Capitolo 25

2.2K 100 18
                                    

Era tracorsa ormai una settimana da quando io e Tancredi, o meglio, io, avevo deciso di prendere le distanze. Ogni giorno pareva uguale a quello precedente, ed effettivamente lo era: scuola, casa, pranzo, studio, cena, riposo. Ero entrata in un loop di monotonia tale da portarmi quasi all'esaurimento.

Continuavo imperterrita a sperare in una qualsiasi notifica che mi mostrasse il suo nome, che sarebbe stata in grado di riaccendere quella fiamma dentro me, la stessa ch'era ormai flebile.

Era un ordinario sabato pomeriggio che trascorrevo, come al solito, nel bar del centro in compagnia di Jasmine e Camilla. Mentre le loro risate si facevano lontane, il mio pensiero corse a Tancredi.

Cosa starà facendo? Mi starà pensando? Sarà a casa con gli altri ragazzi? O magari saranno in giro per le strade di Milano.

"Terra chiama Sofia! Ci sei?" Richiamó la mia attenzione Jasmine scuotendomi una mano davanti al viso.
"Si, scusatemi." Risposi scuotendo la testa.
"Allora, sei dei nostri?" Domandó Jas rivolgendomi uno sguardo speranzoso nell'attesa di una mia risposta.

Non avevo idea di cosa stessero parlando le mie amiche, l'immagine di Tanc mi aveva fatto perdere il filo del discorso da diversi minuti, proiettandomi in un mondo fatto su misura per i miei sogni.

"Sof, va tutto bene?" Camilla mi rivolse uno sguardo preoccupato, accennó un sorriso confortante prima di posare una mano sulla mia gamba.
"Si, ero...stavo solo pensando ad altro." Ammisi stringendomi nelle spalle.

"Stasera Patrik darà una festa in una villa privata. Ha assicurato la possibilità di entrare a chiunque fosse interessato, purché venga comunicato entro le cinque in modo da poterlo inserire in lista. Ti va di unirti a noi?" Mi rispiegò dolcemente Cam.

Leggevo la speranza di una mia riposta affermativa nei loro occhi, ma temevo che avrei dovuto deluderle. Sarebbe stata un'occasione perfetta per distrarmi dalla mia vita che stava lentamente andando a rotoli, ma d'altronde non avrei avuto modo per divertirmi: l'unica cosa che volevo, da una settimana a quella parte, era poter scomparire nuovamente tra le braccia di Tancredi, dandogli il consenso di toccare con mano la mia vita con la consapevolezza che avrebbe potuto anche distruggerla. Ma non mi importava, da lui mi sarei lasciata sgretolare in milioni di frammenti se solo dopo, con le sue stesse mani, mi avesse ricomposta.

"Non lo so, ragazze. Non penso sia una buona idea." Dissi con un filo di voce, attenta a non incontrare i loro occhi.
"Dài Sof, ti farà bene! Poi stiamo parlando di Patrik!" Esultó estasiata Jasime portandosi le mani sul petto.

Patrik non era altro che il ragazzo più desiderato e idolatrato della scuola. Frequentava il quinto anno e, con il suo fascino da angelo dannato, rendeva ogni ragazza totalmente pazza di lui. Io non trovavo niente di speciale in lui. Certo, era un bel ragazzo, ma niente che mi facesse particolarmente perdere la testa, niente che somigliasse a Tancredi.

Penso che ciò che facesse cadere il genere femminile ai suoi piedi fossero i suoi occhi glaciali che creavano un contrasto disarmante con i capelli color pece. Senza dubbio aveva dei lineamenti degni della copertina di una rivista di modelli, con la mascella perfettamente squadrata al punto giusto e un sorriso perfetto, ma cos'era la bellezza se poi, dentro di lui, regnava il vuoto più totale?

Trascorsi diversi secondi con lo sguardo perso nel vuoto, analizzando ogni pro e ogni contro della mia presenza a quella festa: avrebbe potuto migliorare la situazione così come, al contrario, avrebbe solo potuto peggiorarla.

"Tu verrai alla festa, vero?" Mi domandó Andrea distogliendomi dai miei pensieri. Non mi ero neppure accorta della sua presenza: quanto era arrivato? Da quanto tempo stava in piedi davanti a me a fissarmi con sguardo accigliato?

"Io..." Iniziai, ma venni interrotta da Jasmine che rispose al posto mio: "Si, verrà con noi!" Disse entusiasta.
Risi scuotendo la testa e passandomi una mano sulla fronte.
"In realtà non lo so ancora.".

"Dài Sof, non puoi mancare!" Insistette Andrea.
"Non credo sia il caso di venire, tutto qua." Feci spallucce nella speranza che capisse il mio parziale rifiuto.

Andrea era sempre stato ragionevole e comprensivo nei miei confronti, perció contavo sul suo appoggio nell'evitare l'inserimento del mio nome in quella dannata lista degli invitati. Con mia grande sorpresa, peró, il suo viso assunse un'espressione allarmata. Saettó gli occhi tra le mie amiche che ricambiarono il gesto per poi guardarsi tra di loro.

Cosa stavano tramando? Mi stavano nascondendo qualcosa? Cosa si celava dietro a quella storia della festa?

Andrea si fece serio tentando di mantenere una postura normale, dopo aver evidentemente colto la confusione nella mia espressione.

"Sofia, ti fidi di me?" Domandó.

Alzai gli occhi al cielo: da quando lo conoscevo, quella domanda precedeva sempre una richiesta con un velo di supplica, qualcosa che lui voleva che io facessi o accettassi. Sorrisi scuotendo il capo prima di annuire.

"Allora credimi. Non te ne pentirai. Vieni con noi.".
La sua voce tremava nonostante il suo impegno nel mostrare una certa sicurezza. Mi accigliai.

Era evidente che mi stessero nascondendo qualcosa: quegli sguardi fugaci, il terrore di un mio no deciso e convinto, l'insistente richiesta di unirmi a loro.
In una normale occasione si sarebbero fermati a una prima risposta, essendo pienamente a conoscenza del mio disprezzo verso le serate alcoliche, cosa c'era di diverso a quella festa? Perché volevano a tutti i costi che io partecipassi?

"Ah, quasi dimenticavo!" Disse Andrea allungando un braccio nella mia direzione. Teneva in mano una borsa bianca il cui contenuto mi era ancora sconosciuto.
"Vorrei che indossassi questo, stasera. Guardalo; cosa ne pensi?".

Afferrai incerta la busta da cui estrassi un abito mozzafiato: sgranai gli occhi. Il corpetto era color panna e interamente ornato da un pizzo della medesima tonalità che pareva formare un motivo floreale; la lunghezza era invece dominata da un nero opaco e sovrastata da un velo di tulle. A circondare la vita eranno tre file di brillantini, disposti a regola d'arte, che simulavano una sorta di cintura. Wow.

"Dove lo hai preso?" Domandai con l'adorazione negli occhi. Doveva aver speso una cifra enorme per quella meraviglia di stoffa!
"Questo non importa. Promettimi solo che verrai e indosserai questo vestito." Mi rivolse uno sguardo dolce e speranzoso. Sorrisi continuando a riflettere sulla proposta mentre le sue precedenti parole mi ronzavano in testa: non te ne pentirai.

===

Ciao cuoricini! Come vi sembra? Cosa pensate che succederà alla festa? Spero vi piaccia, un bacio😘

TI GUARDO FISSO E TREMO - Tancredi GalliWhere stories live. Discover now