Capitolo 27

2.2K 103 11
                                    

Sentii il terreno mancare sotto ai miei piedi quando finalmente, dopo un lasso di tempo troppo lungo, incontrai di nuovo il suo sguardo e potei perdermi una volta ancora nel profondo verde dei suoi occhi così confortanti.

Vestito di una camicia nera infilata in un paio di jeans dello stesso colore, Tancredi era in piedi esattamente sotto il mio sguardo sbalordito ed emozionato: mi assestai un pizzico sul braccio, tentando di non farmi notare, nel tentativo di acquisire la certezza che non fosse solo un meraviglioso sogno destinato a svanire con il fastidioso suono della sveglia.

In pochi secondi il mio corpo si ritrovó a tremare tra le sue braccia, stretto al punto da assorbire anche il suo sentimento di mancanza nei miei confronti.
In quel preciso istante provai la sensazione di trovarmi al centro di un mare in tempesta, chiusa in una bottiglia di vetro che mi riparava da ogni agente esterno. La musica, così come le grida dei presenti, si fecero via via più lontane mentre il mio cuore riprese a battere dopo un lungo periodo di apnea.

"Non piangere, piccola." Mi disse accarezzandomi la schiena con una mano.

Potevo sentire il suo cuore battere all'unisono con il mio, il suo respiro sul mio collo scoperto dai capelli raccolti in una coda di cavallo alta. Per la prima volta mi accorsi che, insieme alle mie, anche le sue gambe tremavano sotto il mio tocco. Dopo pochi istanti sciolse l'abbraccio imponendo ai nostri sguardi di incontrarsi, alle nostre anime di ricongiungersi.

Quando tutto attorno a noi riprese movimento e colore, le sue labbra si fiondarono sulle mie, assaporandole come fossero la droga più potente di cui non poteva fare a meno. Il sapore della vodka evidentemente bevuta da poco si fuse con il dolce gusto di cocco delle sue labbra; le sue mani mi stringevano i fianchi mentre le mie erano saldamente posate sulle sue guance, con il timore che tutto ciò che stavo vivendo potesse svanire da un momento all'altro.

Non ricordavo da quanto tempo non mi sentivo così in pace con tutta me stessa, totalmente governata da quella sensazione di completezza interiore che pareva farmi toccare il cielo con un dito.

"Mi sei mancata da morire." Disse Tanc ancora sulle mie labbra. Sorrisi scostandogli i ricci che ricadevano sulla sua fronte prima di stampargli un altro bacio colmo di desiderio e passione.
"Anche tu, Tanc.".

Quando sentii una voce familiare schiarirsi al microfono del dj, mi voltai con uno scatto fulmineo verso Jasmine che teneva gli occhi puntati su di me.

"Buonasera ragazzi! Perdonatemi se interropo questa meravigliosa musica ma sento il bisogno di fare un annuncio.
Per cominciare volevo scusarmi con la mia migliore amica per averla obbligata a unirsi a questa festa, nonostante il suo continuo rifiuto, senza fornirle nessuna ragione concreta.
In secondo luogo, volevo ringraziare Andrea per essersi messo a mia disposizione aiutandomi a portare qui Sofia.
E infine, il tassello più importante: un enorme ringraziamento a Tancredi Galli che, da Milano, è venuto fin qui per coronare il suo grande sogno d'amore, ovviamente seguito da Lele, Gian e Diego!
Grazie a tutti ragazzi e, Sofia, spero di averti resa un po' più felice.".

Lacrime di emozione rigarono le mie guance tracciando qualche linea scura di mascara colato. Sorrisi portandomi le mani sul cuore senza riuscire a staccare lo sguardo dalla mia amica.

"Che aspetti? Vai ad abbracciarla, dài!" Mi incitó Tanc accarezzandomi delicatamente la spalla.

Mi feci spazio tra la folla raggiungendo, a forza di spintoni e gomitate, la mia amica. Allacciai le braccia al suo collo mentre lei, poco più di alta di me, mi strinse la vita alzandomi di qualche centimetro da terra.

"Sei la migliore amica che io abbia mai avuto, Jas." Le dissi tra singhiozzi alternati a sorrisi.

La sensazione che provavo in quel momento era qualcosa di inspiegabile: cos'avevo fatto per essere così fortunata ad avere attorno persone che tenevano così tanto a me? Cos'avevo di così speciale in me? E, soprattutto, meritavo tutto quello che avevano fatto?

Mentre il mio cuore era sul punto di scoppiare di gioia, sentii Jasmine togliere lentamente un braccio dal mio corpo, allungandolo nell'altra direzione. Alzai la testa confusa prima di voltarmi spinta dalla curiosità.

Fu in quel momento che vidi Tancredi, sorridente e luminoso come sempre. I suoi occhi brillavano di luce propria mentre stringeva il microfono tra le mani tremanti. Jasmine si scostó, affiancandomi e posando una mano sulla mia schiena in segno rassicurante. Assunsi un'espressione a dir poco intimorita prima di saettare lo sguardo tra tutti i presenti: cosa stava facendo?

"Beh, che dire. Penso sia arrivato il mio turno di annunciare ciò che avrei voluto dire diverso tempo fa." Inizió strofinandosi una mano sulla coscia. Quando le voci si zittirono, fu il silenzio a dominare l'atmosfera della serata che si riveló la migliore della mia vita. Tanc sospiró a occhi chiusi mentre portai una mano sul mio cuore accelerato come a impedire che schizzasse fuori dal petto.

"È da tempo che ti ho conosciuta, Sofia, e fin dal primo istante ho capito che non eri come le altre. Ti sei interessata a me, alla persona che sono, fregandotene della mia fama che tutti sfruttano per essere conosciuti. Non sono esperto in questo genere di cose, non sono il tipo da dichiaraioni smielate davanti a un pubblico di persone troppo curiose, ma è arrivato il momento di aprire il mio cuore. Fin dal primo istante ho provato qualcosa; qualcosa di strano, qualcosa che mai prima d'allora mi era capitato di assaporare. Il primo giorno che ti ho vista, ho guardato la mia immagine riflessa nei tuoi occhi e da quel momento ho capito. Ho capito che saresti stata tu la persona che avrei chiamato casa, quella che avrei visto come punto di riferimento in mezzo al tremendo chaos della vita, la luce della salvezza in fondo al tunnel dell'oscuro oblio che accompagna ogni negatività. In questo periodo ho rispettato la tua scelta di prendere le distanze, comprendendo la tua insicurezza scaturita da quell'orribile notizia che dominava il web fino a pochi giorni fa, e mi sento in dovere di ringraziarti per questo. Grazie, perché questa situazione mi ha permesso di capire cosa sei davvero per me ma, soprattutto, di capire che senza di te non ci voglio stare. Quindi, Sofia, penso sia arrivato il momento di rendere ufficiale quel noi che custodivamo con tanta gelosia: vuoi essere la mia ragazza?".

Solo quando finì di parlare mi accorsi di essermi imbambolata a bocca aperta, con le mani sul cuore e le guance nuovamente rigate dalle lacrime. Avevo sentito bene? Mi aveva appena chiesto di essere la sua ragazza, in quella casa, davanti a più della metà della mia scuola.

Dalla folla scaturì un grido affermativo, seguito da alcuni fischi e qualche applauso.
Sorrisi prima con il cuore, poi con le labbra. Mi avvicinai a lui e allungai timidamente la mano tremante nella sua direzione afferrando il microfono.

"Si, voglio essere la tua ragazza. Ora e per sempre.".

Le sue labbra sulle mie, le sue mani tra i miei capelli, il suo corpo sul mio. Quella sera capii che quello era tutto. Era tutto quello che volevo.

===

Eccoci qua con la coppia finalmente formata! Cosa ne pensate?
Ci tenevo a precisare che la dichiarazione al microfono davanti a tutti potrebbe non risultare una cosa molto romantica, ma questo deriva dal fatto che Tanc era a conoscenza della sofferenza di Sofia prodotta dai giudizi degli altri, perciò questo è servito anche a mettere a tacere le malelingue. Spero comunque vi piaccia, un bacione!😘

TI GUARDO FISSO E TREMO - Tancredi GalliOù les histoires vivent. Découvrez maintenant