Capitolo 9 - QUELLA SERA - Parte 1

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Non vedevo l'ora di arrivare a casa. Ero distrutta.

Durante la pausa pranzo avevo inviato un messaggio a Giulio: 'Capisco che tu sia rimasto male per aver saputo così della cena... ma era solo una cena, per cui non ho nulla di cui scusarmi, cosa che, invece, dovresti fare tu dopo avermi letteralmente cacciata'. Non aveva risposto. Forse il mio messaggio era stato un po' duro, in fondo ero comunque stata a cena con suo fratello. Sul tram del ritorno, allora, gliene avevo mandato un altro 'vorrei che mi rispondessi e soprattutto vorrei parlare di quello che è successo stamattina. Per favore'.

A casa mi spogliai praticamente nel corridoio e mi buttai sotto la doccia. Sentivo l' acqua calda scorrere sul mio corpo e pensavo al calore del corpo di Giulio e a come sarebbe potuta andare se Matteo non ci avesse interrotti. Sognavo ad occhi aperti le sue mani su di me e mi sembrava di impazzire. L' acqua si ghiacciò di botto <Maledetta caldaia> e ritornai in me, contrariata. Mi infilai un leggins scuro e una maglietta larga. Arrotolai i capelli mezzi umidi e andai a prepare la cena.

Il telefono fece un trillo <Finalmente si è deciso!> ma quando accesi lo schermo lessi:

'Matteo Sirmioni' 'Sono qui sotto'

Lessi più volte il messaggio. Non doveva essere lui!Perchè lui era qui!?? Infilai le vans, presi la giacca di pelle e le chiavi e scesi. Sembrava un déjà-vu, lui appoggiato al suv scuro. Quando mi vide mi sorrise divertito.

"Che ci fai qui?"chiesi con aria un po' scocciata.

"Ciao Matteo, come mai da queste parti?Mi fa piacere vederti!Era questa la frase giusta!"ribattè lui con un sorrisino.

"Ciao...scusa, è che non ti aspettavo"

"infatti è una sorpresa!!!stavo andando a cena e ho pensato di chiederti se volessi venire. Scegli tu il posto, va bene?"

"Grazie, ma non sono in vena, mi sono appena fatta una doccia e vorrei solo riposare...sono una pezza" risposi a mezza bocca incrociando le braccia. Dovevo essere orribile: struccata, con i capelli 'pinzati' e con il mio abbigliamento casalingo.

Il suo sguardo si turbò leggermente "Mi dispiace averti disturbato allora... e comunque sei un po' troppo, diciamo così, sportiva ma non sei male" mi disse cercando di strapparmi una risatina, che abbozzai.

"In ogni caso, grazie per l' invito" esitai un momento e pensai di chiedergli di Giulio ma desistetti e dissi solo "buona serata".

"Di niente. Buona notte".

Lo lasciai con un mezzo sorriso, mi strinsi nelle spalle e avanzai verso il portone. Lo varcai e feci due passi quando mi sentii afferrare il braccio. Mi  girai e vidi Matteo, indietreggiai fino a che fui bloccata dal muro dell'androne. Lo fissai sorpresa ma non feci in tempo a parlare.

"Scusa... ho dimenticato questo..."

Fu un lampo. Mi prese il viso con entrambe le mani e la sua bocca in un istante fu sulla mia, nella mia. La sua lingua si fece strada prepotente e io non riuscii a reagire, la mia lingua si fece trasportare. Le sue mani scesero piano sul collo ed ebbi un brivido, si infilarono sulle spalle sotto la giacca, poi leggere sorvolarono i seni e si fermarono sui fianchi stringendoli; tutto ciò mentre la sua bocca insisteva sapientemente nella mia. Afferrò più caparbio i fianchi e azzerò la distanza fra i nostri bacini e quando sentii il suo corpo spingermi maggiormente, mi ripresi; gli misi le mani sul petto e lo costrinsi a staccarsi.

Lo guardai interdetta, spaventata, compiaciuta, un tumulto di emozioni si agitavano dentro. Non dissi nulla e corsi su per le scale come una furia.

Aprii la porta e la richiusi alle mie spalle, lasciandomi scivolare a terra. Ero scombussolata. Sbarrai gli occhi e mi accucciai abbracciando le gambe piegate. Matteo mi aveva appena baciato. Mi aveva preso così tanto alla sprovvista, che ero rimasta immobile con le braccia a penzoloni. La sua sfrontatezza mi aveva fatto traballare. La sua voracità mi aveva scosso. In un solo secondo non mi ero resa conto di dove fossi e cosa stesse succedendo. Ero destabilizzata. Poggiai la testa sulle ginocchia e iniziai a pensare alla dolcezza di Giulio contrapposta all'avidità di Matteo. Nonostante fossero stati completamente diversi, l'uno non sovrastava l'altro, mi ero sentita viva allo stesso identico modo.

Mi stupii solo, quando fui consapevole che non ero soddisfatta, ne avrei voluto ancora.

Di entrambi.


Vivi e Ama ©  #Wattys2019.Where stories live. Discover now