Capitolo 3

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Sigh.tanc ha appena pubblicato una storia.

Sbloccai velocemente il cellulare e cliccai l'immagine del profilo circondata dalla linea fucsia.
Bello come il Sole dopo la pioggia, Tancredi era in compagnia di Lele. Stesi sul letto uno accanto all'altro sorridevano alla fotocamera mentre, sullo sfondo, Gian e Diego si sfidavano in qualche lotta sulla playstation.

Il box delle domande ricopriva l'angolo sinistro della foto: d'istinto lo sfiorai col dito.

"Ti seguo solo da ieri e già hai migliorato le mie giornate. Vorrei tanto conoscerti per ciò che sei davvero.".

Presi un respiro e inviai. Sapevo non avrebbe mai risposto, ma mi piaceva pensare che almeno leggesse il mio pensiero, anche senza renderlo pubblico ai suoi followers.

Bloccai lo schermo del cellulare riprendendo concentrazione sul libro di storia aperto sulla scrivania davanti a me, afferrai l'evidenziatore e iniziai a distinguere date e avvenimenti più importanti segnando, di tanto in tanto, qualche appunto a lato delle pagine.

Nonostante il cellulare non squillasse mai, controllavo insistentemente la presenza di nuove notifiche con il piccolo barlume di speranza di ricevere un qualsiasi tipo di segnale da Tancredi. Ma niente.
Decisi così di rinchiuderlo nel cassetto fino a quando non avrei terminato la mia sessione di studio: la data della verifica sommativa si avvicinava ed era ora di prepararsi.

Restai a testa china sul libro per un lasso di tempo che mi sembró infinito: erano ormai le sei di sera ed erano trascorse tre ore senza sfiorare o sbirciare il cellulare. Mi concessi una pausa estraendolo dal cassetto in cui l'avevo precedentemente rinchiuso: ciò che vidi mi fece mancare il respiro.

Fui costretta ad assestarmi qualche pizzicotto sulle braccia per accertarmi che non fosse solo frutto della mia immaginazione o del sovraccarico di studio, ma quella notifica continuavo a vederla molto bene.

Sbloccai il cellulare con le mani tremanti e aprii i direct di instagram. Lassù, in cima alle chat, il nickname di Tancredi dominava lo schermo facendomi impazzire il cuore, che smozzava la tachicardia con qualche battito perso.

"Mai dire mai".

I miei occhi si fecero lucidi tingendosi di un lieve rossore, una lacrima mi rigó la guancia mentre le mie mani non smettevano di tremare.
Non potevo crederci, non potevo davvero essere così fortunata. Eppure era lì, il suo nickname, il suo messaggio. Tancredi Galli mi aveva scritto e io mi sentivo la persona più felice e leggera di tutto il mondo. La consapevolezza di non avere speranze scomparve con la facilità con cui si ruba una caramella a un bambino innocente e indifeso, mentre il pensiero di avere la possibilità di incontrarlo inalava la mia mente ormai su di giri.

"Spero con tutto il cuore di poter ricevere anche un semplice abbraccio. Che se è tuo, non è affatto semplice. Sarebbe il regalo più bello di sempre, l'emozione più forte che mai." Inviai.

Portai il cellulare al petto e lo strinsi con forza e debolezza allo stesso tempo. Il mio corpo era fuori controllo: il cuore viaggiava verso grandi orizzonti mentre la mente un po' già lo sapeva ch'era stato solo un caso, che la conversazione non avrebbe mai avuto un seguito.

Peró ero felice anche così. Mi aveva notata tra le mille domande che aveva sicuramente ricevuto, aveva sprecato uno spicchio del suo tempo per rispondermi mandandomi in panne la testa e il cuore. Per lui, magari, non significava nulla: era abituato a rispondere ai complimenti, all'affetto delle sue fan e al loro desiderio di abbracciarlo. Io, per lui, ero una delle tante ragazze che lo seguivano; lui, per me, era il più grande traguardo che potessi raggiungere.

Attaccai le cuffiette al cellulare e mandai in risproduzione Sentimenti di Lorenzo Ciaffi,

"[...]Vaffanculo ai sentimenti
vorrei poterti dire ciò che provo e non mentirti
darti cento baci senza mai stancarmi
e sono cento volte che ci baciamo brilli
ma siamo sempre noi negli stessi panni[...]"

La mia mente proiettó un bellissimo sogno a occhi aperti: una spiaggia vuota, il tramonto sul mare a tingere le onde di un arancione acceso riflesso dal cielo che salutava il Sole preparandosi all'arrivo della Luna. Due birre e una sigaretta che passava dalle labbra di Tancredi alle mie. Lunghi discorsi, i miei occhi persi nei suoi così lucenti e profondi. Il suo sorriso ad accendere il mio, per poi baciarlo con tanto sentimento.

Sorrisi a occhi chiusi passandomi una mano sulla fronte: continuavo a riporre speranze di carta sul
fuoco dell'impossibilità che tramutava in cenere ogni parte di me, mentre il fumo provocato dall'ustione lasciava il mio corpo per riprendere il suo circolo.

Quando riaprii gli occhi si erano ormai fatte le sette e mezza di sera: mamma sarebbe rientrata a breve così decisi di preparare qualcosa per cena. Mi addentrai nella cucina perfettamente ordinata: mamma era una maniaca delle pulizie e dove passava lei regnava sempre un ordine quasi spaventoso.
Acesi il fuoco sotto la pentola riempita di acqua e nell'attesa che bollisse, passai in rassegna un canale dopo l'altro nel tentativo di trovare qualcosa di interessante in televisione.

Quando lo schermo del mio cellulare si illuminó mostranodmi una notifica di instagram, il mio cuore perse di nuovo un battito. Lo afferrai speranzosa di leggere quel nome tanto atteso e ammetto che una fitta di delusione mi colpì il petto quando visulizzai la notifica di Jasmine. Un sorriso di rimprovero si allargó sul mio viso: davvero ci avevi creduto? Non hai ancora capito che non ti noterà mai?
Conversare col mio subconscio non era mai stato rassicurante: la mia mente era purtroppo priva di tatto.

Tornai in cucina sentendo scoppiettare le bollicine dell'acqua sul fuoco, aggiunsi il sale e buttai la pasta mentre, nella pentola accanto, il sughetto al tonno stava cuocendo emanando un profumino davvero invitante. Mi fiondavo sul cellulare a ogni notifica, la speranza che conservavo non accennava a spegnersi nemmeno per un secondo. Una parte di me sapeva già ch'era stato solo un caso che avesse risposto al mio messaggio; l'altra parte, quella con la testa tra le nuvole che tanto amava le fiabe, credeva ancora in una meravigliosa illusione.

Salutai mamma con un bacio sulla guancia quando fece il suo ingresso a casa, meravigliata dalla mia decisione di cucinare la cena.
"Qui c'è sotto qualcosa, non me la racconti giusta." Mi rivolse uno sguardo indagatore a occhi appena socchiusi.
"No, mamma. Ero solo...felice." Sorrisi prima di sparire di nuovo dietro la porta della cucina dove la mia apparentemente-buonissima pasta era quasi pronta.

Posai la pentola bollente sul centrotavola prima di iniziare a rimpire i piatti.
"È squisita, tesoro." Si complimentó mamma portando tre penne alla bocca con la forchetta e gustandole sorpresa. La ringraziai facendo lo stesso.

Fu proprio in quel momento che il mio cuore cessó di battere per alcuni secondi. Rischiai di soffocarmi con ciò che stavo masticando quando il cellulare si accese mostrandomi il nome di Tancredi. Tossii lasciando cadere la forchetta nel piatto.

"Tesoro, tutto bene?" Domandó mamma allarmata. Annuii in uno stato di trans non riuscendo a staccare gli occhi da quella notifica. Forse non erano poi così vane le mie speranze.

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Eccovi il terzo capitolo! Cos'avrà scritto Tanc a Sofia? Potrete scoprirlo stasera o domani quando pubblicheró il capitolo successivo! Siete curiose? Un bacio😘

TI GUARDO FISSO E TREMO - Tancredi GalliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora