Capitolo 13 Parte 2

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La festa era alle nove, a casa di Matteo. Ero quasi pronta. 

Avevo messo un tubino nero che Luisa mi aveva convinto a comprare qualche mese prima.

"Ti sta benissimo!sembra te l'abbiano cucito addosso" 

"è bello sì; ma non so se avrò mai occasione di metterlo!" 

"Compralo e vedi che l'occasione ci sarà". Come sempre aveva ragione. 

Quella festa era l'occasione e il tubino mi stava alla perfezione. Non ero filiforme ma formosa al punto giusto, una terza scarsa di seno, una vita stretta e i fianchi e il sedere pronunciati come la maggior parte delle donne mediterranee. Il tubino era fasciante ma non troppo, lo scollo quadrato esaltava il decollete e la lunghezza sotto il ginocchio slanciava la mia figura; poi lo spacco dietro era quel tocco sexy che non guastava. Le scarpe più alte del solito e degli orecchini lunghi completavano il tutto. Avevo pettinato i capelli da un lato con onde morbide, avevo messo un trucco scuro sugli occhi e un rossetto nude . Quando indossai il cappotto guardandomi allo specchio mi vidi bella. Mi ero sempre reputata una ragazza normale che passava inosservata ma quella sera non lo sarei stata.

Presi un taxi e diedi l'indirizzo. Si fermò in una zona residenziale davanti ad un alto cancello aperto. C'era un viale in pietra che attraversava un giardino grande al cui centro brillava una casa bianca con molte vetrate. Varcai il portone e mi accolse una ragazza.

"Benvenuta, il suo nome?" 

"Claudia Petrelli " 

 "prego può lasciare il cappotto a me ". 

Mi tolsi il cappotto e tenni in mano la clutch. Mi guardai intorno, c'era molta gente, che beveva, che ballava, non solo il gruppo di lavoro; il salone era enorme, pieno di candele; in fondo c'era un consolle con un dj che metteva musica lounge, di lato un bancone illuminato con un barman che faceva acrobazie; le vetrate aperte sul giardino mostravano alcune persone sedute sui divanetti all'esterno. Appoggiati al bancone del bar, che parlottavano, vidi Giulio e Matteo, solo lui avrebbe potuto organizzare una festa così, in così poco tempo. Era tutto spettacolare. Non mi avevano visto, mi diressi verso di loro. 

Sorridevano, Matteo con il suo Martini tra le dita, una camicia chiara leggermente aperta; Giulio con un cocktail di fianco e una camicia scura con le maniche arrotolate; la pelle chiara e i capelli corti uno, la pelle scura e i capelli ricci più lunghi l'altro, lo stesso strepitoso sorriso. Quando fui a poco più di un metro, mi videro. Mi guardarono negli occhi, Matteo posò il bicchiere e Giulio si sollevò dal bancone.

"Hey fratelli Sirmioni! "

"Ciao Claudia" dissero in contemporanea.

"Sei bellissima" si affrettò a dire Giulio.

"Non ti ho mai vista così, sei uno spettacolo" concluse Matteo.

Ero imbarazzata, non solo per i complimenti ma anche perché non sapevo chi guardare. Sentivo i loro occhi squadrarmi ed era come se non ci fosse nessun'altro.

"Cosa prendi da bere?" disse Giulio.

"Giusto!dobbiamo brindare! "Concluse Matteo.

"Un prosecco, grazie ". 

Fu il primo di tanti. Non avevo molta fame e mi riempii di finger food. Ero brilla. L'alcool lo reggevo bene, bevevo quanto gli altri ma al contrario loro, che finivano di testa nel water io restavo solo con un gran mal di testa, non perdevo mai il controllo.

Giulio e Matteo non mi lasciarono un secondo. Insieme mi mostrarono la casa, insieme facemmo un giro in giardino. Solo ad un certo punto che stavamo fuori, un ragazzo trattenne Giulio. Matteo non esitò un secondo, mi disse "vieni con me" e mi prese per mano tirandomi all'interno. Nel disimpegno semibuio, mi afferrò il viso tra le mani "mi sei mancata, non ho fatto altro che pensarti... muoio dalla voglia di stare con te" non ebbi il tempo di rispondere. La sua bocca si fiondò sulla mia. Mi baciò con desiderio. E io ricambiai.

"Vorrei che rimanessi qui" sussurrò staccandosi un attimo. Lo guardai, anche con quella poca luce, le pagliuzze ambrate nei suoi occhi verdi, brillavano. Ero sotto ipnosi quando il rumore di una porta mi distrasse. Lo presi per mano e lo riportai nel salone senza parlare. Poco dopo vidi Giulio e ci ricongiungemmo a lui.

La festa era stata un successo e la serata passò velocemente, la casa iniziò a svuotarsi. Io aspettai, mi avevano detto che mi avrebbero portato a casa. Presi il mio cappotto e mi sedetti sul divano. Dopo un po' andai in bagno per darmi una sistemata. Mi guardai nello specchio tondo del bagno ospiti. Il trucco aveva tenuto. Diedi una sistemata ai capelli e scesi dai tacchi per pochi secondi. Mi rilassai, nonostante la testa un po' pesante, mi sentivo bene.

Quando uscii dal bagno li vidi all'ingresso che mi aspettavano. Li raggiunsi. Giulio mi guardò intesamente poi mi venne incontro e si chinò poggiando le labbra sul mio orecchio sinistro, libero dai capelli. 

"Sei bellissima "disse con voce flebile e iniziò a tempestare di piccoli baci l'orecchio e il collo.

Socchiusi gli occhi per il piacere, quando sentii una mano sul fianco destro e un languido bacio sotto l'incavo dell'orecchio destro. Riconobbi il tocco di Matteo. 

Mi sentii venire meno, ero immobile tra due fuochi e forse eravamo tutti e tre particolarmente brilli o particolarmente presi, dato che nessuno osò dire qualcosa e cambiare la situazione. 

Giulio si staccò dal collo e quando aprii gli occhi per capirne il motivo vidi che stava togliendosi la camicia. Non appena vidi il tatuaggio, iniziai a baciarlo delicatamente e il mio cervello andò in pappa. Quando sentii avvolgermi più forte la vita, guardai Matteo che con uno sguardo penetrante si sbottonò la camicia facendola scivolare sul pavimento. Scesi dai tacchi mentre lui mi prese la mano e mi fece strada verso il corridoio, Giulio mi teneva per il fianco e mi seguiva. Arrivammo in camera.

Non pensavo. Non riuscivo a pensare. Vedevo solo loro due, a petto nudo, seduti ai piedi del letto che mi tenevano le mani e mi guardavano con il fuoco negli occhi, senza dire nulla.

 Mi tirarono avvicinandomi a loro, le loro mani libere iniziarono a muoversi sui fianchi e sul sedere. Ero cosciente ma ero come assente, anche quando Matteo fece scivolare le spalline e Giulio tirò giù il vestito lasciandomi in autoreggenti e sottoveste aderente non mi mossi. Li osservai entrambi, l'uno deglutii e l'altro si mordicchiò le labbra. Li osservai ancora. 

Ero lì seminuda, mezza brilla, davanti a loro nel mio stesso stato fisico e mentale. Ma lo volevo davvero? Volevo davvero fare una cosa a tre come diceva Luisa?

"Torno subito" dissi a voce bassa. Mi lasciarono le mani ed io mi allontanai e mi chiusi nel bagno in camera alle mie spalle.

Vivi e Ama ©  #Wattys2019.Where stories live. Discover now