Capitolo 25 - IL BUIO -

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Ieri ci era stato il funerale ed io non avevo avuto nessuna notizia da nessuno dei due. Oggi era già venerdì e la giornata sembrava non finire mai. Passò tutta in sordina fino a che ricevetti un messaggio di Giulio 'So che sei a lavoro, io sono a casa di Matteo, ho cercato di fargli mangiare qualcosa ma non ci sono riuscito, se ne sta disteso sul letto da ieri sera. Ho provato a parlargli ma dice che si sente stanco e vuole riposare, non so che fare a parte stare qui, tu hai qualche altra idea?'

No, non avevo altre idee. Quando avevo affrontato la perdita di mio padre avevo agito nella maniera completamente opposta, non mi ero chiusa in casa, avevo iniziato a fare mille cose e poi avevo deciso di trasferirmi a Milano. 

Con Matteo poi, non avrei davvero saputo da dove iniziare. 

Non seppi cosa rispondere a quel messaggio, pensai che qualsiasi cosa avessi scritto, sarebbe stata stupida e superflua e non sarebbe servita a nessuno. 

Quando arrivai a casa e girai la chiave nella toppa mi accorsi che la porta era aperta.

 < cosa cavolo...> pensai mentre aprivo piano la porta; ma sentii urlare:

"Non ti spaventare...sono io!sono tornata!" 

L'inconfondibile accento veneto di Luisa mi travolse ed io buttai la borsa e le corsi incontro.

"Sono così felice che tu sia tornata!" E iniziai a piangere come una fontana.

"Volevo farti ridere, facendoti una sorpresa, non farti piangere!"

"No, è che...sono stati dei giorni particolari e ho accumulato un po' di tensione, credo" le spiegai mentre cercavo con le mani di asciugarmi il volto.

"Tranquilla, ora a cena mi racconti tutto, c'è anche Francesco, è andato a prendere qualcosa da mangiare, ti dispiace? "

"No, certo che no, anzi vado a togliere questi vestiti da lavoro" le dissi mandandole un bacio mentre andavo in camera mia.

Durante la cena, raccontai a Luisa cosa era successo negli ultimi giorni in cui non ci eravamo sentite, omettendo i dettagli scabrosi per via della presenza di Francesco.  Alla fine, chiesi loro consiglio su cosa avessi dovuto o potuto fare per aiutare Matteo e quindi anche Giulio.

"Non so cosa tu faccia qui, dovresti essere lì, se Matteo tiene a te, così come sembra, la tua presenza non potrebbe che giovargli" cercò di convincermi Luisa.

"Capisco il tuo discorso, tesoro, però forse è ancora presto? Io partirei piano, prova a vedere se almeno ti risponde al telefono! " controbattè Francesco. 

I loro discorsi erano giusti, entrambi. Avevo bisogno di stare un po' tranquilla per pensare.

"Vado a stendermi, mi sento davvero stanca, buonanotte piccioncini"

"Buonanotte" mi dissero in coro ed io sparii nel buio del corridoio.

Mi stesi sul letto e sbloccai il telefono, aprii il messaggio di Giulio e scrissi sotto 'Non ho molte idee, vorrei poter essere d'aiuto anche solo con la mia presenza ma non so se a Matteo faccia piacere in questo momento'.

Aspettai un po', Giulio non rispose; mi girai dall'altro lato del letto e sul comodino notai la lettera che mi aveva dato Matteo. Risbloccai il telefono e gli scrissi 'Ciao Matteo, volevo chiederti se hai bisogno di quella lettera che mi hai dato in ospedale...o anche solo di un abbraccio'. Aspettai forse dieci minuti poi le palpebre si fecero pesanti e gli occhi si chiusero.

GIULIO POV 

Rimasi tutto il giorno a casa di Matteo. Sistemai, cucinai, andai più volte da lui per spronarlo a mangiare o almeno ad alzarsi un po' e uscire dal nero della sua camera; ma rispose sempre negativamente. Non sapevo cosa fare; quando nostra madre se ne era andata, lui era venuto da me e mi aveva parlato, mi aveva fatto uscire di casa; ma al contrario suo, io avevo accettato tutte le sue proposte. Mi sentivo impotente, mandai un messaggio a Claudia per chiedere il suo aiuto, ma non rispose; anche lei di certo, non sapeva che fare. Era ormai sera quando mi buttai sul divano e mi addormentai.

MATTEO POV 

Ero rimasto tutto il giorno al buio della mia camera. Giulio venne più volte a cercare di convincermi ad alzarmi e a mangiare, ma non ci riuscì. Non mi alzai affatto ma nemmeno riuscii a dormire molto; il mio cervello si incagliava in tutte le volte che Alessio mi era stato vicino e in tutte le volte che da ora in poi non ci sarebbe stato più.

Avrei voluto smettere di pensare.

Ad un tratto mi alzai e andai in bagno, la casa era silenziosa, probabilmente Giulio si era addormentato, aprii il mobile di fianco allo specchio e mi ricordai di quelle pillole che il medico mi aveva prescritto quando ero sotto stress e non riuscivo a prendere sonno. Ne presi una e la inghiottii con l'acqua, poi me ne tornai a letto sperando facesse effetto subito; in quel momento vidi il telefono illuminarsi. Non sapevo che ora fosse quindi lo presi e vidi che erano le 23.17, aprii whatsapp per togliere le notifiche e notai che il primo nome acceso era quello di Claudia, quindi, dopo un secondo immobile, lessi il suo messaggio: 'Ciao Matteo, volevo chiederti se hai bisogno di quella lettera che mi hai dato in ospedale...o anche solo di un abbraccio'.

Non ero in me e non volevo vedere nessuno ma averla accanto e poterla stringere per annegare il mio malessere in lei, non mi sembrava una cattiva idea al momento. Scrissi solo 'Vieni quando vuoi, ti aspetto ' poi mollai il telefono e crollai; la pillola aveva fatto effetto.


Ps Luisa è tornata nel momento del bisogno per fortuna...

Matteo ha chiesto a Claudia di andare da lui...cosa succederà?

Vivi e Ama ©  #Wattys2019.Where stories live. Discover now