Capitolo 4 Parte 2

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CLAUDIA POV
Mi sono seduta con le gambe strette e le spalle dritte, ero davvero rigidissima. Per prima cosa mi sono scusata del fatto che fossi in ritardo e poi gli ho detto che se non si fosse reso conto, ero io quella scappata davanti alla fotocopiatrice, accampando una serie di scuse ignobili. Lui ha sorriso divertito dicendo che essendo un Sirmioni non sarei potuta andare molto lontano. Abbiamo riso entrambi, quando ride mi sembra si spalanchino le porte del paradiso! Abbiamo parlato del progetto su cui dobbiamo lavorare insieme; è un progetto parecchio importante su cui sta lavorando anche suo fratello per quanto riguarda la parte del marketing; per cui probabilmente, presto faremo un meeting insieme. Nonostante non lo conoscessi affatto, mi sono sentita subito a mio agio, ha un modo di fare dolce, affabile, educato....solo ogni tanto mi sembrava di perdere il fiato quando mi si avvicinava maggiormente per mostrarmi le sue bozze al computer. I ricci gli cadevano sugli occhi e il suo profumo mi riempiva le narici. Spero non si sia accorto che ogni tanto facevo fatica a tenere a freno l'adolescente che era in me che avrebbe voluto passargli le mani nei capelli. Non vedevo l'ora di raccontare tutto a Luisa...altro che cinquantenne!
Ma quando il suo nome mi è comparso in testa devo essere saltata dalla sedia perché lui mi ha chiesto se fosse tutto ok. Gli ho detto che avevo promesso a Luisa che sarei passata in ospedale e che ero in ritardo e dovevo scappare altrimenti non avrei mai fatto in tempo. 

Al suo fianco avevo perso la cognizione del tempo e lasciato tutto il mondo fuori dalla porta di quell'ufficio. Mi ha detto che anche lui stava andando via e poteva darmi un passaggio così sarei arrivata prima. Ho accettato senza nemmeno pensarci...non potevo certo rifiutare un passaggio dal capo! Ma quando l'ho visto prendere un casco ho avuto un sussulto e penso di aver fatto la figura della stupida perché lui ha iniziato a ridere e mi ha detto " fammi capire non ti piacciono le moto o hai solo paura di salirci con me?"

Penso di essere diventata fucsia in viso e sono riuscita solo a dire "No no, è che non mi aspettavo la moto" in realtà non mi piacevano le moto, riuscivano a sfrecciare anche nel traffico!

"Non ti preoccupare, tu tieniti forte e io cercherò di andare piano" mi disse mentre entravamo in ascensore per scendere nei garage. Lo guardai e annuii...per una strana sensazione mi sentivo sicura al suo solo sguardo. Mi trattenni seriamente quando vidi la moto....era nera ed....enorme!riconobbi solo lo stemma della bmw...deglutii e mi finsi sicura...sarebbe già stato un problema il solo salirci! Mi diede il casco, provai ad allacciarlo e prima che le sue mani si avvicinassero al mio viso ci riuscii. Ci mancavano solo quelle a sfiorarmi, ero già fin troppo agitata. Lui salì e mi aiutò a salire dandomi la mano. Mi diedi una spinta per evitare di fare la figura dell' impacciata e per fortuna la sua mano mi sostenne...d'un tratto mi trovai a cavalcioni dietro di lui..."stringiti a me" mi disse. Gli misi le braccia intorno alla vita sopra il giubbotto...Lui le prese e le strinse maggiormente  "di più! Altrimenti alla prima curva ti perdo!" Il mio corpo era completamente attaccato al suo...sentivo la durezza dei suoi muscoli e i suoi capelli sul volto...un brivido mi percorse la schiena...
Merda!stavo per perdere la testa...o forse l'avevo già persa!

GIULIO POV
Era rigida su quella sedia come una corda di violino così ho cercato di sorridere il più possibile sperando di metterla a suo agio. Lei mi ha facilitato il compito, con naturalezza mi ha spiegato il motivo del suo ritardo e ha anche confessato la sua fuga davanti alla fotocopiatrice. Quando le ero vicino mi sentivo imbarazzato, i suoi occhi profondi mi fissavano e sembravano scavarmi dentro, quei suoi occhi scuri che ridevano anche quando era seria e focalizzata sul lavoro. Ogni tanto mi cadeva l'occhio su quella catenina con il cuoricino che aveva appesa al collo e che si nascondeva nella sua camicetta, nelle pieghe della sua pelle, probabilmente non guardavo la catenina...ma ho cercato di fare finta di nulla! Piano piano è diventato tutto semplice, abbiamo riso, parlato del lavoro e le ore sono volate, non me ne sarei nemmeno accorto se non fosse stato per lei. Quando ha detto che doveva andare dalla sua amica ho colto la palla al balzo e le ho offerto un passaggio...non sono mai stato tanto intraprendente ma questa ragazza mi fa sentire diverso. Volevo la possibilità di stare ancora con lei e quando è sobbalzata dopo aver visto il casco, l'ho buttata sul ridere sperando di riuscire a convincerla, in fondo il più simpatico e ironico della famiglia sono sempre stato io! Non appena ho preso la sua mano per farla salire in moto ho avvertito una scossa al cuore e quando l'ho stretta di più a me e ho sentito il suo corpo adagiarsi sul mio, ho sospirato pensando che avrei voluto passare ore così...con lei addosso...
Ero stato colpito e affondato! 

Vivi e Ama ©  #Wattys2019.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora