11 Resistervi

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«Perché vi siete...» non riuscì a terminare la frase per via del tanto imbarazzo.
«Se non mi fossi fermato non sarei più riuscito a farlo.» disse sorridendo amorevole.
La ragazza arrossì ancora di più e si voltò di nuovo verso il lago.
Come poteva parlarle così? Perché non si faceva scrupoli? Era la sua principessa, figlia del re voluto da Dio.
«Cosa vi prende?» Le sfiorò il braccio.
«Non si parla così ad una donna rispettabile. È tremendamente...»
«Sconveniente? Lo so, ma voi baciandomi in quel modo lo siete stata anche di più.». Sembrava divertito.
«Ma cosa dite?». Lo guardò accigliata e sconvolta.
«Che siete stata perfida, Marinette. Come potrebbe un uomo resistervi se voi lo baciate a quel modo? E poi non aspettarvi niente di più.»
«Ma se siete stato voi ad allontanarmi.». Gli fece notare.
«State peggiorando solo le cose lasciandomi capire che voi avreste continuato.». Le accarezzò la schiena prima di farsi ancora più vicino e lasciarle un bacio sulla spalla scoperta.
Quel profumo...
Indugiò qualche attimo con le labbra lievemente premute sulla sua pelle per assaporare il profumo di rosa. Delicato e passionale. Un amore carnale. Si chiese se stringendola in un amplesso si sarebbe fatto pungere dalle sue spine. Con la punta del naso le sfiorò la spalla, fino al collo, poi si costrinse ad allontanarsi.
«Non è...stato male...continuare solo a baciarsi che problemi vi avrebbe creato?». Disse a disagio, ma era tremendamente curiosa di quel nuovo mondo e di quelle sensazioni così estranee e forti. Niente di quello che aveva mai vissuto a palazzo era stato paragonabile a quel momento.
«Principessa...vi prego di non continuare.»  Sorrise cercando di non fare apparire la sua tensione.
«E se Ve lo ordinassi?». A quelle parole seguì uno sguardo deciso, proprio puntato sugli occhi di lui che, preso alla sprovvista, si ritrovò senza parole.
Ma cosa stava cercando di fare? Voleva portarlo alla pazzia?
Non si sarebbe preso l'ingenuità di una principessa, neanche se gliela serviva su un piatto d'argento, sapeva che sarebbe arrivato il momento di dirle addio, sapeva che avrebbe passato la notte dopo le nozze con il principe e che avrebbe dato prova li della sua purezza. Se non l'avesse fatto, non sapeva in quali guai si sarebbe cacciata.
Eppure lei lo studiava con curiosità, sembrava quasi voler scoprire quella sera stessa i piaceri del corpo.
Si costrinse di nuovo a sorridere.
«Non vi hanno mai parlato di come si giace con un uomo?». Cercò di prenderla in giro per alleviare l'atmosfera.
«Ovviamente no. Ma di nascosto ho letto le poesie di Baudelaire e di molti poeti maledetti e...». era molto intimidita anche se cercava di mostrare il contrario.
«Non potete chiedermi di spiegarvi com'è. Mi fareste impazzire.»
«Vorrei solamente capire. Mi avete mentito? Credete che io non sia stata in grado di baciarvi? È per questo che avete smesso e non volete più?»
Lo guardò accigliata, sembrava esserci rimasta davvero male.
Adrien era sbalordito da quella reazione. Non era una donna comune quella che aveva davanti.
Prese un respiro profondo e si mise con le ginocchia piegate a guardare la sponda del laghetto, dal riflesso dell'acqua scura la vide avvicinarsi e piegarsi anch'essa. La scollatura del vestito lasciava scoperto il petto e lui dovette distogliere lo sguardo immediatamente.
«Voi...voi siete stata bravissima, principessa.»  Deglutì rumorosamente. Non poteva quell'angelo di donna trasformarsi in un demone curioso.
«Ma non capisco ancora. Perché vi siete fermato?»
Era così straziante vederla davvero perplessa e pura, talmente tanto da non riuscire a comprendere il suo bisogno.
«Ve l'ho già detto.»
«Si ma perché?»
A quella domanda capì cosa gli stesse chiedendo e ne rimase scioccato.
Lei sapeva perché aveva dovuto interrompere il bacio, sapeva cosa sarebbe successo se non si fosse fermato. Voleva sapere perché lui se ne fosse preoccupato tanto.
«Possiamo cambiare argomento?»
«No. Dite di amarmi, mi rapite, mi baciate e poi se vi chiedo un aiuto non me lo concedete!» Disse nervosa.
Ma cosa voleva da lui?
«Ma cosa volete che vi dica, principessa?». Si alzò di nuovo per mettersi davanti a lei.
«Dovrò sposarmi con un uomo di cui so solo il nome. Dovrò giacere con lui tra poche notti e...sono terrorizzata.». Ammise con gli occhi che stavano facendosi via via più umidi e lucenti.
Adrien rimase nuovamente spiazzato. Era stata sincera, aveva ammesso la sua paura a lui, si era confidata su un argomento difficile da affrontare per una donna, figuriamoci una principessa. Ma come poteva lui aiutarla? Solo a pensare alla sua notte di nozze gli saliva l'abile.
Immaginarsela con un altro uomo era straziante.
Come avrebbe lui potuto aiutare lei?
«Io non posso aiutarvi.». Abbassò il capo.
«Perché?». La voce le tremava per il pianto trattenuto.
«Perché vorrei essere nei panni di quell'uomo, Marinette! Ora e qui, io vi farei mia senza pensarci troppo, vi bacerei anche più e meglio di prima e non mi fermerei. Lo capite adesso? Per me pensarvi con lui è una tortura! Non potete chiedermi di aiutarvi a compiacerlo. Non potete!». Le urlò furente contro prima di darle le spalle e calciare un sasso nell'acqua.
«Fatelo.» Sussurrò incerta.
«Voi. Non. State. Dicendo sul serio.» Aveva stretto i pugni ma non si era voltato.
«Io...»
«Non verrò a letto con voi così che non possiate sposare lui!». Si voltò veloce.
«Non è per questo, non vi userei mai in questo modo!». Urlò a sua volta.
«E cosa volete allora da me?». Cercò di tranquillizzarsi. Infondo la vedeva davvero scossa.
«Io...voglio che ci sia un sentimento a legarmi con la persona a cui mi darò.». Abbassò la testa.
Adrien la osservò nel caos più totale della sua mente. Le aveva forse confessato di ricambiare i suoi sentimenti?
No, non doveva desistere.
«Se ne accorgeranno e saranno guai per voi.»
«Fingerò. Ho letto che non sempre esce il sangue.»
«State vaneggiando.»
«Adrien...io voglio darmi a voi.»
Non poteva averlo detto davvero.
Per il ragazzo fu come ricevere un cazzotto nel basso ventre. Era un sogno sentirsi dire quelle cose da lei, anche se sapeva non fosse giusto.
Avrebbe voluto davvero poterle dare ciò che voleva. Prenderla e farla sua in quel momento, spogliarla e amarla come aveva fatto mille volte nei suoi sogni, possederla veramente e toccarla ovunque, accarezzarla e stringerla al contempo.
Guardò il lago e sospirò.
«La via assordante strepitava intorno a me.
Una donna alta, slanciata, a lutto, in un dolore
maestoso, passò sollevando e agitando
con mano fastosa il pizzo e l'orlo della gonna,
agile e nobile con la sua gamba di statua.»
Si girò verso di lei e alzò una mano per accarezzarle con le nocche il volto e spostarle una ciocca nera e ribelle da davanti il viso.
«Ed io, proteso come folle, bevevo
la dolcezza affascinante e il piacere che uccide
nel suo occhio, livido cielo dove cova l'uragano.
Un lampo... poi la notte.». Avvicinò di più il suo viso a quello di lei, rapita nel riconoscere la poesia del suo poeta prediletto.
«Bellezza fuggitiva
dallo sguardo che m'ha fatto subito rinascere,
ti rivedrò solo nell'eternità?
Altrove, assai lontano da qui! Troppo tardi! Forse mai!
Perché ignoro dove fuggi, né tu sai dove vado,
tu che avrei amata, tu che lo sapevi.»
Sussurrò ora sulle sue labbra ansanti.
La tensione era di nuovo all'apice ma non poteva non recitarle la poesia che aveva imparato a memoria solo perché gli faceva pensare a lei.
Marinette sorrise. Di cuore, sincera. L'armonioso riso aveva acceso in Adrien ancora più amore.
«A una passante.». Disse il titolo facendogli capire che sapeva cosa lui le avesse appena recitato.
«Brava principessa.». Le fece l'occhiolino sorridendo. Fu contento di averle fatto dimenticare quell'assurdo capriccio.
«Ora andiamo a letto. Avete bisogno di riposare.». Le lasciò un bacio sulla fronte e lei annuì incantata.
Mentre camminavano lui le teneva poggiata la mano dietro la schiena.
Nella testa aveva ancora quei discorsi assurdi.
Prima di varcare entrambi la soglia lei si voltò verso il giovane.
«Ci penserete almeno?»
«A farvi rischiare l'onore?»
«Che me ne faccio dell'onore
se tutto quello in cui credo viene calpestato?»

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