Capitolo 22 - GIORNO 7 -

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Mi stropicciai gli occhi assonati dopo che la sveglia suonò. Mi sollevai sul letto e pensai che sarebbe stato l'ultimo giorno e l'ultima notte di Giulio. Socchiusi per un attimo gli occhi e rivissi le sue parole "Penso di essermi innamorato di te, ora ne sono davvero cosciente...", la sua voglia di me e le sue mani al buio dell'ufficio.


-----Io che avevo preso fiato e gli avevo detto "Sono un po' agitata...devo prendere fiato un secondo "; lui mi aveva detto "tranquilla", accarezzandomi le spalle poi ci eravamo riavvicinati piano, avevamo ripreso a baciarci, aveva tirato lento la camicetta dai miei pantaloni e me l'aveva tolta con la punta delle dita. La mia pelle aveva iniziato a prendere fuoco sotto le sue mani e avevo preso a sbottonargli la camicia e a poggiare le mani sul suo petto, sulla sua pelle nuda. Lo avevo sentito sobbalzare e spingersi di più contro di me. Mi ero ritrovata distesa sul divanetto, con lui disteso sopra, aveva iniziato a coprirmi di baci ogni lembo di pelle, dal collo passando tra i seni, fino all'ombelico e ai fianchi; lì aveva iniziato ad armeggiare con il mio pantalone.

Ma io lo avevo chiamato piano "Giulio...Giulio....fermati...mi sento a disagio qui.....scusa".

Anche al buio l'avevo immaginato roteare gli occhi e sbuffare silenziosamente, poi aveva detto "aspetta che accendo una luce" e mentre si era alzato dal divano io mi ero ricomposta in fretta infilando la camicetta. Quando aveva acceso la lampada sulla scrivania, avevo notato quanto fosse accaldato e quanto mi desiderasse, sicuramente, in quel momento mi stava maledicendo; poi lo avevo visto soffermarsi sui miei vestiti ormai tornati al loro posto, e aveva detto "Dove vuoi andare?"

"I pop corn mi hanno aperto una voragine, andiamo a mangiare qualcosa?"avevo cambiato discorso.

"Ok" 

Quindi aveva sistemato tutto ciò che aveva usato per la proiezione del film e aveva chiamato un taxi. Eravamo andati a mangiare un hamburger e lui aveva sorvolato l'argomento sesso, anche se ci stava pensando, glielo leggevo in faccia ogni volta che mi guardava. Appena saliti sul taxi del ritorno mi aveva detto: "ti accompagno a casa e poi mi faccio portare a casa mia" e aveva dato il mio indirizzo al taxista .

Io sapevo di dover affrontare l'argomento e avevo iniziato "Io...non ho avuto molte esperienze a riguardo e pensare di passare la notte con te mi spaventa un po'...cioè...non sei tu...sono io, vorrei..." ma non mi aveva fatto finire.

"Non devi giustificarti, pensavo lo volessi anche tu...tutto qua". Eravamo rimasti in silenzio per il resto del viaggio, poi  sotto casa mia, mi aveva dato un bacio leggero e aveva detto "a domani"-----


Riaprii gli occhi e tornai in me, mi alzai dal letto e mi preparai per il lavoro. Ma neanche alla mia scrivania,  il pensiero della sera prima, mi lasciò scampo: cercavo di capire se avessi paura di non essere all'altezza o se lui non mi piacesse abbastanza. 

Come faceva a non piacermi abbastanza!? Quando la luce si era accesa, era apparso in tutta la sua bellezza, con il petto scolpito e il tatuaggio sexy sulla spalla...testosterone allo stato puro. Allora il problema ero io; ma se non mi fossi buttata non sarei mai stata all'altezza. Alla fine con Alessandro mi ero buttata, mi ero preparata, e a parte l'epilogo disastroso ero convinta di volerlo. Avrei dovuto fare lo stesso con Giulio, preparare qualcosa di speciale, dimostrargli che anche io volevo stare con lui. Presi il telefono e scrissi 'Stasera alle 21 da me' con un sorrisino. Lui rispose 'Come vuoi' con un' occhiolino.

Quando uscii dall'ufficio andai a comprare qualche candela alla vaniglia e poi entrai da intimissimi per comprare qualcosa di carino. Presi un completino in pizzo colore acqua marina che con il mio colore scuro di pelle stava particolarmente bene. A casa mi preparai con cura, misi una longuette nera con dei bottoni davanti e una maglia con lo scollo a barca da cui si intravedevano le bretelle in pizzo del reggiseno. Mi truccai poco e sciolsi i capelli. Sistemai la camera, il letto, le candele e Giulio arrivò puntuale. 

Quando mi vide spalancò gli occhi "Ogni giorno sei sempre più bella" e mi squadrò da capo a piedi e io sentii il suo desiderio che mi pervadeva a distanza. 

" Grazie" dissi un po' imbarazzata e gli diedi un bacio sulle labbra. Ordinammo un just eat e cenammo molto rilassati. Erano le undici e mezza quando lo lasciai in salotto per andare ad accendere le candele e a mettere su un po' di musica. Mi sedetti sul letto e gli chiesi di raggiungermi. 

Quando entrò in camera e notò l'atmosfera, il suo sguardo si illuminò, mi sorrise, si sedette al mio fianco e disse "Sembra tutto pronto per qualcosa di speciale..." 

"Lo sarà, te lo assicuro" e presi a baciarlo sotto l'orecchio e lo sentii mugugnare e abbandonarsi al piacere che stava provando al mio tocco. Si distese e io mi distesi al suo fianco ed iniziammo ad intrecciare braccia e gambe in un solo vortice. Le sue mani si infilarono delicatamente sotto la gonna, sulle cosce, su cui fece presa per sollevarmi quasi sopra di lui, poi salirono fino al fondo schiena su cui non si fermò. Subito le spostò e tirò via la maglietta con un solo gesto finendo con la faccia di fronte al mio reggiseno nuovo. Si immobilizzò pochi secondi poi mi guardò negli occhi e disse solo "Quante volte ho desiderato questo momento non puoi nemmeno immaginarlo" ed io gli sollevai la maglietta e lui se la sfilò subito. Quindi si girò su di me ed io finii distesa con lui sopra a cavalcioni che mi osservava scrupolosamente. Fece scendere il palmo della mano destra dalle mie labbra, sotto il mento, sotto il collo fino al seno sinistro su cui si fermò. Era impacciato, la mano era appoggiata ma in realtà era come se avesse paura a stringere la presa; intanto il mio respiro si appesantiva presagendo quello che sarebbe accaduto. Scacciai le sue titubanze afferrandolo dal collo e avvicinandolo alla mia bocca. In quel momento strinse la presa sul seno ed io infilai le mani dentro i  suoi ricci. Mi lasciò la bocca e si concentrò sul seno, scansando leggermente il reggiseno per scoprire un altro minuscolo centimetro di pelle. Io scesi con le mani fino alla fine della sua schiena e infilai, timida, le dita sotto la cintura del jeans. Lo vidi sollevarsi ed iniziare a sbottonarseli. 

In quel momento il suo telefono prese a squillare.  

"Ma chi ti chiama a quest'ora?"dissi sobbalzando.

"E' strano infatti..."rispose bloccandosi come una statua.

"Deve essere importante...è... è tardi...!!!"

Tirò fuori il telefono dalla tasca e leggemmo sullo schermo il nome di Matteo. Ci guardammo increduli per un secondo, poi Giulio si incupì, sembrava preoccupato e rispose subito:

"Matteo?che succede?"

Vidi Giulio rimanere muto. Io da fuori non riuscivo a capire quello che diceva. Sembrava solo concitato e lo sentii gridare o piangere o entrambe le cose e Giulio rispose solo:

"Sto arrivando... stai tranquillo...stai calmo ok... arrivo!"


Ps E quando Claudia si decide succede qualcosa che interrompe la magia...

spero che la scena semi- hot vi sia piaciuta...

Ma soprattutto ...cosa sarà successo???




Vivi e Ama ©  #Wattys2019.Where stories live. Discover now