31 In quale modo potrei guardarti

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Marinette si coprì gli occhi alla vista dei corpi senza vita che sporcavano di sangue l'erba. C'erano i due ragazzi che la sorvegliavano. Riconobbe quello più imponente. Le aveva raccontato della ragazza che lo aspettava in città, si sarebbe tanto voluto dichiarare, ammirava Adrien perché lui era riuscito ad aprire il suo cuore alla dama del mercato. Le scese una lacrima. Non poteva limitarsi a quello la loro storia? Non poteva essere così facile?
Avevano sacrificato vite, per qualcosa che poi non erano nemmeno riusciti a mantenere.
L'altro, invece, le aveva raccontato di quanto fosse bello suo figlio di poco meno di un mese.
Finalmente li vedeva senza maschera.
C'erano anche tre uomini del re a terra. Anche loro avevano famiglia? Sicuramente avevano lasciato un vuoto nella vita di qualcuno. Uno lo riconobbe. Lo vedeva spesso al castello, lo aveva intorno da quando era poco più di un metro.
<< Oh mia dolce principessa, mi dispiace i vostri occhi debbano vedere tutto questo.>> Luka se la strinse ancora di più a sé mentre la conduceva nel bosco, dove avevano lasciato la carrozza.
<< Non preoccupatevi. Sto bene.>> Finse un sorriso, ma lo sguardo compassionevole di Luka le fece capire che non era riuscita ad ingannarlo.
<< Quando saremo a palazzo dovremo parlare di ciò che è accaduto, se vi hanno...>> Si vergognò di continuare la frase.
Marinette capì e si irrigidì. Il principe lo scambiò per normale disagio di donna.
<< Non...>> Cercò di tranquillizzarla.
<< Non mi hanno toccata. Ve lo assicuro.>> Lo interruppe, fredda come il ghiaccio.
<< Mio Dio, non sapete che sollievo mi date.>> Si fermò per stringerla a se.
Come poteva dirgli che non era per dargli sollievo quella notizia? Che lei si era concessa ad un uomo che non sarebbe stato il marito?
Si sentì ancora più sporca quando vide passare le guardie con il prigioniero.
Adrien alzò di poco lo sguardo per vedere la scena. Solo lei sperò di aver visto quel sorriso strafottente e di scherno, pregò che solo lei avesse visto la testa bionda scuotersi in una sdegnosa negazione dal retrogusto di presa in giro.
Aveva il sangue che gli colava dal labbro, i capelli spettinati ricadevano sul suo bel volto, i vestiti sporchi di terra e sangue. Il sangue di chi? Delle sue guardie o degli amici che aveva provato a salvare? Li aveva salutati? Gli aveva detto almeno l'ultimo "Addio"? Chi avrebbe avvertito le famiglie di quei due poveri ragazzi?
Gli occhi di Adrien erano duri e rancorosi. Sembrava quasi odiarla. Lui, che aveva gettato al fuoco ogni loro gesto o attimo d'amore.
Era lei a doverlo guardare così, non il contrario. Perché era lui quello che sembrava tradito adesso?
Forse perché si era lasciata stringere dalle braccia di un altro? Ma era Adrien l'altro, in tutta questa storia.
Perché era corsa fuori dalla loro camera da letto per essere portata via? Come se volesse davvero essere salvata.
Lui la vedeva in questo modo?
È vero, lei lo aveva detto e pensato quel giorno, ma non voleva davvero dirgli addio così.
<< Sbrighiamoci, vi prego.>> Sciolse la stretta da se e riprese a camminare. Gli occhi di Adrien addosso l'avevano fatta sentire a disagio, come se lo stesse in qualche modo tradendo.
Non doveva dimenticare chi era il vero traditore, ne chi era il suo vero compagno di vita.
Luka la aiutò a salire sulla carrozza, poi diede il suo aiuto anche ad Alya.
Non appena si allontanò, le due dame si abbracciarono forte. Marinette avrebbe tanto voluto chiederle di Nino e come avrebbero affrontato tutto questo, ma non poteva rischiare di metterla in pericolo. Avrebbe aspettato.
Ad Adrien furono legati i polsi e fu lasciato andare a piedi, l'estremità della corda era tenuta stretta dalla guardia a cavallo, al suo lato.
E ora sarebbe entrato a Parigi come un prigioniero, come un traditore della corona, come uno schifoso ladro e come colui che aveva rapito la loro amata principessa. Nessuno si sarebbe chiesto perché, a nessuno sarebbe importato. Solo quelli che lo conoscevano potevano non guardarlo con ribrezzo.
Lui che voleva solo essere tanto coraggioso da poter prendere il meglio della vita, fare come gli suggeriva Nino. Ma non c'era mai riuscito, cresciuto in una città che non gli aveva mai voluto bene.
Era fottuto. Non avrebbe mai visto rinascere la sua città, non avrebbe mai visto un nuovo mondo con gente giusta e che permetteva di vivere a tutti.
Magari, in mezzo a quelle stradacce, un ragazzino a conoscenza delle sue gesta, avrebbe coltivato il suo sogno.
A quel ragazzino gli avrebbe voluto dire di usare l'amore per guardare più in là, per arrivare più in alto, per vedere meglio. Non come aveva fatto lui.
Ad aver usato l'amore, gli avrebbe chiesto di portarlo con se, ovunque volesse. Basta che ci fosse stata lei.
Era cresciuto con un sogno anche lui e si era ritrovato mezzo rotto, a lei aveva solo chiesto di essere riparato.
E ora che la strada si era fatta più sporca, lei dov'era?

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