Capitolo 3 Parte 2

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Mister Keller continua a parlare, l'accordo è ormai raggiunto e lui, comunque, non smette di parlare. Annuisco mentre con una mano mi reggo la tempia, fingendo interesse, con l'altra giocherello con il telefono sotto al tavolo. È ormai mezzogiorno ed il mio stomaco inizia a brontolare.

Per fortuna il telefono vibra.

<Ecco la telefonata che mi salverà dall'ennesimo discorso sugli introiti!>

Resto solo sbalordito dal nome che compare.

<Giulio?!Che strano, non chiama mai...lo chiamo sempre io, soprattutto per lavoro.

I nostri rapporti sono migliorati decisamente, da quando è tornato da Londra ed abbiamo iniziato a lavorare insieme. Probabilmente il fatto che ci occupiamo di settori completamente diversi ci aiuta. Non parliamo molto, ma almeno passiamo un po' di tempo insieme, ogni tanto andiamo a cena o passo da casa sua per una birra, ci sediamo sul terrazzino, ci fumiamo una sigaretta e parliamo di cose inutili: del tempo, delle cose che guardiamo in tv, del tipo di donne che ci piacciono.

Nessuno dei due ha mai avuto una storia seria. Lui si era innamorato della sua compagna di università che dopo un anno che stavano insieme gli ha detto che non lo amava più, si è messa con un medico e ci ha fatto un figlio. Non credo questa esperienza gli abbia fatto bene, anzi, forse ha anche peggiorato le cose dato che è sempre stato parecchio insicuro con l'altro sesso, nonostante fosse il classico tipo, dolce e pacato, timido e impacciato al punto giusto, che piace alle ragazze. Io al contrario, non ho mai voluto legarmi a nessuna, non appena iniziavo a coinvolgermi o le ragazze iniziavano a pretendere troppo, scappavo a gambe levate. Quello di una notte e via, quello che non richiama mai, quello inaffidabile, il classico stronzo insomma. Aggiungiamo poi che l'esperienza della nostra famiglia non è stata certo di aiuto...>

Mi scuso con mister Keller e con nochalance lo saluto in fretta e mi dileguo.

"Giulio dimmi...c'è qualche problema?"

"Ciao Matteo, tutto bene, tu? L'incontro con i Keller?"

"Tutto perfetto, ma perché hai chiamato?"

"Niente, volevo solo aggiornarti su una cosa: avevo bisogno di una mano per il progetto Keller e ho chiesto a Sabrina di mandare qualcuno"

"Ok,ok, hai fatto bene...non appena torno ti aggiorno sull'incontro, se riesco direttamente stasera"

"Va bene, buon rientro"

"Grazie, ciao"

Fermo il primo taxi, torno in hotel, mangio un boccone e prendo il primo aereo per Milano.

<Che telefonata strana> penso, tipica di Giulio.

Vivi e Ama ©  #Wattys2019.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora