Capitolo 7 Parte 2

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Matteo era stato talmente prevedibile; quel posto era proprio come lo immaginavo, le luci basse, le poltroncine in velluto, la gente impettita e tirata. Mi sentii fuori luogo non appena entrammo. Lui nonostante avesse cercato di rendersi meno presentabile, era perfettamente a suo agio. Il giovane al desk dell'ingresso, lo riconobbe subito ma lo guardò scioccato da capo a piedi, penso non l'avesse mai visto così 'trasandato'; poi fissò me per pochi secondi per poi ignorarmi quasi schifato e disse a Matteo:

"dottor Sirmioni, il suo solito tavolo é pronto"

" grazie Luca ".

Senza tacchi non ero molto alta, arrivavo a stento al metro e 65, Matteo era alto e con le sue spalle larghe lo sembrava ancora di più, ma quando giungemmo nella sala forse desiderai essere molto più piccola. Avevo fatto tutto ciò, per mettere Matteo a disagio; ma lui nonostante fosse l'unico senza giacca,con le maniche e i pantaloni sollevati, non batté ciglio e passò tra la gente noncurante degli sguardi fino a che arrivammo su un balconcino da cui splendeva una Milano illuminata.

"Bello vero?è questo il motivo per cui è diventato il mio posto".

Ero rapita, non pensavo che Milano potesse essere tanto bella. Ad un tratto mi ripresi e pensai che questa battaglia l'avevo persa, aveva vinto lui, spiazzandomi ancora, ma potevo ancora vincere la guerra; avrei elaborato una nuova tattica con più calma.

" Immagino quante ne avrai portate qui su"

"vuoi la verità? "

" sì, sempre che tu sia veramente sincero"

" Non mento mai, non ci riesco, e comunque due"

"le tue due storie importanti?"

"Beh...se così vuoi chiamarle...mia madre e te adesso".

Lo guardai fissa. Avrei dovuto essere certa che mentisse ma non lo ero. Odiavo il modo in cui trovava la risposta giusta al momento giusto...sembrava essere stato addestrato a questo. Ero stanca di combattere, almeno quella sera; mi sedetti sulla poltroncina e decisi di godermi la cena.

MATTEO POV  

La guardavo sorseggiare il suo calice ed ero incantato. Più la osservavo con il suo chiodo nero e le sue scarpe borchiate e più pensavo che non era affatto il mio tipo di donna; ma ero incantato. Mi aveva stregato il fatto che, avesse cercato in tutti i modi di rendermi la vita difficile e fare di questa serata un disastro, ed io non ci ero abituato, soprattutto con le donne, avevo sempre avuto tutto senza faticare troppo. La guardavo mangiare e mangiava con gusto, senza le smorfie che spesso vedevo sul viso delle altre; mi resi conto, in quel momento, che questo posto era stato troppo per chiunque ma stasera nonostante non avesse l' abbigliamento adatto, era perfetto per lei.

"Sto mangiando troppo, vero?"

"No, no, anzi, sono contento che ti piaccia, dato che, non appena ti ho visto stasera, ho pensato che qui ti avrebbe fatto schifo" le risposi sorridendo.

"E' che mi guardavi in uno strano modo...e comunque hai detto tu che sono complicata perciò se proprio vuoi saperlo questo posto mi piace e il cibo lo adoro!" ed esplose in una risata.

Quella risata era una delle cose più belle che avessi mai visto. E non avevo mai fatto caso ad un sorriso prima d' ora.

"E a tua madre è paciuto questo posto?"

Quella domanda mi trovò spiazzato...non avevo mai parlato di mia madre, con nessuno, tanto meno con una donna. Mi guardava con aria interrogativa e le dissi:

"Moltissimo, è rimasta immobile a godersi il panorama; ma purtroppo non ci siamo più tornati..."la vidi intristirsi e abbassare lo sguardo, aveva capito che il discorso non sarebbe stato dei più allegri ma continuai "E' venuta a mancare due anni fa all' improvviso, avevamo ripreso il rapporto da poco e il tempo non è bastato. Ho sofferto molto ma per Giulio è stato diecimila volte peggio. Erano legatissimi". La vidi deglutire posando lo sguardo sul piatto.

"Mi dispiace...se vuoi cambiamo discorso..."

"No, mi fa piacere parlartene" e ripresi il racconto dall' inizio, da prima che i miei si separassero.

In macchina mi resi conto che io ero stato l'unico a raccontare e le dissi "Alla prossima cena tocca a te raccontarmi della tua famiglia". Lei, rimasta muta fino ad allora, mi guardò e sorrise. Giunsi sotto casa sua. "E' stato un piacere per me passare questa serata in tua compagnia"la fissai pensando che se l'avessi baciata avrei rovinato tutto, nonostante morissi dalla voglia di farlo.

"Sono stata molto bene anch'io... e anch' io non riesco a mentire" abbozzò un sorriso "Grazie" e scese dal suv.

La guardai arrivare al portone, i miei occhi scesero sul suo fondoschiena tondo e mediterraneo, sarei sceso in quell' istante dall' auto per prenderla e farla mia ma volevo piacerle e quello non sarebbe stato il modo giusto.

Aveva ragione Giulio, non era come le altre.

Vivi e Ama ©  #Wattys2019.Where stories live. Discover now