Capitolo 2 - GIULIO - Parte 1

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GIULIO POV

Girovago lungo i corridoi della Sirmioni e Associati, la società dove lavoro da un paio di anni, dopo essere tornato da Londra, quando mia madre è venuta a mancare. La società di mio padre o meglio di famiglia.

Quando i miei si sono separati avevo dieci anni. Mio padre era un uomo d'affari, girava per il mondo e per i letti di donne affascinate dal suo potere; mia madre dopo anni di tradimenti si decise a chiedere ildivorzio ma il prezzo che dovette pagare a mio padre, fu che uno dei suoi figli lo avesse lui, in affidamento esclusivo. Mia madre scelse di tenere me, che ero il più piccolo e mio fratello Matteo, di soli due anni più grande, andò a vivere con mio padre.

Quindi sono cresciuto da solo con lei per gli anni a seguire ed ho sempre cercato di essere il figlio modello per non darle altri problemi. Finito il liceo ho fatto l'accademia di belle arti e subito dopo sono andato a Londra per mettermi in gioco ma ho finito per lavorare per lo più come lavapiatti.

Una mattina mentre andavo a lavoro sotto una pioggia battente, ricevetti una telefonata da un numero italiano:

"Giulio...sono Matteo...devi tornare a casa...mamma non sta bene..." rimasi muto, mi cadde l'ombrello dalle mani, restai immobile sotto lapioggia. "Giulio mi hai sentito? Giulio!Giulio! "

Io riuscii a dire solo "sì...sì" e Matteo riattaccò.

Restai fermo, impietrito sotto la pioggia forse per quasi mezz'ora, finché una donna non mi chiese se stessi bene e se avessi bisogno di qualcosa. Avevo già capito che mia madre non c'era più. Io e Matteo non ci sentivamo da anni.

Dopo il funerale di mia madre, ho rivisto mio padre e mio fratello.

Mio padre mi ha solo detto "mi dispiace, so come eravate legati" ed io non l'ho nemmeno guardato in faccia.

Mio fratello mi ha abbracciato forte e mi ha sussurrato "chiamami ti prego, il numero ce l'hai, voglio starti vicino" .

Non mi aspettavo questo da lui, le sue parole ed il suo abbraccio, mi hanno spinto a chiamarlo due giorni dopo. Abbiamo parlato tanto, siamo molto diversi, visto i modi, esattamente all'opposto, in cui siamo cresciuti; ma in fondo siamo più simili di quanto potessi immaginare. E' stato lui a convincermi che in quel momento avevo bisogno di qualcosa su cui focalizzarmi ed è per questo che ho accettato il posto di capo del settore grafico dell'azienda di famiglia.

Immerso nei miei pensieri, mi riprendo quando sento dei rumori strani provenienti dallo slargo del corridoio dove è posizionata la fotocopiatrice. Una ragazza di spalle, in tailleur scuro e capelli scuri, raccolti; sta inveendo con dei colpetti contro la macchina. Trattengo una risata e le chiedo se ha bisogno di aiuto. Lei senza nemmeno voltarsi mi risponde che va tutto bene, quindi resto lì, in silenzio, aspettando che si giri per dare un volto a quella furia incontrollata ma sento solo una grande botta e la macchina che prende a stampare.

"Però! Le tue maniere dolci funzionano!" le dico sperando di strapparle una risata e farla girare ma lei mi squadra velocemente dalla testa ai piedi, prende i fogli di corsa e scappa via .

"Scusa, vado di fretta! Sono Claudia comunque! " Urla senza voltarsi, ancora una volta. Resto lì sorridente e penso mentre la guardo allontanarsi <che tipa tosta!>

Vivi e Ama ©  #Wattys2019.Where stories live. Discover now