14 Amici

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Avevano deciso di non dire a tutti del loro amore, sarebbe stato complicato doverlo spiegare ad Alya e poi meno persone sapevano delle loro notti e meno veniva intaccato l'onore della principessa.
Adrien era uscito per primo dalla stanza da letto e senza farsi vedere sgattaiolò nel soggiorno.
«Sveglia dormiglioni!» Richiamò sonoramente i suoi amici.
«Ma che ore sono?» Chiese Nino con la voce ancora impastata dal sonno.
«Non è importante, dobbiamo organizzarci.» Passò a scuotere Kim ancora addormentato.
«Non si svegliano così le persone.» Bofonchiò irritato Nathaniel girandosi per dargli le spalle e tornare a dormire.
«Tra poco usciranno le dame e cosa vedranno? Dei dormiglioni al posto di uomini!» Li prese in giro.
Vide Nino alzarsi più velocemente degli altri. Sorrise divertito.
«Sei crudele.» Si lamentò Marc.
«Te la farò pagare.» Aggiunse Ivan.
«Sono terrorizzato.» Li sfottè nuovamente aprendo le persiane e facendo entrare il sole mattutino.
«Ma dai!» Max si coprì gli occhi piagnucolando.
Adrien rise divertito.
«Dobbiamo organizzare i turni per la guardia.» Fece notare il biondo.
Intimò a tutti di rimettere le maschere.
Una volta essere riuscito a mettere tutti intorno alla tavola, tirò fuori carta e pennino. Dalla sua seduta a capotavola, notò del movimento all'entrata della stanza, tirò su il capo e vide le due dame entrare. La sua Marinette era la donna più bella del mondo. Trattenne un sorriso.
«Buongiorno signore.» Disse in tono cordiale.
«Buongiorno a voi.» Rispose Alya notando quanto la sua principessa fosse con la testa altrove.
«Volete prendere posto? Stiamo decidendo i turni di guardia.» Le invitò a sedersi.
Nino si alzò dalla sedia e con gesto galante preparò la seduta ad entrambe.
Ad Adrien non sfuggirono le occhiatine che lanciava alla dama di compagnia. Voleva sbeffeggiarlo ma ora non sarebbe stato carino.
«Le notti posso farle io.» Disse fingendo noncuranza.
Voleva assolutamente fare le notti.
«Cosa? E rinunci alle tue nottate brave?» Scoppiò a ridere Kim.
«Chloé e Lila non ne sarebbero affatto contente.» ridacchiò anche Nathaniel.
Adrien si irrigidì e piano piano, con timore, spostò gli occhi su Marinette che faceva perfettamente finta di nulla. Più che altro faceva di tutto per non guardarlo.
Adrien sperava non fosse infastidita da quelle battute.
«Ho qualcosa di più importante adesso.» Cercò di farle capire che si stava rivolgendo a lei.
«Più importante dei lavoretti di Lila? Ci tieni proprio a questo lavoro.» Continuò Kim.
Non sapeva mai quando era il momento di finirla. Sempre inopportuno.
«Siamo davanti alla principessa e alla sua dama, contieniti.» Lo rimproverò.
I ragazzi guardarono le nobildonne e si resero conto dell'imbarazzo che portavano sul volto. Ad alcuni venne da ridere, ad altri, tipo Nino, Marc e Ivan, venne spontaneo alzarsi e inchinarsi per chiedere scusa. Adrien era fiero di loro.
«E voi? Cosa siete? Scimmie?» Guardò male gli altri che alla fine cedettero e chiesero scusa.
Mentre gli uomini organizzano i turni, Marinette notò il disagio di Alya nei suoi confronti, il che era molto strano. Notò anche quanto parlasse con quel tale...Carapace, si faceva chiamare. Le stava nascondendo qualcosa, la conosceva troppo bene.
Ora però era forse troppo infastidita per pensare lucidamente ad altro. Si chiedeva chi fossero le due donne nominate e cosa c'entrasse Adrien con loro, anche se forse poteva benissimo immaginarlo. Lei, ovviamente, non era stata l'unica, ma adesso? Ora lo sarebbe stata?
Si era confessato a lei la scorsa mattina, le aveva decantato il suo profondo amore, ma era stato con altre in quei giorni? Strinse le mani sul vestito per afferrare stretta la stoffa. Aveva bisogno di stare da sola.
Si era data ad un uomo abituato a prendersi tutte le donne che voleva?
L'aveva solo soggiogata con le parole per poterla avere? Era arrivato al suo scopo ieri notte?
Le venne un incredibile magone, il groppo alla gola le impediva di respirare e quel che era peggio erano i suoi occhi addosso, li sentiva, ogni tanto lo percepiva alzare lo sguardo per osservarla furtivamente. Cosa sperava di vedere? Aspettava di scorgere il momento della realizzazione dell'inganno?
Era stata così stupida.
Prese un respiro profondo, non poteva certo permettersi debolezze. Era la principessa di Francia, sarebbe stata regina.
Si alzò dalla sedia e si avvicinò alla finestra che dava sul lago.
Che bisogno aveva uno come Adrien di avere lei se ne aveva già due ai suoi piedi? Era così forte il suo ego?
Poi pensò che avere una principessa nel letto non era cosa da tutti i giorni.
Stupida, incantata, come poteva aver preferito concedersi ad un popolano piuttosto che al suo principe? Se i genitori avessero saputo...
È incredibile come la notte ti celi cose che il sole fa riemergere e realizzare, illumina le sciocchezze e le bugie.
Voleva tanto piangere. Disperarsi. Voleva tornare a casa sua e non voler fuggire mai più, ne dal padre e né da Luka.
Che le era saltato in mente? Quel poveretto lì per lei e lei che...
«Principessa? Avete bisogno di qualcosa?»
Sentì la voce preoccupata di Alya e si voltò sforzandosi di sorridere.
«Non preoccuparti, Alya, ho solo bisogno di un po' d'aria. Credo mi andrò a fare una passeggiata.»
«Vengo con voi.» Si propose. Non era certa che l'amica le avesse detto la verità.
«Preferirei stare sola.» La congedò con un gesto della mano prima di uscire dalla porta in legno.
Adrien sapeva cosa non andava, sapeva che era a causa delle parole dei suoi compagni se il suo amore era così abbattuto. Cosa avrebbe dovuto fare? Correre da lei e rimediare o rimanere dentro senza destare alcun sospetto?
Cosa le stava frullando in quella testolina?
Non riuscì più a concentrarsi sul suo lavoro, troppo preoccupato nel cercare di capire come recuperare l'errore e cosa effettivamente stava tormentando la sua dama.
«Non possiamo permettere che vada troppo in giro da sola. Deve essere costantemente controllata.» Disse alzandosi d'improvviso.
«Ci penso io, ChatNoir. Tu finisci qui.» Nino lo precedette. Credeva di aiutarlo e levargli un impegno, non sapeva che stava solo affondando i suoi intenti amorosi.
Uscì veloce senza rendersi conto della faccia frustrata dell'amico.
Sperava solo che Nino non se ne fosse uscito male, non sapendo la situazione.
«Principessa. State bene?»Le si affiancò sorridendole gentile.
«Mi chiedo perché tutta questa preoccupazione. Mi avete rapita.» Disse fredda senza degnarlo di uno sguardo.
«Non è nostra intenzione farle del male, ne offenderla in alcun modo. I ragazzi non sono abituati a compagnie della vostra altezza, non sanno come ci si comporta davanti a qualcuno del vostro calibro.» Cercò di giustificare gli amici.
«Che calibro ho? Ditemi.» Si fermò a guardare l'acqua.
Era pensierosa ed il ragazzo non sapeva davvero quale fosse la risposta giusta.
«Siete una principessa.»
«E questo basta a definire la grandezza di una persona? Io vi conosco, tutti sanno per quale ragione derubate i ricchi. E ditemi, chi è più nobile, voi che aiutate la povera gente o noi che cerchiamo di impedirvelo e mettervi alla gogna?» Lo guardò con serietà. Era più rigida, tanto da ricordarsi la madre.
«Se la pensate così, principessa, non avete ragione di temere la nostra compagnia.» Era felice di aver sentito pronunciare quelle parole dalla figlia del re.
«Non temo la vostra compagnia.»
Sospirò.
«Allora cosa vi fa sospirare in quel modo?» Voleva davvero esserle d'aiuto, vedeva del buono in lei.
Esitò. Poteva davvero parlare?
«Avete mai creduto in qualcosa solo per il bisogno di rifugiarvi dalla realtà? Sapere che sarebbe stato irrealizzabile ma spingersi a crederci solo per non essere costretti ad arrendersi alla vita scelta da altri.» Cercò di spiegarsi.
«Sapere di star sbagliando ma farlo lo stesso?» Chiese lui per cercare di afferrare meglio il discorso.
«Si.»
«E quando l'incanto finisce, resta solo la delusione verso se stessi. Non puoi prendertela con nessun altro, la colpa è solo tua.»
«Esattamente.» Si voltò stupita a guardarlo. Era un ragazzo molto profondo ed era riuscito a comprenderla in poche parole.
«Credo capiti a tutti, più o meno. La gente deve andare avanti, in qualche modo. Io ad esempio mi illudo che migliorando la vita delle persone possa migliorare la mia, come ChatNoir del resto, ma lo sappiamo entrambi che quando poi arriva l'ora di coricarsi la realtà bussa sul nostro cuore e ci impedisce di dormire tranquilli.»
«Da quanto ho capito la notte non la usa molto per dormire.» Si maledisse per non essere riuscita a trattenere quel pensiero infelice.
Nino rise.
«Vedete, principessa, un uomo ha bisogno di credere anche di essere amato. Io credo lui...si rifugi nelle compagnie, si pari il cuore.» si fece di nuovo serio.
«Quante?»
«Perché vi interessa?»La guardò perplesso.
«Curiosità.» Si sbrigò a ribattere.
«Non vi innamorate di lui, principessa, voi tornerete alla vostra vita prima o poi.»
«Quante?»
Sospirò.
«Due fisse, altre se capitano.»
«Fisse in che senso?» Abbassò, in imbarazzo, lo sguardo.
«Le solite due, quasi sempre.»
«Anche ultimamente?»
«Soprattutto ultimamente.»
La ragazza si sentì stringere il cuore da quelle piante rampicanti, si accorse in quel momento che le spine erano cresciute in fretta, pronte a trafiggerla in qualsiasi momento.
Nino non aveva risposto con cattiveria, anzi, secondo lui le aveva fatto un favore. Ingenuamente sperava di allontanarla in tempo, sapeva che il cuore del suo amico era già occupato.

Chat NoirWhere stories live. Discover now