21 Orfanotrofio.

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Camminava per la strada affollata, il suo sguardo veniva spesso attirato dalle mura che circondavano il palazzo reale. Si chiedeva i suoi sovrani come stessero vivendo questi momenti di terrore per la scomparsa della principessa, se il principe Luka si era unito alle ricerche con la sua armatura splendente, se qualcuno immaginasse che Marinette era più amata ora che dentro quelle stesse stanze che l'avevano vista crescere.
Cosa avrebbero detto il re e la regina del loro amore? E il promesso sposo a sapere che un ladro pezzente si era preso la sua donna e la sua prima notte di nozze?
Ghignò beffardo.
D'altro canto pensava che fosse strana la vita, il suo vero amore era sempre stato chiuso li dentro e lui ci passava tutti i giorni davanti.
Arrivò davanti alla locanda Bourgeois, entrò e venne accolto dalle braccia di Chloé che lo strinsero al collo.
<< Adrien caro! Mi sei mancato tanto.>> Disse con voce stridula perforandogli un timpano.
<< Chloé, come stai?>> Le allontanò le braccia da lui e si sforzò di sorriderle.
Aveva promesso a Marinette che non ci sarebbero state altre donne e quindi doveva iniziare a mettere delle distanze tra loro. Sapeva che però alla biondina non sarebbe piaciuto affatto.
<< Perché mi scansi? Non ti sono mancata?>> Gli si fece di nuovo vicino con fare suadente e con l'indice gli percorse la line della mascella fino al collo. Adrien le bloccò la discesa della mano stringendogliela piano per levarla e superarla.
<< Ho da fare Chloé.>>
Sapeva essere così fastidiosa.
Si diresse nella sua stanza e da un nascondiglio nel muro tirò fuori i soldi da portare all'orfanotrofio.
Prima di uscire si guardò intorno ricordandosi del regalo per Juleka.
Ma dove lo aveva lasciato?
<< Adrien...qualcosa non va?>>
Poggiata alla porta c'era ancora la figlia del proprietario.
Come poteva scrollarsela di dosso senza essere troppo cattivo?
<< Non sono dell'umore, ho un sacco di cose a cui pensare e...eccolo!>> Da terra, vicino l'armadio, tirò su un cavallo in latta dipinto di marrone e bianco.
<< Davvero dopo giorni che non ti fai vivo non sai dirmi altro?>> Disse infastidita da quel comportamento.
Adrien si voltò scocciato verso di lei e le si avvicinò, più per uscire che per prestarle davvero attenzione.
<< Che dovrei dirti? Dovrei tornare come un marito torna da lavoro pronto a fare l'amore con la sua sposa? Ma che ti aspetti? >>
Forse aveva esagerato.
<< Non voglio...sei uno stronzo! Non voglio essere la mogliettina che ti aspetta, ma pretendo della considerazione.>> Incrociò le braccia al petto.
<< Hai ragione, mi dispiace, ma non ho davvero tempo adesso. Ci vediamo più tardi.>> La prese per le spalle e le diede un bacio in guancia, la scansò e si sbrigò a scendere per le scali scricchiolanti.
Salutò calorosamente i proprietari e si rimise a camminare per la strada.
Si, più tardi si sarebbe visto con Chloé e le avrebbe parlato, non sapeva bene cosa le avrebbe detto, ma doveva mettere la parola fine sui loro incontri sessuali.
Arrivò davanti alla grande struttura e bussò energicamente, gli venne aperto dalla solita signora pienotta e gentile.
<< Adrien! >> Lo abbracciò contenta di vederlo.
<< Ciao Margò. Come stai?>> Ricambio il saluto caloroso.
<< Io bene, alcuni bambini sono peggiorati però. Sono così contenta che sei sano e salvo.>> Si allontanò terminando l'abbraccio e, dopo aver chiuso il portone, gli fece strada verso la sala grande.
<< Non mi uccide nessuno a me!>> Scherzò cercando di alleviare la brutta aria che aveva portato la frase della donna.
Sperava tanto non fosse Juleka quella peggiorata.
<< Adrien!>> un gruppo di mocciosi gli si buttarono addosso facendogli quasi perdere l'equilibrio.
<< Ei, piano, pulci.>> Rise per quell'accoglienza. Era sempre un piacere tornare la.
<< Resti con noi oggi?>>
Abbassò lo sguardo e si accorse che a parlare era stato Felix, un bambino che all'inizio gli aveva dato del filo da torcere, era freddo e impassibile e non si apriva con nessuno. Piano piano si era lasciato andare e si era conquistato la sua fiducia.
<< Non posso, Felix, ma ti prometto che un giorno di questi...>>
<< Ma devo raccontarti una cosa!>> Lo interruppe per lamentarsi.
<< Cosa? Puoi dirmela ora.>> Si piegò verso di lui per arrivare alla sua altezza.
<< Ecco io...io...>> Era diventato completamente rosso.
Cosa gli prendeva?
<< Felix ha la fidanzatina!>> Lo canzonò un altro bambino.
<< Non è vero! >> Si difese.
<< Non c'è niente di male, sai? >> Adrien gli sorrise dolcemente lasciandogli un buffetto sulla testolina bionda.
<< Ma non è la mia fidanzata. Però mi piace.>> Arrossì ancora di più.
<< Lei lo sa?>> Adrien si piegò sulle ginocchia.
<< Le ho scritto una lettera.>> Sembrava andarne davvero fiero e anche Adrien era fiero di lui e dei suoi passi avanti.
<< Grandioso! Ma allora sei già avanti! E lei?>>
<< L'ha chiamata "principessa" nella lettera!>> giocò ancora un altro bambino.
<< Allora sicuramente cadrà ai tuoi piedi. >> Gli fece l'occhiolino.
<< Non si prende in giro un innamorato, Pierre.>> Rimproverò l'altro ragazzino. << E poi vi svelo un segreto, anche io sono innamorato e, come te, lei è la mia principessa.>>
Non fece in tempo a crogiolarsi negli sguardi felici e stupiti dei due che sentì gridare di nuovo il suo nome.
Si girò subito per vedersi arrivare addosso Juleka.
<< Eccola la mia ragazza!>> La prese in braccio e la fece volare tenendola sopra la testa.
<< Sei tornato Adrien!>> Disse riempiendogli il cuore di gioia.
<< Non potevo starti lontano così a lungo.>>
La bambina gli strinse le braccia al collo e lui sistemò meglio il braccio per tenerla più saldamente.
<< Come stai?>> Le chiese sorridendole.
<< Bene.>> Sorrideva e ne sembrava davvero convinta, ma lui aveva notato quanto si fosse dimagrita ancora. Le guance ora erano scavate.
<< Fai tutto quello che ti dice Margò? Mangi tutto?>> La guardò con giocoso sospetto.
<< I broccoli non mi piacciono!>> Si lamentò.
<< Hai ragione, puzzano.>>
<< Adrien, non dovresti dirle queste cose. Deve mangiare tutte le verdure. I broccoli fanno bene.>> Lo riprese severamente la donna.
Adrien le diede le spalle e guardando solo i bambini fece una smorfia che li fece scoppiare a ridere.
La risata di Juleka si trasformò presto in un attacco di tosse che la feceva respirare a fatica.
Il ragazzo fu preso dal panico e guardò la responsabile.
<< Portiamola in camera sua.>>
La risoluzione che aveva mostrato la donna fece capire ad Adrien che quelle crisi respiratorie erano diventate abbastanza frequenti.
Fece come detto e si sbrigò a salire verso le camere e a poggiarla sul suo letto, ovviamente tenendogli la schiena alzata.
<< Ei, piccola, ci sono io. Respira. Con calma. Concentrati.>>
<< Prendi questo e aiutala a respirarlo.>>
Adrien prese l'oggetto che aveva in mano Margò e mise il bocchettino tra le labbra della bambina.
<< Dai respira. Brava così. Sei bravissima. Ho una ragazza bravissima, vero?>> Cercò di incoraggiarla e di tenere viva la sua attenzione.
Quando vide che la tosse stava diminuendo e che il colorito stava tornando rosato, si permise di rilassarsi di nuovo.
<< Brava tesoro, ora riposati.>> Margò le accarezzò la testa e le sorrise dolcemente.
<< Cos'è questo coso?>> Chiese Adrien mostrando alla donna l'oggetto che gli aveva dato.
<< Ce l'ha dato il dottore, l'aiuta a prendere più ossigeno.>> Spiegò.
<< Da quanto sta così?>> Si alzò dal letto. Era molto scosso.
Teneva molto a quella bambina.
<< Adrien, non qui.>> Lo ammonì nuovamente la governante.
<< Adrien...resti con me?>>
Sentì la voce flebile e roca della piccola Juleka e percepì il tocco delicato della sua mano sulla sua gamba.
Strinse i pugni. Prese coraggio e si voltò per sorriderle. << Certo, piccola.>>
Prima di dare completa attenzione alla bambina, dalla cintura staccò il borsellino con i soldi e lo diede a Margò.
La donna sorrise e lo ringraziò prima di lasciare la stanza.
Adrien si mise seduto vicino alla piccola Juleka e tornò a sorriderle.
<< Ho un regalo per te.>>
Prese il gioco che aveva lasciato sul letto e glielo porse. Il viso della bambina si illuminò di gioia.
<< Grazie, grazie!>> Lo prese subito tra le mani e se lo rigirò per studiarlo.
<<È un primo prototipo, ma si muove.>> Disse orgoglioso del suo regalo.

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