24 Cocci

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Si avvicinò al letto e si fece trascinare in mezzo dalle mani invadenti delle due donne.
Aveva completamente spento la testa.
Si era lasciato sdraiare e spogliare ma non aveva mai lasciato la presa sul collo della bottiglia. Come se fosse un ancora di salvataggio.
Lo toccavano, lo accarezzavano ovunque, ma lui non le accarezzava e né le baciava. Anzi, continuava a bere.
Lila si avvicinò al suo volto e girò la sua testa verso di lei, passò la lingua sulle sue labbra, ma lui pur separandole e quasi catturato da quel gesto lussurioso, resistette ancora.
Anche quando Chloé gli morse il labbro inferiore, lui non la baciò.
<< Regalatemi uno spettacolo unico. So già come siete con me a letto.>> Disse biascicando, prima di bere ancora dalla bottiglia.
Lila e Chloé sorrisero credendo che finalmente potessero risvegliarlo davvero.
Si misero in ginocchio davanti a lui, l'una dinanzi all'altra e iniziarono a baciarsi e a toccarsi a vicenda.
Adrien non si era mai sentito più eccitato di così, ma doveva resistere.
Si tastavano i seni e i glutei, gemevano i loro nomi e il suo. Si baciavano con trasporto.
La gola si faceva più secca e lui continuava a bere.
L'erezione insoddisfatta faceva male.
Prese dal comodino una sigaretta arrocciata forse prima da Chloé e l'accese. Doveva tenere la bocca impegnata.
Il fumo gli andò di traverso quando sentì un gemito strozzato di Chloé per colpa delle dita di Lila che avevano improvvisamente iniziato a darle piacere. La bionda si lasciò andare completamente tra le braccia della castana. Cercava di divincolarsi dal troppo piacere ma Lila la manteneva stretta a sé.
Questo era davvero troppo. Iniziò a mordicchiare il filtro della sigaretta e a giocarci con la lingua. Come Chloé che mordicchiava e leccava il capezzolo di Lila.
Poteva giurare che andando avanti sarebbe venuto anche senza toccarsi.
L'erezione gli pulsava sul ventre.
Avrebbe tanto voluto concedere il piacere che si meritava a Chloé e soddisfare la voglia crescente di Lila.
Le mani fremevano. Voleva toccarle e aiutarle. Possederle entrambe nello stesso momento. Spense la sigaretta a metà, premendola nell'apposito piattino e lasciò la bottiglia a terra, si mise anche lui in ginocchio vicino alle due per interromperle e cominciare a toccare Lila, mentre lei finiva con Chloé.
Appena chiuse gli occhi però si ritrovò davanti l'immagine della sua principessa nuda nel lago.
No.
Non poteva.
No.
L'avrebbe devastata.
Non poteva farle questo.
Non a lei.
L'amore della sua vita.
La donna del mercato.
Colei che aveva desiderato così ardentemente per mesi.
Non poteva rovinare tutto.
Anche se forse era troppo tardi.
Appena sentì la mano di Chloé su di lui che cercava di recargli piacere con gesti sconnessi per via di ciò che stava provando lei, si svegliò dal suo torpore.
No. No. No.
<< No.>> Sussurrò ansimando.
Lila si approfittò delle sue labbra aperte per infilarci la lingua e baciarlo. Dopo alcuni secondi ritrovò la completa lucidità.
<< No!>> Si scansò frettolosamente dalle due e scese dal letto. Si prese la testa tra le mani e imprecò quasi con un urlo.
<< Adrien ma che...>> Chiese Lila sconvolta da quel rifiuto netto e repentino.
<< Andatevene! Vestitevi e andare via. Non fatevi più vedere.>> Urlò feroce indicando la porta.
<< Ma l'abbiamo fatto per te. Ci sembravi così stressato che...>> Iniziò a giustificarsi la bionda.
<< Ho detto che dovete andarvene!>> Gridò ancora più forte.
Spaesate e confuse le due si vestirono e, guardandolo preoccupate, si chiusero la porta alle spalle.
Non appena fu solo Adrien prese la bottiglia da terra e la lanciò contro il muro lasciandosi andare ad un urlo liberatorio.
Ma che cosa aveva fatto?
Lui l'amava.
Si lasciò accasciare a terra, la schiena poggiata ai piedi del letto, le mani tra i capelli e la rabbia nei suoi stessi confronti che montava cavalcando la frustrazione. Davanti a sé solo i cocci della bottiglia e il poco alcol rimasto era riverso tutto a terra.
Cosa avrebbe fatto?
Gli veniva da piangere.
Doveva mandarle via subito.
Era stato uno sciocco. Lei era lì che lo aspettava e lui aveva pensato bene di assistere ad uno spettacolo hard delle due donne che più avevano ingelosito la sua principessa.
Era un completo idiota.
Tutto perché il loro amore era ostacolato da qualche guaio, tutto perché dovevano ancora decidere seriamente cosa fare.
Era stato un emerito cretino.
Quanto avrebbe voluto tornare indietro nel tempo. Riavvolgere la pellicola e, Dio, correre da lei non appena aveva visto quelle due che...vipere velenose.
Imprecò ancora. Bestemmiò dentro di sé così tante volte che si aspettò quasi di essere fulminato.
Non poteva aspettare di più. Doveva correre da lei.
Si alzò a fatica dal pavimento e, con ancora più fatica, si vestì.
La testa girava e le gambe sembravano cedergli da un momento all'altro. Aveva anche lo stomaco sottosopra, ma non voleva dargli peso.
Doveva tornare da lei.
Uscì dalla stanza e barcollò sulle scale. Rischiò di cadere due o tre volte.
<< Dove stai andando?>> Gli si parò davanti il signor Bourgeois.
<< Via.>>
Era visibilmente ubriaco.
<< Non credo tu possa spostarti in queste condizioni.>>
<< Non...devo andare. Sto bene.>> Cercò di convincerlo.
<< Ma se barcolli, come pensi di poter salire sul cavallo?>>
Braccò la sua fuga con il braccio.
<< È importante.>>
Aveva i sensi leggermente offuscati dalla nebbia alcolica e le gambe non molto stabili, ma si sarebbe ripreso una volta a cavallo, con l'aria fresca che gli sferzava la pelle.
Poteva farcela.
<< Voi credete nell'amore?>> Gli chiese guardando l'uomo negli occhi.
<< Io...ma che domanda è ragazzo?>> Alzò un sopracciglio.
<< Ho fatto un macello, signor Bourgeois, davvero. Devo...io la amo, con tutto me stesso. Non è solo un illusione.>> Lo implorò di lasciarlo passare, solo con lo sguardo.
Il proprietario sospirò e si fece da parte, poi gli posò la mano sulla spalla per attirare di nuovo la sua attenzione.
<< Stai attento Adrien. Sei come un figlio per me, non voglio che ti succeda qualcosa.>>
Fu colpito dalla parole del padre di Chloé. Si sentì ancora più una merda per ciò che aveva fatto alla figlia.
Corse via.

Dopo averci messo molto impegno era riuscito a salire sul suo cavallo nero.
<< Forza Plagg, dobbiamo andare. Solo abbi pazienza e ti prego non farmi cadere.>>
Sapeva di sembrare pazzo a parlare con un cavallo, ma aveva l'impressione che in realtà lo capisse.
Agitò le briglie e l'animale iniziò a trottare.
Appena fuori dal centro abitato, prese coraggio.
<< Plagg, con calma, andiamo più veloce.>> Gli diede dei colpi con le staffe e lui, dopo aver nitrito, aumentò il passo.
<< Quanto credi che sia fifone? Avanti Plagg!>> Lo incitò maggiormente e il cavallo iniziò a galoppare veloce.

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