4 Chloé

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«Oggi in piazza ti hanno visto in dolce compagnia, Adrien.»
Al loro tavolo arrivò anche Milen. Tenera ragazza, cugina di Chloé, era totalmente diversa da quest'ultima.
Tutti si voltarono verso Ivan, il ragazzo silenzioso e riservato, che aveva una cotta esagerata per la ragazza. Poi di nuovo le attenzioni tornarono al biondo.
Chloé, seduta su di lui, lo guardò male e con l'impazienza di sentire le sue scuse.
«Oh beh, sono quasi sempre in dolce compagnia.» Si giustificò mentre accarezzava lento il fianco della biondina su di lui. Sapeva come farla stare buona.
«Ah ma sta volta è diverso, non è vero?»
Maledisse Nathaniel. Chloé si irrigidì di nuovo.
«Perché diverso? Chi era? »  Chiese con voce squillante.
«Non lo sa.»  Scoppiò a ridere Nino facendo ridere tutto il tavolo, Adrien compreso. Era vero, diceva di amarla ma non sapeva chi fosse e quella mattina non le aveva chiesto nemmeno il nome.
«Sei proprio stronzo.»  Rise spintonando l'amico al suo fianco.
«Che significa che non lo sai?»  Chiese ancora la ragazza, sempre più infastidita.
«Non so il suo nome.»  Disse, prima di avvicinare le labbra al suo orecchio e sussurrarle un sensuale  «non l'ho mai ripetuto tra gli orgasmi, come il tuo, Chloé.»
La ragazza arrossì, anche per via della mano del biondo che ora le accarezzava la coscia da sopra il vestito bianco.
L'aveva calmata, di nuovo. Bevve soddisfatto altro vino.
« Arriva il pasticcio!»  Entrò raggiante Alix, un'altra ragazza che serviva ai tavoli. Anche con lei aveva fatto sesso, poi aveva capito che ci parlava meglio di come ci scopava ed erano diventati molto amici.

Tutti gioirono e si riempirono i piatti.
Risero e scherzarono, parlarono del prossimo colpo, felici di poter aiutare altre persone con tutti i soldi fatti quel pomeriggio.
Quel principe era stato una manna dal cielo.
Chloé aveva arrocciato del tabacco al ragazzo che, guardandola negli occhi, con la bocca glielo sfilò dalle dita, accarezzandole con le labbra. La bionda era invasa dai fremiti. Quel ragazzo la faceva sciogliere in una pozza di piacere, qualsiasi cosa facesse.
Si accese la sigaretta ed iniziò a fumare, guardandolo la ragazza pensò fosse bello e sensuale. Quelle labbra intorno al filtro le voleva su di sé, il prima possibile.
Tutti ridevano e scherzavano, lui aveva notato il modo in cui la bionda che aveva in braccio lo guardava, con lussuria e desiderio. Sorrise arrogante, poggiò il gomito al tavolo, ciccò in un piatto e, mentre faceva finta di studiarsi la sigaretta, con l'altra mano accarezzava l'interno coscia delle giovane, quando arrivò a toccarla nel mezzo fece più pressione, quell'abito era di intralcio. Chloé sussultò ma sorrise soddisfatta. Non riusciva a levargli gli occhi di dosso. La mascella dolcemente lineare, la sigaretta tra le labbra che veniva mossa per gioco con la punta della lingua, il naso preciso, gli occhi verdi e le ciglia lunghe. Quel ragazzo era perfetto. Lo vide prendere di nuovo in mano il tubicino di tabacco ormai consumato.
«Perché non ci cantate una canzone? » Disse scherzoso alle donne che gli stavano tenendo compagnia. Intensificò ancora di più i movimenti della mano. Alla ragazza scappò un un singulto di piacere. Lo vide sorridere soddisfatto.
« Quale canzone?» Chiese Mylène.
«Una qualsiasi. » Spense con decisione la sigaretta nel piatto vuoto.
Ci misero un po' a scegliere ma poi iniziarono a cantare.
Finì che tutti ubriachi accompagnarono le voci delle ragazze, tutti tranne Chloé che tratteneva i gemiti ormai.
Adrien sentì le dita di lei intrufolarsi tra i suoi capelli, sulla nuca, e tirarglieli piano. Sorrise anche nel constatare quanto si stesse concentrando per non far capire cosa stava accadendo sotto il tavolo, per calmare i movimenti involontari del bacino che andava contro la mano, pretendendo di più. Sapeva di essere stronzo, ma non si fermò nemmeno quando entrarono i genitori di lei con altro vino. Anzi, aveva guardato malizioso anche la madre ed aveva giurato di vederci invidia verso la figlia, nei suoi occhi, ma il ragazzo non avrebbe mai portato via una donna sposata, no poi se il marito si era dimostrato così gentile e ospitale con loro.
«Adrien...» Era una supplica, un gemito strozzato nel suo orecchio.
La ragazza non resisteva più.
«Andiamo, tesoro.» La fece alzare e la seguì in piedi, salutò veloce i suoi amici e si allontanò da lì con il braccio che cingeva la vita della sua conquista.
Arrivarono nella stanza della giovane e, una volta chiusa la porta alle spalle, iniziarono a baciarsi con foga. Si spogliarono velocemente.
Adrien la adagiò piano sul letto, le si sdraiò sopra iniziando a strusciarglisi addosso, la sentiva già gemere nelle sue orecchie, le dita tra i capelli e le gambe snelle ai lati del suo bacino. Scese baciandole tutto il corpo fino ad arrivare davanti alla sua intimità.
Teneva gli occhi chiusi e la sentiva solo godere mentre con la mano sulla testa lo premeva per avere più piacere. La fece venire e, sorridente, tornò a baciarle la bocca. Lo eccitava sapere che adesso lei sulle labbra aveva il suo stesso sapore. Sentì la sua mano afferrarlo, lo accarezzò per poco prima di lasciarsi penetrare.
L'amplesso era stato esauriente. Diverso da come era sempre con Lila, meno selvaggio ma pur sempre intenso. Infondo non era da tanto che aveva fatto perdere la verginità a Chloé, ma imparava in fretta.
L'aveva sdraiata, completamente nuda, al suo fianco, con le dita giocava con un suo capezzolo, stringendolo piano tra pollice e indice.
«Adrien...» Sospirò.
Sapeva quanto le piacesse.
« Dimmi, bellissima.» La guardò con la coda dell'occhio.
Era poggiata con la testa sulla sua spalla, il braccio di lui che dal collo le scendeva sul seno piccolo.
« Sai che se fai così...» Non riuscì a finire la frase perché lui strinse poco più forte recandogli ancora più piacere.
«Cosa?»  Sorrise.
«Sei uno stronzo.»  Disse divertita.
«Ma mi vuoi.» Sottolineò.
«Ti voglio.» Ammise.
Risero entrambi. A prescindere da ciò che si potesse pensare, Adrien in qualche modo era molto legato a Chloé, certo a volte poteva non sopportarla, quando si comportava da spocchiosa e irritante, ma quando stavano insieme riuscivano davvero a trovare una sintonia. E lo divertiva. Tirava fuori un lato di sé che al pubblico non mostrava, era solo per lui.
«Sai cosa penso?»
« Si lo so che sono fantastica.»  Scherzò cercando di non concentrarsi troppo su ciò che stava ancora facendo lui. Sembrava usarlo come passatempo.
« Quello senza dubbio alcuno, signorina. Ma credo tu possa ancora migliorare.»
« Mi servirebbe più pratica forse?»  Nel dirlo in tono così malizioso, con fluidità gli salì a cavalcioni facendolo sorridere.
«Tu che dici?»  Gemette nell'essere preso senza preavviso tra le sue cosce.
« Voglio imparare tutto ciò che puoi insegnarmi.»  Si chinò sulle sue labbra per baciarlo mentre iniziava a muoversi lentamente sentendolo crescere di nuovo dentro di sé.
Prese le sue mani e se le portò al seno, lui le strinse forte prima di tirarsi su con il busto ed iniziare a baciarle. Leccò e morse entrambe le areole.
Lei gemeva il suo nome.

Chat NoirWhere stories live. Discover now