Capitolo 20 - GIORNO 5 -

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Era notte fonda quando varcammo l'ingresso di casa sua. C'era un divano marrone di fronte ad una parete a mensole di metallo, con al centro, una grossa tv e dietro di essa si intravedeva un tavolo con sedie stile industriale e una cucina scura.
Accese due piantane dalla luce soffusa e disse:

"Questa è la mia dimora, certo non è regale come quella di Ma..." ma si interruppe subito ed io lo guardai con lo sguardo assassino dicendo:

" Ti vorrei sottolineare che sei sempre tu che lo nomini..."

"Hai ragione...è più forte di me "

"Comunque Giulio. ...dato che hai cacciato l'argomento...ieri mattina mi sono sentita come l'ultima volta che abbiamo discusso... impotente... tu non mi dai la possibilità di parlare, di confrontarci...ho bisogno di una persona sicura di sé e di quello che sente per me, tanto da poter lottare; e che non scappi alla prima cosa che non va come vorrebbe"

Lui mi guardò sconcertato e poi riempì la cassa toracica come a prendere coraggio e disse:

"...hai ragione, mi sono reso conto di aver sbagliato per l' ennesima volta, facendo lo stesso identico errore...è che, quando ci sei di mezzo tu, io perdo la testa, non so come riuscirò ad affrontare questa settimana che passerai......lontana da me"

"Se davvero tieni a me, non devi scappare, non andiamo da nessuna parte così..."

"Lo so...mi impegnerò...te lo prometto" e mi tirò a lui e mi diede un bacio timido.

"Sai che c'è, certe volte mi sento come la principessa del regno, che vede i cavalieri combattere per aggiudicarsi il suo amore, ma uno dei due cade continuamente da cavallo perchè perde l'equilibrio..."

"Ho capito l' antifona...ora rilassiamoci un po'..." e si sedette sul divano e mi fece segno di sedermi al suo fianco. Mi cinse la vita con un braccio e mi strinse contro il suo corpo.

"Voglio stare con te, Claudia, lo voglio davvero, ti voglio....tanto" bisbigliò, bagnandosi le labbra e con gli occhi accesi di una strana luce.

Io deglutii, il suo corpo era così attaccato al mio, da poter sentire il battito del suo cuore; la mano che mi poggiava sul fianco si insinuò sotto la maglietta poggiandosi sulla pelle nuda ed io avvertii un tremore; i suoi segnali erano chiari ma io...cosa volevo?

Continuava a fissarmi con i suoi occhi ardenti ed io non riuscivo a dire nulla, sembrava avessi perso la parola. Lui con l' altra mano scostò i miei capelli da un lato e si intrufolò con la bocca nell' incavo del mio collo, lo accarezzò prima con piccoli baci poi con tocchi leggeri della lingua. Io rimasi immobile; mentre stavamo venendo qui, ero consapevole che a casa sua sarebbe successo qualcosa, e credevo di volerlo anch'io, ma adesso, invece, riuscivo a pensare solo a quelle prese di posizione stupide che aveva avuto nei miei confronti e non riuscivo a sciogliermi. Lui ad un tratto si staccò e mi guardò corrucciato:

"Stai bene?"

"Sì, è che..."

"Non te la senti...?" fece, senza girarci intorno.

"No...scusa..." e tagliai corto.

Era evidente che fosse confuso e rammaricato, mollò la presa e si alzò dal divano, poi mi tese la mano dicendo:

"Andiamo di là, ti do qualcosa per dormire..."

Gli sorrisi e mi alzai; dopo un piccolo disimpegno, entrammo nella sua camera. C' era un grande letto in legno, un armadio, un baule e una poltrona ocra. Lo vidi rovistare nell' armadio, tirò fuori un pigiama evidentemente enorme.

"Una maglietta andrà benissimo, mi infilo sotto le coperte poi" dissi io.

Prese una maglietta scura e me la diede "Il bagno è quella porta alla tua destra" ed uscì dalla camera.

Sicuramente ci era rimasto male, ma non ero pronta, se lo fossi stata l' avrei capito; di certo, la discussione di ieri mattina mi aveva confuso. Mi sentivo la testa pesante e avevo bisogno di dormire, andai in bagno, mi rinfrescai, mi lavai la faccia per togliere un minimo il trucco e indossai la sua maglietta che mi arrivava a metà coscia. Quando uscii, lui era già a letto:

"E' assurdo...stai bene anche con la mia maglietta che ti copre tutte le forme..."

Gli feci una smorfia e mi infilai al suo fianco sotto le coperte. Lui passo un braccio sotto il mio collo e mi strinse:

"Buonanotte splendore"

"Buonanotte Giulio" e sprofondai nel sonno in un nano secondo.

(..............)

Sentii qualcuno schiarirsi la voce più volte, aprii lentamente gli occhi e scorsi Giulio, in maglietta e boxer, in piedi, in fondo al letto, con una vassoio in mano, che mi osservava divertito.

"Buongiorno splendore, finalmente! Non è mica male la vista da qui!"scoppiando a ridere.

Ed  io, da prona, mi sollevai un poco e notai che ero fuori dalle coperte e con la mia gamba sinistra piegata avevo sollevato la maglietta lasciando in bella mostra metà del mio sedere coperto solo dallo slip nero. Mi drizzai di botto.

"Giulio!"lo sgridai.

Rise sonoramente. "Non è colpa mia se sei bella"

Mi stropicciai gli occhi, bella era un parolone, conoscevo la mia faccia appena sveglia, avevo gli occhi gonfi e i capelli arruffati...ma di certo lui non si riferiva alla mia faccia...mi lasciai andare ad una risatina mentre lui appoggiò il vassoio sul letto.

"Ho fatto il caffè, ci sono anche dei biscotti, ma non ho altro, di solito faccio colazione fuori"

"Va benissimo" ed addentai un biscotto.

"Cosa fai di solito di domenica?"

"Di solito la casalinga disperata!" e risi.

"Però! e che altro?"

"Dolci! Come sai li amo e mi piace anche farli"

"beh...non è male l'idea di te nella mia cucina, vestita solo con la mia maglietta, che ti sporchi di farina..." e stropicciò l' occhio divertito.

"Frena la fantasia, Sirmioni!Sono bravissima e non mi imbratto con la farina!"

"Vedremo...intanto vestiti, così andiamo a fare la spesa e decidiamo che dolce preparare". Mi diede un bacio sulla guancia e andò verso il disimpegno.

Passamo il pomeriggio spensierati, cucinammo il nostro ciambellone al cioccolato, ridemmo, punzecchiandoci; ma con pochi contatti: qualche carezza, qualche abbraccio ed alcuni baci non troppo focosi, Giulio sembrava avesse paura di fare un passo, per non sentirsi di nuovo rifiutato. Io dal canto mio, mi avvicinai ma senza esagerare, non sapevo come comportarmi. Lo vidi scurirsi quando dopo cena, li chiesi se poteva portarmi a casa perchè il giorno dopo avremmo dovuto lavorare. Mi diede un bacio leggero quando scesi dalla moto e poi mi guardò sparire nell' androne.


Capitolo un po' in sordina...per Giulio le cose non sono andate come sperava...

E' stato un bene o un male?

Voi che avreste fatto al posto di Claudia?



Vivi e Ama ©  #Wattys2019.Where stories live. Discover now