Capitolo 15 - GIORNO 1 -

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La giornata alla Sirmioni e Associati era passata senza che accadesse nulla di eclatante. Non avevo sentito nessuno dei due ma mi sentivo comunque su di giri. Avevo avuto la conferma di quanto tenessero a me e questo mi esaltava. E mi esaltava ancora di più il pensiero di cosa mi aspettasse in queste due settimane con loro.

Giulio. Matteo...

Matteo. Giulio...

Pensavo a tutto ciò che era successo in quei pochi giorni e il tempo sembrava dilatato; quando ricevetti un messaggio "Passo da te alle 20,30".

(....)

Lo stavo aspettando; mentre mi mettevo il mascara, pensavo a cosa avremmo fatto oggi e cosa sarebbe stato di tutta la settimana. Infilai le scarpe e sentii il suono del citofono.

"Scendo"

Presi la giacca e la borsa e scesi le scale. Era davanti al portone e si mordicchiava le labbra. Sembrava nervoso, gli feci una smorfia attraverso il vetro e lui allargò un sorriso. Il suo sorriso.

--- La monetina era finita a terra con la testa in bella mostra. Giulio aveva soffocato un sì e Matteo aveva solo detto "ok, mi toccherà aspettare". Io non avevo commentato ma avevo puntualizzato: "A lavoro sarà tutto come sempre, tranne per il fatto che in questa settimana che è quella di Giulio, tu, Matteo dovresti cercare di non vedermi". Mi guardò infastidito e rispose che non ci sarebbe stato nessun problema perchè probabilmente sarebbe stato fuori città per alcuni appuntamenti di lavoro. ---

"Ciao splendore" mi disse abbassandosi per sfiorare le mie labbra con le sue.

"Ciao Giulio. Vedo che sei venuto con il tuo cavallo a motore" ridacchiai.

"Sì... so che non ti piace ma il tempo è bello e dovevo assolutamente venire in moto, poi capirai il perchè. Sei pronta per il nostro primo giorno?"

"Sì, assolutamente" e tesi la mano per prendere il casco. Salii sulla moto con molta più scioltezza della prima volta e mi ritrovai ad abbracciarlo. Strinsi forte le braccia intorno alla sua vita e appoggiai la faccia sulle sua schiena. Sentii il suo calore sbattermi contro e riprovai le stesse sensazioni di quando era successo la prima volta. Mi sentivo al sicuro e tenni gli occhi chiusi mentre attraversavamo la città.

Quando la moto si fermò riconobbi subito l'insulsa pizzeria in cui eravamo andati la prima volta dopo che mi aveva accompagnato da Luisa in ospedale.

"Siamo di nuovo qui?!"dissi scendendo dalla moto.

"Sì, voglio riprendere da dove abbiamo iniziato" rispose inchiodandomi con i suoi occhi scuri.

Sorrisi e mi tolsi il casco.

Il primo argomento che affrontò fu la sera della festa. Iniziò a scusarsi per essere stato tanto spudorato a causa dell' alcool, poi proseguimmo a parlare fitto fitto mentre assaporavamo le nostre pizze.

"Ero certo che sarebbe uscito croce e che lui sarebbe stato il primo, come sempre" disse ad un certo punto.

"Sembri sempre intimorito da tuo fratello, è come se ti sentissi inferiore a lui" risposi seria.

"Non dovrei?!Quando eravamo bambini è sempre stato meglio di me, mio padre non mancava un'occasione per farmelo notare...Lui è il prescelto... lo ha scelto, sempre e comunque" incalzò stizzito.

"So come sono andate le cose, Matteo mi ha raccontato della vostra famiglia..."dissi piano e lo vidi passarsi la mano nei ricci, nervosamente.

"Non ce l' ho con lui, credimi; anzi, dopo la morte di mamma è stato l'unica persona su cui ho potuto contare. E' sempre protettivo, ed ha un grande cuore..." si interuppe di botto "comunque non dovrei tessere le sue lodi davanti a te, sono un cretino" e scoppiò a ridere.

"Sei spontaneo, sei tu, e nonostante stessi tessendo le lodi di tuo fratello, io sono colpita dalla tua sincerità" gli dissi sorridendo. Lui si illuminò e mi prese la mano per sfiorarla con le labbra.

"Trovi sempre le parole giuste...ma come fai? Io trovo sempre quelle sbagliate e faccio un sacco di casini". disse baciandomi ancora la mano.

Adoravo il suo modo di essere così timido e insicuro, la sua tenerezza, la sua dolcezza. In quel momento maledissi quella pizzeria e il suo tavolino che ci costringeva a stare di fronte, avrei voluto solo accoccolarmi a lui.

"Dove andremo usciti di qua?"domandai curiosa.

"E' una sorpresa quindi sbrigati a finire la pizza!"rispose divertito.

Mi sbrigai e in un lampo rimontammo sulla moto sfrecciando per Milano. Quando si fermò di nuovo, mi disse con un filo di voce "Vorrei che non scendessi mai...non sai quanto mi piace averti addosso".

Arrossii ma lui non potè vederlo "Non si sta affatto male, in effetti" gli dissi. Era veramente una sensazione bellissima; poi notai che invece mi stava guardando dallo specchietto.

"Sei pronta per la sorpresa? Siamo arrivati."

Scendemmo davanti ad una bakery e il mio sguardo si illuminò. "Il tortino!"gridai.

"Esatto! Questa volta però lo mangiamo insieme!" disse soddisfatto.

Ci sedemmo su un divanetto chiaro e poco dopo la cameriera ci portò il tortino. Uno, con un solo cucchiaino.

"Ho ordinato quando ti ho detto che stavo andando in bagno e ho chiesto esplicitamente un solo cucchiaino" disse sorridente e affondò il cucchiaino arrivando alla crema di lampone. "A te il primo assaggio" e mi imboccò.

"Molto volentieri". Lo assoporai con goduria, era meglio della prima volta, come tutta la serata del resto. "Ora tocca a te" e feci per prendere il cucchiaino dalla sua mano ma mi bloccò e sentii solo queste parole:

"no, lo voglio assaggiare così" e prese a mordicchiarmi il labbro superiore e poi piano insinuò la lingua cercando di assaggiare il sapore del tortino che avevo appena mangiato. Sentivo la sua mano calda sulla guancia mentre le nostre lingue danzavano e non mi trattenni dal mettere le mie intorno al suo collo e farle salire su nei suoi morbidi ricci scuri. Nonostante fosse un bacio passionale, rimaneva estremamente dolce, così tanto, da farmi perdere un battito per l' emozione. Quando si staccò gli dissi:

"Beh? Era buono?"

"Era strepitoso! E non solo il tortino!" facendomi l' occhiolino.

Scoppiamo a ridere all'unisono, poi finimmo il tortino accompagnandolo a tanti piccoli baci.

"E' veramente ora che ti porti a casa, se domani vogliamo presentarci a lavoro" disse ad un tratto sbuffando.

Annuii e poco dopo mi trovai sotto casa mia a porgergli il casco. Mi guardò con fermezza e disse:

"So che ho a disposizione una sola settimana ma voglio fare le cose con calma... non sarei io altrimenti"

"Lo apprezzo" e mi avvicinai a lui per dargli il bacio della buonanotte "Notte Giulio"

"Notte splendore, lo sai che passerò la notte a sognarti?!"Sorrisi e lui mi rubò un altro bacio prima di mettere in moto. "Vai ora, altrimenti facciamo mattina"

Lo salutai con la mano e corsi verso il portone. Aspettò che entrassi e partì in velocità.

Anche io avrei fatto le cose con calma... ma se avesse voluto salire non sarei riuscita a dirgli di no. Era stato semplicemente perfetto.




Vivi e Ama ©  #Wattys2019.Where stories live. Discover now