porto la prima forchettata alla bocca i miei occhi corrono involontariamente nel punto che si intravede dalla cucina dove il giorno prima avevo trovato i miei e mi congelo con la forchetta a mezz'aria con un nodo allo stomaco. Vaughn deve accorgersene, perché mi si para davanti e prendendomi il polso rimette in moto i miei movimenti, ma dopo il primo boccone lascio la forchetta nel piatto e cerco di alzarmi. Le mani del ragazzo dai capelli color cioccolato mi rispingono a sedere.

"Devi mangiare Sam." dice lui piantando i suoi occhi nei miei. Incrociando le braccia mi lascio scivolare sulla sedia limitandomi a guardarlo infastidita.

"Fa' come ti pare!" dice lui alla fine spazientito, e incapace di sostenere oltre il mio sguardo fa per andarsene, ma alla fine torna indietro e mi si siede accanto.

"Ti prego, mangia qualcosa. Mangia adesso e non ti rompo più le scatole per tutto il giorno." mi supplica lui. Gli leggo la disperazione negli occhi e per un nanosecondo provo l'impulso di accontentarlo ma quando abbasso gli occhi sul cibo mi viene la nausea.

"No Vaughn, non ci riesco, forse a pranzo, ok? Non mi mettere pressione, quando avrò fame mangerò, sappiamo entrambi che lo farò prima o poi, ma non ora. Cambiando discorso, cosa è successo ieri sera con Helen?" chiedo deviando la sua concentrazione su altro che non sia il mio bisogno di mangiare.

Sangue di lupo (Completata, in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora