Capitolo 14 - TRE - Parte 1

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Restai un secondo immobile, di spalle alla porta. Mi vidi riflessa nell'enorme specchio di fronte. 

Ero io? In intimo e sottoveste chiusa nel bagno della camera in cui avevo lasciato due uomini mezzi nudi che aspettavano solo me? Aprii il rubinetto e mi bagnai le mani e i polsi, poi il collo e il viso. Una goccia di acqua fredda scivolò sulla schiena e mi diede un brivido che aquietò i miei spiriti bollenti. 

No. Non ero la ragazza brilla che avrebbe avuto un menage a trois con quei due, per di più fratelli, tra i quali non riusciva a scegliere. 

Ma fino a quel momento ero stata incapace di fermarli. I loro occhi, le loro mani e le loro bocche mi avevano trasportato in una dimensione parallela, nella quale il mio corpo e la mia mente non rispondevano e rimanevano in balia loro. 

Un secondo dopo, vidi sulla mia destra, di fianco alla vasca idromassaggio, una porta finestra.  Era stretta ma in un attimo fui fuori nel giardino. Girai intorno alla casa e riconobbi la porta finestra della cucina. Era ancora aperta. Entrai e illuminata dalle luci del giardino, arrivai all'ingresso. Per terra c'erano i miei tacchi e le loro camicie.

 <merda ! Il vestito è rimasto in camera!> non volevo tornare di là, al momento volevo solo scappare. Silenziosamente infilai la camicia chiara sopra e quella scura da sotto e la legai con le maniche a mo' di gonna. Piano presi le scarpe, il cappotto e la borsa , e uscii di nuovo dalla cucina. Arrivai al cancello e chiamai un taxi. Non appena diedi l'indirizzo al taxista, mi rilassai sul sedile, presi il telefono e mandai lo stesso messaggio ad entrambi.

'Sono andata via... sono scappata via perché non era il modo giusto. Domani dobbiamo parlare.'

Ripensavo a quei frangenti, non potevo negare il piacere che avevo provato nel sentire il loro desiderio; chiunque al posto mio avrebbe goduto di tanta lussuria. La loro mente era annebbiata e probabilmente anche la mia; se fossi tornata in camera, anche se avessi avuto il sesso migliore del mondo, l'indomani mattina me ne sarei pentita; sarebbe stato solo sesso, sesso per metà dovuto all'alcool, sesso a tre; e non lo volevo. Ero fermamente convinta della mia scelta anche se ero scappata come una ladra.

Volevo l' amore, l' amore vero, e non l'avrei trovato finendoci a letto ora.

GIULIO POV

Era bella, bellissima. Più si avvicinava a noi e più il fiato mi veniva a mancare. Ondeggiava con grazia sui tacchi alti, il sorriso che illuminava la stanza. Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. E per Matteo era lo stesso, era inevitabile, pensavo che entrambi avremmo voluto essere quel vestito che la fasciava.

Lo stomaco mi si chiuse, averla così vicino e non poterla sfiorare perché dall'altro lato c'era mio fratello mi faceva uscire di testa,  poi  quando ad un certo punto li persi di vista pensai di impazzire. Continuai a bere.

Quando la festa finì, ero ubriaco, di solito non bevevo molto e quella sera ero pure a stomaco vuoto. Quando lei apparve all'ingresso nella poca luce delle candele mi sembrò talmente sexy da non riuscire a capire nulla, la desideravo e basta. Mi avvicinai a lei per sussurrarle quanto fosse bella e il suo profumo mi inebriò e non riuscii a trattenermi, le iniziai a baciare il collo e l'orecchio.  Lei chiuse gli occhi e reclinò la testa e io continuai. Quando notai che Matteo aveva preso a baciarla dall'altro  lato, come invasato, mi tolsi in fretta e furia la camicia. Lei fissò il mio tatuaggio e iniziò a tempestarlo di baci e quando mi ripresi, anche Matteo era senza camicia e la stava conducendo nel corridoio. La tenni per il fianco e li seguii. La volevo a tutti i costi. Alla mia mente annebbiata non importava la presenza di Matteo. Anzi, quando lo vidi abbassare le spalline del vestito contribuii a toglierlo. Non vedevo altro che il suo corpo e la mia mano si muoveva da sola sulle sue curve, che al mio tocco sembravano sprigionare fuoco. Finché non disse che sarebbe tornata subito e si chiuse nel bagno di fronte. Guardai Matteo. 

"Lo stiamo facendo davvero? ...Insieme? "

"Solo se lei lo vuole" mi rispose fermamente.

Lei sembrava volerlo. Mi stesi pensando a quello che sarebbe stato ma crollai in un sonno profondo. 

MATTEO POV 

Avrebbero potuto esserci venti modelle, lei sarebbe comunque stata la più bella. La sua classe, il suo stile, era perfetta. Quel vestito che le esaltava le curve che avrei voluto assaggiare a morsi, i capelli da un lato che liberavano un lato del collo su cui danzava sexy un lungo orecchino. Era bella, vestita con jeans e chiodo; ma vestita così era da togliere il fiato. 

Per tutta la sera era stata capace di tenerci a bada. Giulio ed io non l'avevamo lasciata un secondo, sarebbe stato uno spreco. Così quando ebbi due minuti per stare da solo con lei ne approfittai subito, per dirle quello che sentivo e per baciarla. Avrei voluto che fossimo stati soli, non l'avrei lasciata andare. 

La festa era andata alla grande, come le altre che avevo organizzato del resto. Avevamo bevuto tutti e tre abbastanza , lei reggeva alla perfezione, io cercavo di starle dietro; il più alticcio di noi era sicuramente Giulio, non era abituato a bere. Me ne accorsi quando si buttò su di lei non appena fummo soli. Rimasi bloccato per pochi secondi, non mi aspettavo che lui prendesse l'iniziativa, ed io non ero uno che restava a guardare quindi iniziai a fare la mia parte. Nessuno cercò di fermare quello che stava succedendo. Devo ammettere che pur non essendo nuovo alle cose a tre, con mio fratello dall'altra parte diventava complicato. Cercai di fare finta di nulla e mi concentrai solo su di lei. Quando Giulio fece scivolare il vestito,  io rimasi senza parole. Vidi il pizzo dell'autoreggente sbucare dalla sottoveste nera che la fasciava ed ebbi un fremito. Feci scorrere la mano dalla coscia fino al sedere delicatamente e trattenni la mia foga. Quando lei ci fermò e si diresse in bagno vidi Giulio fissarmi. Era incredulo che stesse succedendo davvero in quel modo. Lo ero anch'io ma non lo diedi a vedere. Sarebbe successo solo se lo avesse voluto lei. Giulio si stese e si addormentò all'istante. Io aspettai che uscisse per riprendere da quel momento dal quale non saremmo più tornati indietro . Passarono 10 minuti. Niente. Mi alzai e bussai. Niente. Aprii la porta e non c'era. Era scappata, letteralmente. Andai a recuperare il telefono e mi accorsi che all'ingresso non c'erano le sue scarpe e le nostre camicie. Aprii il messaggio che lampeggiava.

'Sono andata via... sono scappata via perché non era il modo giusto. Domani dobbiamo parlare.'

Era lei. Era la parte di lei che adoravo. Quando pensavo di sapere come sarebbe andata a finire lei cambiava le carte in tavola. Sbuffai sorridendo. Chiusi il cancello e le finestre e tornai in camera. Giulio respirava pesantemente. Sul parquet c'era il suo vestito. Lo presi e il suo profumo mi avvolse. Aveva ragione, non sarebbe stato il modo giusto. Era lei e la nostra prima volta sarebbe dovuta essere solo nostra, non volevo dividerla con nessuno, tanto meno con Giulio, che se fosse stato cosciente avrebbe pensato lo stesso. Presi il telefono e scrissi:

'Hai ragione, avevamo le menti un po' offuscate e ci siamo lasciati prendere. E comunque hai lasciato qui il tuo vestito...'

La risposta non tardò ad arrivare: ' Lo so...indosso le vostre camicie!'

L'idea di lei con indosso la mia camicia mi fece eccitare ma avevo bisogno di dormire. Mi stesi e chiusi gli occhi sognando di lei.


Vivi e Ama ©  #Wattys2019.Where stories live. Discover now