49 Il volere del Re

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Cosa avrebbe fatto ora? Aveva dato la sua parola al principe Luka, non poteva rimangiarsela in quel modo. Che razza di principessa sarebbe stata? Una su cui non si può fare affidamento.
Ma non poteva nemmeno vederlo morire.
Perché doveva complicare sempre tutto? Non poteva andarsene e lasciarla vivere ad espiare il suo peccato?
Era seduta alla sinistra del padre, guardava la grande sala addobbata a festa e pensò che non potesse essere più fuori luogo di così.
Le persone ballavano e sorseggiavano vino, mangiavano pietanze prelibate e ridevano.
Lei aveva un'agitazione in corpo che non sapeva spiegarsi, sapeva di dover prendere una decisione entro la fine della serata, ma qualcosa, nel modo in cui le si era rivolto Adrien, non le tornava. Lei doveva scegliere, ma poi come gli avrebbe fatto sapere della sua scelta? Era lasciato tutto troppo al caso. Lui non l'avrebbe mai lasciata combattere da sola quella battaglia contro i suoi genitori.
Mi consegnerò alle guardie o tu verrai via con me.
Faceva sul serio? E poi...venire via...che cosa aveva in mente?
Tutto d'un tratto il portone principale della sala si spalancò facendo entrare un ragazzo affannato per via della corsa e delle guardie dietro di sé. La folla si aprì spaesata per non arrestargli l'avanzata.
Marinette si alzò velocemente, incredula per quello che stava avvenendo davanti ai suoi occhi.
Adrien era fermo, piegato con le mani sulle ginocchia mentre cercava di riprendersi dal fiatone. Ma sorrideva, come se avesse vinto la maratona.
Dietro di lui, ormai pronte ad accerchiarlo, le guardie del palazzo.
Gli invitati erano sconcertati e preoccupati, si sentivano bisbigli e sussulti. Tutti si chiedevano chi fosse quel pazzo.
<< Cosa sta succedendo?!>> Tuonò la voce del sovrano. Il re si alzò dal trono e superò Marinette per avvicinarsi alla scena.
<< Tu...ancora qui?!>> Il tono di Luka non si distingueva tra l'incattivito e l'incredulo.
La principessa si sentì mettere una mano sulla spalla, voltandosi vide la madre che, con sguardo preoccupato, chiedeva spiegazioni.
<< Cosa ci fa lui qua? Non era alla Bastiglia?>> Le chiese sottovoce.
Marinette sospirò e prese coraggio. Si allontanò dalla madre per andare dove Adrien si stava dimenando.
<< Non me ne vado finché non mi avrete lasciato parlare!>> Urlò.
<< Tu, insolente farabutto...come osi? Dovresti stare alla gogna! Portatelo via!>> Rispose adirato il padre.
<< Lasciatelo parlare, padre. Io voglio ascoltare cos'ha da dire. Infondo è con me che ha un conto in sospeso, è il mio rapitore.>> Disse rigidamente e andando, forse per la prima volta, contro la volontà del re.
Tommaso II guardò la figlia e, notando tutta la sua convinzione, si fece da parte, con un gesto della mano ordinò alle guardie di lasciare libero il ragazzo. Cosa aveva in mente di fare la figlia?
<< Principessa, non credo sia il caso.>> Le si affiancò Luka per sussurrarle all'orecchio.
Adrien a quella vicinanza parve irrigidirsi e perdere il suo sorriso spavaldo.
<< Abbiamo scelto della sua vita senza prendere in considerazione i suoi desideri. Glielo dobbiamo.>> Lo guardò con occhi sicuri.
<< Gli abbiamo concesso la libertà.>> Ribatté il principe.
<< Cosa state farneticando?>> Chiese, spazientito, il sovrano.
<< Ve lo dico io.>> Si intromise Adrien, ormai fattosi serio, attirando l'attenzione di tutti. << Ho confessato da tempo i sentimenti che mi legano a vostra figlia, sire, e per questi sentimenti lei, insieme al principe, mi hanno concesso una grazia, >> rise di quella parola, la sua era una condanna ben peggiore della morte, <<Sarei rimasto in vita ma avrei dovuto rinunciare a lei ed andarmene da Parigi, per sempre, ma, vedete, non posso proprio accettarlo.>> Fece un passo verso la principessa, finalmente, guardandola negli occhi.
Il silenzio era calato nella sala. Nemmeno i due sovrani avevano parole per quello che credevano fosse uno scherzo di cattivo gusto.
<< Tu mi hai chiesto di andare via, ma io non so farlo, non posso allontanarmi sé senza di te sento di non avere le forze nemmeno per alzarmi da terra.>> Cercò di avanzare ancora ma le guardie glielo impedirono. Adrien si tirò indietro alzando le braccia per scusarsi. Marinette sorrise e decise di avvicinarsi a lui.
Avrebbe voluto dirle di ricordarsi quando lo stringeva forte per non farlo andare via dal loro letto dove, dopo una chiacchierata a cuore aperto, erano finiti a fare l'amore, nascosti da tutto e da ciò che erano, convinti di poterlo fare anche il giorno seguente.
Il suo respiro irregolare era già una risposta, gli stava urlando di essere al suo fianco in quella battaglia di parole e sentimenti. Si chiedeva solo perché nessuno dei presenti si intromettesse. Nemmeno il re parlava.

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