50 Senza lasciare nulla al caso

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Non potevano credere a quello che stava accadendo nelle loro vite, tutto era andato così incessantemente di corsa, l'amore, le risa, le discussioni e poi il dolore, quello della perdita, quello fisico, quello dell'abbandono.
Tutto era servito a questo.
Erano appena tornati dalla visita all'orfanotrofio dove li avevano accolti non solo i bambini, ma anche gli amici di sempre, Lila e Chloé comprese.
La bionda figlia del locandiere aveva chiesto nuovamente scusa e spiegato, di nuovo, le sue ragioni. Marinette sapeva che il sentimento di malevolenza che aveva verso di lei non si sarebbe mai affievolito, ma non voleva farne un dramma, così cercò di accantonarlo. Sapeva anche che Adrien sarebbe sempre stato grato a quella famiglia e che avrebbe sempre cercato di aiutare la figlia malata a cui era legato, le aveva raccontato, da nottate e giornate passate a raccontarle il mondo.
Con Lila era sembrato molto più affiatato, questo l'aveva resa più gelosa. Quando si erano venuti incontro per salutarsi si erano stretti in un lungo abbraccio, poi la donna si era staccata velocemente per presentarsi a lei con una riverenza. Avevano parlato molto, anche di Adrien, della serata a Montmartre e della piccola Juleka. La principessa aveva capito poi che non ci sarebbe stato da preoccuparsi.
Nino e gli altri erano stati su di giri per tutto il tempo per via della grande notizia.

La notte, dopo la festa, Adrien aveva solo finto di tornarsene a casa per poi tornare l'indomani mattina e mettere tutto appunto, in realtà era tornato nella stanza della principessa, consapevole che, da lì in poi, non l'avrebbe mai più lasciata sola.
Avevano parlato tanto, lui le aveva spiegato meglio la storia del padre e di Juleka, lei gli aveva detto di come erano state fredde e cupe le sue giornate a palazzo. Parlarono anche di ciò che era accaduto al ballo, risero delle facce degli invitati e dell'espressioni della madre, parlarono di quanto fosse stato strano vedere ed ascoltare il re dire quelle cose anche se, diceva Marinette, da lui poteva aspettarselo. C'erano ricordi della sua infanzia in cui il padre non faceva il re, erano i più belli di tutti.
Si soffermarono anche sul discorso "Luka", ad Adrien veniva prurito ogni volta che ci pensava. Fosse stato davvero lui il cattivo della storia sarebbe riuscito ad odiarlo, ma non era così, aveva fatto di tutto per difendere la donna amata da entrambi, si era comportato da elegante gentiluomo anche quando, pubblicamente, aveva rinunciato al matrimonio con la principessa ma aveva garantito stabilità nei rapporti con la Francia.
Poi avevano di nuovo fatto l'amore, sta volta senza sentirsi sporchi, nemmeno agli occhi di Dio.

Rientrarono a palazzo, ma decisero comunque di fare una passeggiata nei lussuosi giardini. Si tenevano sottobraccio e sorridevano sempre, costantemente.
<< Felix è un bel tipetto, capisco perché ti ci trovi così in sintonia.>> Disse lei riferendosi a quanto fosse stato abbastanza scorbutico con tutti, meno che con Adrien.
<< Non si è ancora ripreso dalla perdita di Juleka, è passato talmente poco tempo.>> Sospirò stringendo di più il braccio della compagna.
<< Tu come stai?>> Si interessò guardandolo in volto.
<< Mentirei se ti dicessi che vivo solo di felicità. Ovviamente tutto questo è più di quanto io abbia mai potuto sognare, ma non riesco a non pensarci, è come aver perso nuovamente Rose.>> Camminava e continuava a guardare solamente dove metteva i piedi.
<< Hai fatto tanto, per entrambe, e loro lo sanno, Dio lo sa.>>
<< Ma non è servito alla causa.>> Sorrise amaramente.
<< Adrien, non ti angosciare ancora in questo modo, insieme faremo meglio di così.>> Marinette si fermò per costringerlo poi a guardarla. Gli accarezzò il volto e cercò di confortarlo con un dolce sorriso.
<< Sarò pronto?>> Chiese chiudendo gli occhi e lasciandosi andare del tutto.
<< Per cosa?>> Chiese curiosa.
<< Per tutto questo.>> Si guardò intorno, << per la vita che mi aspetta sposando la futura regina, per gli obblighi e le restrizioni, io sono abituato ad andare in giro di notte e sentirmi libero di non rientrare a casa per dormire, non sono fatto per essere chiuso in una gabbia.>>
<< È questo che ti angoscia?>>
<< Temo di non riuscire mai ad essere alla tua altezza, di non meritarmi mai di stare al tuo fianco, di sentirmi sempre fuori luogo, di...>>
<< Ei, amore mio.>> Prese il viso di lui tra le mani e se lo avvicinò al proprio per farlo calmare. I loro nasi si sfiorarono. << Ci sono io qui, andrà tutto bene finché saremo insieme. Io non potrò mai vederti come qualcosa di troppo finché tu sarai te stesso, è di te che mi sono innamorata, è vero non potrai più fare molte cose, ma è così grave se invece di uscire, la notte, la passi insieme a me nel nostro
letto?>>
Adrien sorrise. Aveva ragione lei. Come poteva farsi prendere dal panico in quel modo? Aveva lei. Per tutta la vita lei gli sarebbe rimasta vicino, lo avrebbe sorretto, aiutato e perfino accudito.
L'aveva sempre pensato, infondo, no? Che se ne faceva del vino, delle donne di una notte, delle luride strade nascoste della città, se aveva una vita da passare con la sua Marinette?
Per lui la libertà era la cosa più importante, ma una vita libera, senza di lei, non avrebbe avuto senso.
Una vita senza di lei sarebbe stata un continuo inverno.
Avrebbero avuto giornate in cui si sarebbero ringhiati contro come cani e volte in cui si sarebbero voluti sentire sempre più vicini, lui con il suo caratteraccio l'avrebbe fatta allontanare, ma poi sarebbe corso a riprendersela, così come aveva già fatto, perché non poteva fare altrimenti se non tenersela dentro e proteggerla, perché era quella poesia che non si sarebbe mai stancato di leggere, anche se non era stata scritta, perché non poteva non pensarla, perché era il piccolo pezzo di ordine nel caos della sua vita.
<< Baciami.>> Le sussurrò ad un millimetro dalla sua bocca.
Aveva un disperato bisogno di sentirla.

Finalmente si baciarono.
Le giornate da vivere insieme sarebbero finite sempre troppo presto, come i loro baci, ma fortunatamente erano già stati abituati a vivere la notte.
La voglia del suo sapore sulla lingua lo obbligò ad approfondire il bacio.
Si, lei lo aveva fermato, aveva scelto lui, in mezzo a tutta quella gente.

Lui l'aveva vista, l'aveva scelta, l'aveva fermata, in mezzo a tutta quella gente.
Si scansò da lei e le mise una mano sulla vita e l'altra sulla guancia pallida. Le sorrise. Sembrava emozionato.
<< Io non lo so se tu senti di aver vinto un idiota forse troppo bravo con le parole, ma so che per tutte le volte che ci siamo respinti poi siamo sempre ritornati a noi, so che se non sono con te faccio il pazzo e mi ubriaco, ma che quando ci sei tu è solo la vita che mi inebria, è il tuo profumo che mi fa uscire fuori di testa e lo ammetto, a volte, me ne approfitto, mi diverto nel farti arrossire o innervosire, mi piace vedere le tue reazioni per un mio qualsiasi comportamento. Ed è per tutte queste tue reazioni che ho capito di volere solamente te, perché sei trasparente e coraggiosa, perché ti mostri anche debole, perché nonostante tutto mi resti accanto e mi dai forza. Sei la mia sola certezza. Sei l'unica che, dopo tutto ciò che ho fatto, è stata in grado ancora di amarmi. È da folli.>> Sorrise scuotendo la testa e mirando la bellezza dell'emozione negli occhi innamorati di lei. << Quindi mi vestirò come vorrai, mi comporterò come più è consono all'etichetta di corte, sarò un perfetto marito e un re capace, solo per te, per poterti amare in eterno, per avere la tua concessione di poterti togliere i vestiti con amore e passione, per tutte le notti della nostra vita, saprai tutti i miei segreti. >> Mise entrambe le mani ai lati del suo collo e chiuse gli occhi sospirando.
<< Vuoi sposarmi?>>
Calò il silenzio e lui riaprì gli occhi. La vide guardarlo con le pupille lucide.
<< Lo so che da ieri sera è stato tutto veloce e che è stato dato per scontato ma...non voglio che lo sia, voglio che le mie intenzioni ti siano chiare, non voglio lasciare nulla al caso io...volevo fare le cose per bene.>> Si giustificò con ansia.
Perché non rispondeva? Non erano comunque già ovvie le loro intenzioni?
<< Non so che dire...mi hai tolto tutte le parole che avevo in mente. Mi farai impazzire.>> Disse lei lasciandosi andare ad un sorriso che, piano piano, si bagnava di piccole gocce salate.
<< Se ci pensi alla fine ci siamo cercati dentro altri sguardi, in modi differenti ovvio, e abbiamo capito così di non volere nient'altro che noi, anche quando ci siamo gridati in faccia sotto quel salice, non ci siamo lasciati mai veramente, nonostante il casino che ho fatto, nonostante tu mi abbia visto anche nei momenti peggiori, non sei mai andata via e sei ancora qui a dire di amarmi, quindi si, io sono sicuro di volerti sposare davanti agli occhi di Dio e di tenerti con me per tutta la vita. Ma tu? Sei pronta ad affrontare tutto questo con uno come me? Vuoi sposarmi davvero?>>

<< Certo che lo voglio.>>
Gli buttò le braccia la collo e lo baciò con foga. Non ci mise molto lui a ricambiare il bacio e a stringerla a sé per la vita tirandola anche un poco su da terra.
Sembrava passato un nulla da quando aveva dichiarato il suo amore alla donna del mercato ed ora erano qui, con lei che, effettivamente, non aveva, ne avrebbe, mai smesso di guardarlo o toccarlo, che aveva fatto diventare la loro una storia speciale ed importante e non aveva mai smesso di baciarlo e ora non era così difficile immaginare che lo facesse per una vita intera. (Ripresa della dichiarazione del capitolo 3-Guardatemi).


AAAAAAAAAAH
O MIO DIO QUESTA SEMBRA LA FINE DI UN VIAGGIO LUNGHISSIMO.
VOI CHE NE PENSATE?
IO STO PRATICAMENTE K.O. AHAHAHAHAH .
FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE DEL FINALE E DELLA STORIA IN GENERALE, SONO CURIOSA.

VI RINGRAZIO DI CUORE PER IL VOSTRO PREZIOSO TEMPO.
VI VOGLIO BENE, ALLA PROSSIMA STORIA!  ✌️❤️

Chat NoirWhere stories live. Discover now