Capitolo 27 - GIORNO 2 -

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Avevo indossato una sua tuta, identica a quella che indossava lui, e ci eravamo stesi vicini; subito dopo mi si era avvinghiato e mi aveva detto "Non dire nulla, lascia che stia così, il tuo odore mi calma" poi era crollato. Ero sveglia da qualche minuto e lo guardavo: i lineamenti delicati, la pelle chiara, la barba di tre giorni. Sembrava così tranquillo, diverso dal Matteo che aveva tentato di suicidarsi il giorno prima e che mi aveva spaventato a morte. Era già sceso all'inferno, oltre non sarebbe potuto andare, lo aspettava solo la risalita.

Cercai di muovermi più piano possibile per non svegliarlo, ma non ci riuscii.

"Dove vai?Non te ne andare..." disse con la voce impastata dal sonno.

"Non posso nemmeno usufruire del bagno?"gli dissi ridendo.

"Beh, se la natura chiama, ti do il permesso" e allentò la presa.

Quando uscii dal bagno, non era più a letto, attraversai il corridoio e arrivai in cucina. Era di spalle e armeggiarva con la macchina del caffè.  Gli strinsi le braccia in vita e poggiai la testa sulla sua schiena, ero sicura che avesse bisogno di un abbraccio. Lo sentii irrigidirsi per un secondo per poi rilassarsi e appoggiare le braccia sulle mie. 

"Buongiorno" disse voltando la testa cercando di guardarmi. 

"Come ti senti?" gli chiesi

"Un po' meglio rispetto a ieri..."

"Serve tempo...piccoli passi" lo tranquillizzai.

"Insieme" rispose prendendo la mia mano e tirandomi davanti a lui.

"Cosa ne hai fatto del Matteo spocchioso che incontrai la prima volta in ascensore?"

Sorrise divertito "Che c'è? Ti manca?"

"Mi mancava il suo sorriso" ammisi io. Mi inchiodò con quegli occhi che dopo essere stati spenti e grigi stavano riprendendo il loro verde naturale e rispose:

"Sorriderò solo per te" facendomi un occhiolino. Intanto il caffè era pronto, mentre lo stavamo bevendo dissi:

"La lettera che mi hai dato è di Alessio, vero?" Annuì. "Non vuoi leggerla?"

"Immagino cosa possa aver scritto...ma...vuoi leggermela?"

"Io???" 

"Sì, se vuoi, se ti va...mi farebbe piacere che me la leggessi tu"

Mi alzai e la andai a prendere nella mia borsa. Gliela diedi, lui la aprì con le mani tremolanti e me la porse. Io feci un grosso respiro e lessi:

'Ciao fratello, se stai leggendo questa lettera è perché io non sono più al tuo fianco. Mi ricordo ancora quel giorno in cui mi hai parlato per la prima volta. Eravamo in prima media e mi hai detto "non è troppo pesante per te quello zaino? Sei così magro!" Io risposi acidamente dato che tu non sembravi essere tanto più forzuto "uno magro non vuol dire che non abbia forza!" Tu scoppiasti a ridere e rispondesti "ci sfideremo a braccio di ferro allora!" ...Quante ne abbiamo passate da quel giorno, tu mi hai sempre protetto e spronato a scegliere ciò che veramente volevo, come quella volta che mio padre insisteva che prendessi medicina per seguire le sue orme e tu mi dicesti "È la scelta della tua vita! Riusciresti a fare per sempre un lavoro che non ami?" E così mi buttai sull'informatica, la mia vera grande passione. Insomma, non c'è molto tempo, per cui non voglio dilungarmi ma solo dirti un altro paio di cose che già saprai. Grazie, per quello che sei stato per me e che hai fatto per me, specialmente in  questi mesi così pesanti, fai sempre il duro ma hai un cuore grande e buono, che dovresti mostrare più spesso; tieni la testa a posto, fallo per me, perché da dove sarò non farò in tempo a venirti a bloccare prima che tu faccia qualche cazzata; e soprattutto, LEI, non fartela scappare, non fare il coglione, lo sai tu e lo so io che è quella giusta, quindi dille che l'ami "È la scelta della tua vita!" Ti voglio bene fratello e te ne vorrò sempre...non sai quanto mi mancherà non picchiarti ogni tanto. Sarò sempre con te. Ale'

Avevo letto la lettera con la voce rotta dall'emozione e cercando di trattenere le lacrime che al contrario, Matteo non riuscì a fare. Ad ogni punto della lettera l'avevo guardato di sottecchi e l'avevo visto in preda alla disperazione, poi sorridere, poi ancora piangere, poi nascondere il viso tra le mani, poi incrociare il mio sguardo e poi chiudersi completamente su sé stesso. 

"Mi dispiace" dissi piano.

"Lo so" rispose sospirando pesantemente poi dopo qualche secondi disse "Vieni qui"

Io mi sedetti sulle sue gambe e lui mi strinse e affossò la testa nella mia spalla. Restò così alcuni minuti poi la sollevò e disse "Grazie..." mi guardò negli occhi e continuò "La Lei della lettera sei tu. Ha ragione lui, ha sempre avuto ragione...sei Tu... e io credo di amarti".

Credo che il mio cuore si fermò in quell' istante, mi mancò il respiro, rimasi pietrificata. Da quando ero qui, non c'era stato alcun contatto fisico tra noi, a parte qualche carezza e qualche abbraccio; lui alzò la mano e la passò piano sulla mia guancia poi con il pollice avvicinò il mio mento al suo "l'hai capito che ti amo?!" sussurrò e mi sorrise spiazzandomi.

Il cuore stava per esplodermi e sembrava mi avessero tolto la parola, poggiai delicata la mia bocca alla sua e lo sentii stringermi più forte. Gli baciai piano le labbra, prendendogli il viso tra le mani, lui si lasciò baciare lentamente, senza irrompere con la sua passione travolgente che ben conoscevo. Subito dopo mi staccai e poggiai la fronte contro la sua "E' la nostra settimana questa?"

"Credo sia iniziata ieri, in realtà"

"Hai ragione" mi sollevai un po' e dissi "allora? cosa hai in mente?"

"Beh, in verità ancora nulla...andiamo a fare una passeggiata a Parco Sempione?"

"Sono contenta che tu voglia uscire!ci sto!"ma mentre stavo per alzarmi mi trattenne e disse:

"Ho adorato il tuo bacio...dammene un altro"

Gli stampai un bacio velocissimo e risposi "No caro mio, gli altri devi conquistarteli!"alzandomi di scatto. Lo vidi sorridere e sparii dalla cucina.

La lettera di Alessio aveva acquietato la sua anima, Matteo sembrava stare meglio.  Passamo la mattinata e il pomeriggio in giro, l'aria fresca e il sole gli fecero bene, tanto che ritrovai le pagliuzze ambrate dei suoi occhi. Mi parlò di Alessio, mi raccontò ricordi e aneddoti, ci tenemmo la mano e ci demmo candidi baci per tutto il tempo.

"Domani devo lavorare" dissi quando si era fatto buio.

"Potresti prendere un giorno di ferie...conosco il capo" rispose sorridendo.

"Non accetto favoritismi, dovresti saperlo ormai!!!"

"Come no!!!Ricordo ancora la tua risposta al mio invito a cena!" e scoppiò a ridere.

"Scemo! Allora? Mi accompagni a casa?"

"Sei sicura di volermi lasciare da solo?"

"Mi stai facendo terrorismo psicologico?!"

"No, dai...voglio solo dormire con te" disse alzando le mani.

"Lasciami andare stasera, la mia amica Luisa è tornata a casa ed io l' ho praticamente abbandonata...domani sera mi porto il pigiama, promesso!"

"Accetto solo se dormi con un babydoll sexy!"

Gli diedi una pacca sul braccio e lo canzonai "Ora ti riconosco Matteo Sirmioni!"

Mi accompagnò all'androne e disse: "Questo posto mi ricorda il nostro primo bacio..."

"E chi se lo scorda...mi hai preso a tradimento!"

E di nuovo si fiondò su di me e mi baciò con la sua intensità e la sua veemenza che mi travolsero e mi stordirono e che mi fecero capire che era tornato in sè.

"Buonanotte...sappi che sarà l'ultima sera che passi lontano da me" e se ne andò velocemente.


Ps vi è piaciuto questo capitolo?

Matteo con la sua solita irruenza confida quasi subito a Claudia di amarla...io sono super partes ma devo ammettere che l' ho trovato dolcissimo!

La settimana di Matteo è iniziata!che succederà!?



Vivi e Ama ©  #Wattys2019.Onde histórias criam vida. Descubra agora