Capitolo 16

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"Ho bisogno di parlarti." Mi disse Filippo afferrandomi il polso mentre la mandria di studenti uscita disordinatamente dall'istituto.

Era ormai l'una del pomeriggio e le lezioni erano finalmente terminate. Acconsentii alla richiesta del mio amico sperando che il suo discorso occupasse poco tempo: avevo una voglia matta di stendermi sul letto, videochiamare Tanc e scambiarci qualche risata prima di mettermi a studiare.

"È il momento più sbagliato per dirtelo, lo so..." Inizió Filippo. Per dirmi cosa? Fa che non sia ció che credo, pensai incrociando le dita infilate nella tasca della felpa. "Voglio dirtelo prima che sia tardi anche se probabilmente è già troppo tardi...".
A quel punto ne ero certa: era esattamente quello che temevo.

"Sofia, tu mi piaci. So che non ti importa ora, capisco che con quel Tancredi le cose vadano bene e tu, insomma...tu ti stai innamorando. Sono stato nascosto per troppo tempo e ora non sai quanto me ne stia pentendo." Fece una paura sospirando, io restai a bocca aperta. Me l'aspettavo? Forse. Credevo avrebbe avuto il coraggio di dirmelo così? No.

"Scusami, non volevo complicarti la vita o mettere in disordine i tuoi pensieri. Volevo solo che tu lo sapessi." Disse prima di fuggire via, sparendo tra la folla a testa china. Impiegai qualche secondo per riprendermi da ciò che avevo appena sentito.

Aveva ragione, non mi importava, non in quel senso insomma. Il mio cuore era ormai stato catturato e intrappolato da Tancredi, ma cosa sarebbe successo con Filippo? Eravamo compagni di banco nonchè grandi amici...il nostro rapporto sarebbe andato in fumo? E avrei dovuto dirlo a Tanc?

Corsi velocemente alla fermata per evitare di perdere l'autobus di ritorno: tra gli insulti mattinieri e la fresca confessione di Filippo, mancava solo che rimanessi bloccata a scuola per altri quaranta minuti!
Fortunatamente il messo arrivó con un leggero ritardo perció riuscii a raggiungere casa rallentata dal traffico stradale. Le parole di Filippo continuavano a ronzarmi in testa mentre l'immagine di Tanc risiedeva nel mio cuore, legata a un lucchetto chiuso a chiave.

"Ciao piccola." Sorrise rispondendo alla videochiamata.
"Hei." Lo salutai gioiosamente mentre i suoi occhi brillavano di luce propria.
"Com'è andata a scuola?" Domandó. Una sensazione di panico mi assalì: cosa dovevo fare?
Forse sarebbe meglio non farlo preoccupare, pensai indecisa sul da farsi, peró non dovrei nascondergli nulla.

Presi un respiro e parlai: "Insomma...".
"Qualcosa non va?".
"Oh, no. È tutto ok. Solo qualche giudizio affrettato e una dichiarazione...".
"Spiegati." Disse in tono secco.
"Niente di cui preoccuparti. Alcune ragazze mi hanno attaccata dicendo che esco con te solo perché sei famoso..." Ammisi.
"Ma è ridicolo! Tu non volevi nemmeno che si sapesse." Prese le mie difese in tono divertito.

Ero felice che almeno lui avesse capito che il mio interesse andava ben oltre i suoi milioni di followers.
"E la dichiarazione?" Domandó. Il cuore prese ad accelerare il battito: Come l'avrebbe presa? Si sarebbe arrabbiato?

"Un amico mi ha chiesto di noi, se...ecco, se stessimo insieme. Poi mi ha confessato di avere una cotta per me da un po' di tempo..." Dissi tentando di mantenere un tono neutro e calmo, l'opposto di ciò che ero.
"E tu?" Domandó avvicinandosi di più allo schermo e assumendo un'espressione di attesa. Feci spallucce.
"Gli ho detto che le cose tra me e te sembrano andare bene.".
"Solo questo?".
"Si. Cos'avrei dovuto dirgli?".
"Che sei mia, Sofia.".

Il cuore saltó un battito a quelle parole: ero sua ed era tutto ciò che volevo. Sorrisi mordendomi il labbro inferiore.

"Ah si? Sono tua?" Domandai istigandolo. Sorrise compiaciuto.
"Si. Sei solo mia.".

La conversazione proseguì nel migliore dei modi: parlammo e ridemmo tanto; nel salutarci scese anche qualche lacrima ma entrambi sapevamo che ci saremmo stati, sempre. Gli spiegai che avrei dovuto studiare per un'interrogazione ma l'avrei richiamato non appena avrei finito di ripetere l'argomento.

Mi fiondai subito sui libri in modo da poter parlare con lui il prima possibile. La storia non mi era mai piaciuta ma fortunatamente avevo una buona memoria perciò mi tornava facile imparare quella quantità assurda di pagine.

Sottolineai con diversi colori le date, gli imperatori e gli avvenimenti, facendo alcuni schemi di collegamento per creare il senso logico dell'argomento: scrivere mi aiutava a memorizzare meglio il tutto. In seguito tentai di ripetere ciò che mi ricordavo ed ero già a buon punto: sarebbero bastate un paio di lette in più e sarei stata pronta. Così feci. Continuai a ripetere il capitolo a me stessa, davanti a uno specchio, immaginando di essere faccia a faccia con la professoressa.

Quando finalmente sentii di essere in grado di sostenere l'interrogazione, chiusi il libro e afferrai il cellulare dove trovai diverse notifiche di Tanc.

"So che stai studiando, ma fai presto.".
"Voglio sentirti.".
"Ci manchi.".
Seguiti da una foto che ritraeva lui e Lele sdraiati sul letto con l'espressione triste.
"Manchi anche a loro.".
Seguito da un'altra foto in cui Diego e Gian simulavano un cuoricino con le mani.

Sorrisi davanti alla dolcezza dei miei amici.
Decisi di non rispondere su whatsapp ma lo videochiamai direttamente. Rispose dopo un paio di squillo mostrandomi il sorriso più bello di sempre.

"Amo!".
Cosa? Amo? Mi ha chiamata "amo"? Ho sentito bene? Milioni di complessi si fecero spazio nella mia mente e la mia espressione doveva apparire alquanto sorpresa, ma anche tanto felice.

"Hei!" Lo salutai allegramente.
"Hai studiato?".
"Si, tutto.".
"Che brava ragazza." Sorrise. E anch'io.
"Dove sono gli altri? Fammeli salutare dài!".

"Lele, Gian, Diego!" Gridó spostando lo sguardo alla sia destra: dovevao sicuramente essere sul divano a giocare alla play o a registrare qualche tiktok.

Sentii i loro passi avvicinarsi dal microfono.
"C'è una persona che vi vuole salutare." Disse Tanc prima di girare lo schermo.
"Sofia!" Esultarono in coro gettandosi accanto a Tanc in modo da comparire tutti e quattro nella chiamata.
"Come stai?" Mi domandó Lele.
"Bene! Voi come state?".
"Bene. Quando torni da noi?" Si intromise Diego.
"Amico, mi fa piacere che andiate d'accordo. Ma lei è mia." Esordì Tanc divertito.

Lei è mia. L'aveva detto di nuovo. Poteva sembrare affrettato, ma era così bello sentirglielo dire.

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Ciao! Scusate se il capitolo non è il massimo e se ho impiegato qualche giorno a pubblicarlo ma ultimamente i prof. stanno assegnando un sacco di compiti e penso di poter impazzire a breve.
Spero vi piaccia comunque, un bacio😘

TI GUARDO FISSO E TREMO - Tancredi GalliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora