Capitolo 10 - LA CONSEGNA - Parte 1

1.4K 163 77
                                    

Sarà che è venerdì ma oggi alla Sirmioni c'è un gran viavai, me ne sono accorta già sul ciglio del grande portone in vetro. La segretaria impegnata al telefono non mi ha neppure vista. Sono salita, mi sono seduta alla scrivania e ho iniziato a lavorare, quando squilla il telefono:

" Signorina Petrelli, è convocata per la riunione Keller, in sala riunioni al quarto piano"

"Bene, grazie".

Hanno indetto una nuova riunione, saranno entrambi lì.  Inizio ad agitarmi e a muovermi sulla sedia. Sarà imbarazzante vederli nella stessa stanza, uno a fianco all'altro, dopo ciò che è successo. Ma è inevitabile. Faccio un grosso sospiro, mi alzo e mi dirigo all' ascensore.

Varco la porta della sala riunioni, c'è gente che parlotta, Matteo non è ancora arrivato. Giulio è seduto in fondo al tavolo, la testa china sul tablet; senza pensarci vado verso di lui. Prendo una sedia e mi accomodo al suo fianco.

"Ciao"

Si gira verso di me, mi guarda per un secondo, "Ciao" e riprende a guardare il tablet.

"Giulio, per favore mi guardi?"gli dico con voce dolce.

Si gratta il naso, alza lo sguardo e si rigira verso di me "Eccomi". Mi fissa con una tale intensità che se non fossi seduta sarei già stesa a terra.

"Volevo parlarti di quello che è successo... mi dispiace che tu non abbia risposto ai miei messaggi"

"Dispiace anche a me" mi interrompe "a dire il vero sono rimasto un po' spiazzato, non pensavo fossi uscita con Matteo..."

E' contrariato, forse deluso, è la prima volta che non mi ha sorriso "Non voglio parlare di Matteo ora, voglio parlare di quello che è successo ieri nel tuo ufficio...tra noi" gli dico cercando di dimunire la distanza.

"Non credo sia il posto e il momento giusto, questo..."risponde freddamente.

"Allora passa da me stasera, verso le otto, così ne parliamo con calma" mi affretto a dire senza lasciare il tempo che finisca la frase.

Alza le spalle " ok ".

Faccio scivolare la mia mano sul suo avambraccio, fino a sfiorare la sua. Lo sento irrigidirsi. Gli mostro il mio sorriso più dolce, ne abbozza uno. In quel momento, l'inconfondibile voce di Matteo ci chiede di accomodarci. Mi alzo e vado a prendere posto.

Ma le cose non vanno mai come vorresti.

Matteo annuncia che i Keller hanno anticipato la consegna e il lavoro dovrà essere terminato entro domani. Domenica lui dovrà partire per incontrarli lunedì mattina. Un brusio si alza nella sala.

"Logicamente gli straordinari saranno pagati a dovere, ma sono costretto a chiedervi di prolungare le vostre ore di oggi, qui  in azienda e se necessario di venire anche domani."

Si sentì ancora qualche bisbiglio poi la riunione continuò fino all'ora di pranzo. 

"Credo che per ottimizzare i tempi sia meglio lavorare in gruppo. La sezione grafica lavorerà qui in sala riunioni con mio fratello Giulio e la sezione marketing con me, nel mio ufficio due porte più in fondo. Quindi andate a pranzo, recuperate i vostri pc e tablet e ci vediamo fra un'ora".

Matteo ci aveva appena congedati; il suo sguardo aveva incontrato il mio alcune volte ma nulla aveva fatto trasparire, nemmeno un sorriso, niente, probabilmente era sotto pressione per questa consegna. Mentre ci pensavo lo sentii "Claudia, potresti venire qui un attimo?" Era sulla soglia della porta e mi guardava. "Arrivo" e quando risposi, notai con la coda dell' occhio che Giulio mi stava squadrando. Ma avevo tutto il pomeriggio per parlare con lui, avrei dovuto lavorarci insieme ed ero proprio curiosa di sapere cosa Matteo volesse da me. Avanzai diretta verso di lui. Non appena gli fui abbastanza vicina, quasi mormorando disse:

"Volevo chiederti scusa per ieri sera, non so bene per cosa, perchè mi sembrava stessi ricambiando; ma il fatto che tu sia fuggita mi ha fatto credere di aver sbagliato qualcosa"

Odiavo quanto fosse capace di stenderti con uno sguardo o con una parola. "Lo apprezzo" dissi solo.

"Dobbiamo parlarne comunque, in questi giorni, con questa consegna non ci sarò molto con la testa ma troverò un minuto, anzi un'ora. Per te la troverò" e mi sorrise lasciandomi sulla porta.

Sospirai e mi girai per cercare Giulio. La sala si era svuotata; tutti erano usciti dalla seconda porta. Anche Giulio.

<Maledizione!>



Vivi e Ama ©  #Wattys2019.Where stories live. Discover now