9 Principessa.

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L'opera stava giungendo al termine e i due amici iniziarono a muoversi verso l'uscita.
Una volta fuori corsero a prendere i loro cavalli e si mossero al galoppo fino a raggiungere gli altri.
«Peccato da lì non si vedesse bene la principessina.»  Scherzò Nino scendendo dal destriero.
«Se è in età da marito non è più una principessina.» Gli fece notare con malizia Adrien.
«Sei disgustoso.»
Legarono, ridendo, le briglie dei cavalli a degli alberi e si avviarono a piedi nel luogo stabilito.
«Dovremmo aspettare ancora una decina di minuti.»  Li avvisò Adrien mentre guardava il suo orologio da taschino.
Poggiò la schiena ad un tronco spesso e massiccio, la terra sotto di lui era umida, ma non poteva rimanere in piedi e non restare nascosto.
Guardava i suoi amici, erano tutti tesi a guardare il punto da cui sarebbe dovuta arrivare la carrozza.
Si chiese che razza di donna fosse la principessa, quel povero principe si era fatto chilometri per lei, si era fatto anche rapinare da loro, e lei se ne andava nella reggia di campagna.
Sorrise divertito. Le donne, che creature meravigliosamente complesse.
Max fece il verso del gufo per dare il segnale e si misero tutti in posizione.
Da sopra due alberi, Kim e Marc, saltarono sul tetto della carrozza e velocemente scaraventarono via il cocchiere. Marc fermò i cavalli e li liberò incitandoli a correre via mentre intorno a lui la battaglia era iniziata.
Adrien era molto bravo con la spada e riuscì facilmente a mettere fuori gioco due uomini.
«ChatNoir!»
Era così che si chiamava durante le azioni criminali. Si voltò verso Nino, o meglio Carapace, andò in suo soccorso.
«Grazie amico, ma non perdere tempo. Ci pensiamo noi agli ultimi rimasti.»
Annuì con decisione e corse verso la carrozza, l'aprì e vide due donne, dire terrorizzate era dire nulla. Provava compassione per loro.
«Principessa, non voglio farvi del male. Voglio solo i vostri gioielli.»
Gli porse la mano per farle capire che doveva sbrigarsi, ma quando lei alzò il volto impaurito lui si sentì morire.
Non era possibile.
Non poteva essere vero.
Era uno strano scherzo.
Un ignobile scherzo.
No, no, no.
Non la sua lady.
Non colei che gli aveva spezzato il cuore quella mattina.
Ringraziò il cielo per avere la maschera a coprirgli il volto.
Magari la principessa era l'altra al suo fianco.
No impossibile. Dall'abito, dai capelli, da tutto si capiva fosse lei.
«Chat Noir?»  Fece capolino Kim. «Dobbiamo sbrigarci. Che stai facendo?» 
Si riprese. Non poteva fare errori. Non poteva. Doveva pensare alla salvezza dei suoi compagni, alla sua e alle persone che in città avevano bisogno di lui.
«Vengono con noi. Non le lasceremo di notte nel bosco.»
Alya e Marinette rimasero impressionate da quella insolita galanteria.
Ma quella non era galanteria soltanto. Se l'avesse portata via con se non sarebbe stata con il principe Luka, con il promesso sposo.
«Potete scordarvelo! Mio padre, il re, vi cercherà ovunque e vi impiccherà davanti a tutta Parigi!»
Urlò in direzione del malvivente.
Alya cercò di calmarla. Non poteva fare nulla neanche con il più potente degli strilli.
«Mi piace la vostra audacia, principessa, ma temo non potete rifiutarvi.»  la prese di peso e la fece scendere dalla carrozza. Kim pensò all'altra ragazza.
Nessuno poteva sapere quanto gli stesse costando essere se stesso in questo momento. Doveva fare finta di niente.
«È davvero bella come dicono.»  La osservò attentamente Nathaniel.
«Non la toccate, non provate nemmeno ad avvicinarvi. Cioè, a nessuna delle due. Non siamo bestie. Ora sbrighiamoci ad andarcene.»
Tutti avevano notato come avesse difeso la principessa, la gelosia nella sua voce era palpabile e a tutti era sembrato davvero molto strano.
Adrien prese la reale per un braccio e la trascinò fino al suo cavallo.
«Non agitatevi, non vi accadrà nulla di male. Solo...non posso proprio lasciarvi andare via.»  Le sussurrò dolcemente.
Era sconvolta dai modi di fare di quel delinquente e nella confusione della sua testa non si rese conto di essere in groppa sul suo cavallo nero come la pece, rigorosamente davanti per essere controllata meglio.
Andavano veloce, troppo veloce. Odiò doverlo fare ma si strinse al ragazzo per la paura di cadere.
Adrien sorrise nel sentirla così addosso e nel sentire il peso della testa di lei sulla sua spalla. Sussultò quando, con un gemito impaurito, premette il volto tra l'incavo del suo collo.
La principessa...non poteva crederci.
Che ci faceva la principessa della Francia di venerdì al mercato? Lui aveva rischiato di baciare la principessa.
Poi però si ritrovò a sorriderne.
Sapeva che, bella così, non poteva essere una fanciulla qualsiasi e sapeva che il cielo di Parigi li voleva vicini.
Arrivarono nel loro rifugio fuori la città. Qui era dove venivano dopo un agguato o quando le cose si mettevano male.
«Siamo arrivati, principessa.»
Scese da cavallo per poi aiutarla a fare lo stesso.
«Ora mi lasci, posso camminare da sola.»  Si scostò da lui.
«Mi chiedete l'impossibile.»  Sorrise facendole strada.
Si trovarono davanti ad un muro di roccia imponente, la principessa non riusciva proprio a capire. Dove sarebbero andati?
Vide il giovane mascherato avvicinarsi all'edera che copriva parte della barriera e, scostandola, fece apparire un piccolo passaggio segreto.
Ne rimase sbalordita.
«Venite.» Le porse la mano ma lei rifiutò e vi accedette da sola.
I compagni lo guardarono divertiti e lui alzò le spalle sorridendo divertito per poi fare il gesto dell'artiglio del gatto con la mano.
Alya invece si fece aiutare da Nino.
«Ma è meraviglioso!»  Disse la dama di compagnia guardandosi intorno meravigliata.
Intorno a lei si apriva una bellissima radura verdeggiante, con fiori di lavanda e alberi da frutto. C'era perfino un lago dall'acqua cristallina e un casale in pietra.
Anche Marinette ne era rimasta incantata, ma non avrebbe ceduto allo stupore.
«Starete qui, per un po'.» Disse Adrien sorridendo gentile ad entrambe.
Aprì la porta di quella casa ed entrò per primo, per controllare che fosse tutto in ordine.
Le fece entrare e mostrò loro ogni stanza.
«Comunque ci sarà sempre uno o due di noi con voi.» Precisò guardando attentamente Marinette.
«Avete scelto la vostra stanza, principessa?»  Si preoccupò Alya.
«Non potremmo dormire insieme? Le stanze sono solo due e se uno di loro...»
«Principessa, noi dormiremo a turni e nel soggiorno. Non ci avvicineremmo mai alla vostra zona notte. Possiamo derubarvi, ma non siamo animali.»  Disse anche a nome dei componenti della banda.
«Mi date la vostra parola?» Lo scrutò con sospetto.
«Ve lo giuro sul mio amore.» Parlò guardandola dritto negli occhi e chinandosi per baciarle la mano che aveva afferrato delicatamente.
Si voleva maledire da sola. Perché rimanere così incantata da quegli occhi e quei modi di fare?
Che aveva voluto dire poi con quella frase?
«Che uomo è un uomo che giura sul proprio amore?» Tirò via la mano.
«Un uomo innamorato, principessa.»
«E che cosa se ne fa una donna dell'amore e delle parole di un furfante?»
Questo aveva fatto male. Anche il tono duro e lo sguardo accigliato.
«Pensate io non sappia amare? Credete forse che le mie parole valgano meno di quelle del principe Luka?»  Le si avvicinò di più solo per vederla entrare in confusione.
«Le vostre parole varranno sicuramente meno di quelle di un principe.»  Insistette.
«Eppure mi avete ascoltato, mi avete seguito, dal vostro amato principe siete fuggita.»  Le fece notare divertito.
Tutti, nella stanza, stavano prestando attenzione a quello strano scambio di battute.
«Ma come osate...»
«Principessa, si calmi. Ve lo portiamo via.»  Intervenì ridendo preoccupato Nathaniel. Fece per avvicinarsi ma fu più veloce lei ad allontanarsi.
«Vado nella mia stanza. Alya?»  Disse con orgoglio reale.
«Arrivo principessa.»  scambiò un timido sorriso con Nino e seguì la sua amica. Sembrava essersi molto indispettita.
«Almeno per sta notte dovremmo restare tutti. Non si sa mai.»  Ordinò Adrien.

Chat NoirWhere stories live. Discover now