Capitolo 7

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Il tabellone del secondo binario presentava il ritardo di quindici minuti. Tirai un sospiro di sollievo prima di portarmi una mano al petto accasciandomi contro uno dei pilastri, esausta.
Tanc mi rivolse un sorriso.

"Quanto impiegherai ad arrivare a casa?" Domandó tenendo gli occhi fissi nei miei.
"Un'ora e quarantacinque circa" Risposi tentando di riportare il mio respiro a uno stato regolare. Sgranó gli occhi, io risi.
"Che c'è?" Domandai divertita.
"È tardi, ormai è buio. Tu sei sola. E i treni e le stazioni sono pericolose.".

Il mio battito già accelerato aumentò ulteriormente nel sentirlo preoccupato per me.

"Non preoccuparti, andrà tutto bene." Dissi tentando di rassicurare più me stessa che lui. Sapevo che aveva ragione, ma in quel momento non mi importava. Avevo lui accanto e questo mi bastava.

"Ascolta, Sof..." Inizió.
"Si?".
"Salva il mio numero. Per qualsiasi cosa, se hai paura o se qualcuno ti infastidisce, chiamami. Ok?" Mi rivolse un sorriso premuroso.
Restai per qualche secondo a bocca aperta prima di annuire ed estrarre il cellulare dalla tasca.

Memorizzai il contatto con il suo nome seguito da un cuore verde: verde come i suoi occhi magnetici che mi avevano rapita fin da subito.

"Tanc...".
"Si?".
"Posso farti una domanda?".
"Certo.".
"Tu fai...ecco...fai così con tutte le tue fan?".
"Cosa intendi?" Il suo sguardo si fece confuso.
"Intendo se ti comporti così con tutte. Mi hai presa per mano, mi hai portata sui Navigli, mi hai parlato di te. Abbiamo scherzato tanto, riso ancora di più. Mi hai persino riaccompagnata qui in stazione..." Mi sentii così stupida a porgli quella domanda, ma qualcosa dentro di me necessitava di avere una risposta. Tancredi sorrise sfiorandomi una guancia con un dito. Il suo sguardo si fece serio e ipnotico quando si posizionó davanti a me prendendomi il viso con entrambe le mani.

"No, Sofia. L'ho capito fin da subito che non sei come le altre.".
Ecco che il mio cuore saltó un battito, di nuovo.

La voce meccanica annunció l'arrivo del treno che mi avrebbe riportata a casa seguita, poco dopo, dal fischio dello stesso che si avvicinava al binario.
Tenevo gli occhi incollati a quelli di Tancredi come se una forza magnetica maggiore mi impedisse di distogliere lo sguardo. Ci sorridemmo mentre il treno rallentava accanto a noi.

"Mi raccomando, scrivimi." Disse stampandomi un bacio dolce sulla guancia. Annuii timidamente prima di abbracciarlo.
"Vorrei non dover tornare a casa. Vorrei non finisse mai." Dissi mentre una lacrima aveva già tracciato il suo percorso lungo la mia guancia.

"Ei, piccola, ci rivedremo. Ok?" Tentó di tranquillizzarmi asciugando la mia pelle bagnata.
"Grazie di tutto, Tanc." Dissi prima di voltarmi e sparire dentro all'odioso treno che mi avrebbe riportata alla mia solita vita monotona di tutti i giorni.

Lo salutai dal finestrino mentre il suo sguardo restava incollato al mio. Si bació la punta delle dita e soffió verso di me. Finsi di afferrare il bacio volante per poi posarlo sul cuore quando il treno partì. Guardavo Tanc mentre mi allontanavo tra le lacrime e ripetevo in testa le sue parole: ci rivedremo presto. Oh, Tanc, era l'unica cosa che speravo davvero.

Infilai le cuffiette e selezionai Troppo sguardi di Dandy Turner,

"[...]Troppo sguardi
rimaniamo uniti prima che fa tardi
starti accanto baby come fanno i grandi
mi dai un bacio, una carezza e non mi parli[...]"

Respirai a pieni polmoni il suo profumo impregnato nella mia felpa, chiusi gli occhi immaginando di averlo ancora accanto.

Dopo mezz'ora trascorsa a fissare il suo contatto indecisa sul da farsi, presi coraggio e inviai un messaggio su whatsapp: "Qui è tutto tranquillo, tranne me. Ho il tuo profumo addosso. Spero davvero di poterti rivedere presto.".

La risposta arrivó immediata, ma non era un messaggio. Il mio cellulare prese a squillare mostrandomi una chiamata in entrata da parte di Tanc. Sorrisi allo schermo e risposi con le mani ancora tremanti.

"Hei." La mia voce era spezzata dalle lacrime.
"Hei, non piangere. Sono qui.".
"Certo...mi passerà, non preoccuparti." Forzai un sorriso nonostante lui non potesse vedermi: sapevo che l'avrebbe sentito ugualmente.
"Brava, sorridi che sei bellissima".
Sorrisi di nuovo, ma stavolta non servì forzarlo: le sue parole mi arrivarono al cuore.

Chiusi gli occhi cullata dalla sua voce mentre continuavo a insiprare quel profumo che desideravo non svanisse mai dai miei vestiti.

"Non voglio disturbarti. Insomma, se hai da fare..." Dissi insicura: amavo il fatto che mi stesse tenendo compagnia in quel momento così triste, ma non volevo certo che perdesse tempo per me.
"Ma come ti permetti?" Disse divertito. "Sono stato io a chiamarti, e sicuramente non disturbi. Dovrai sopportarmi finchè non saró sicuro che sarai a casa, sana e salva.". Era incredibile la facilità con cui le sue parole riuscissero a trafiggermi l'anima e riempirmi il cuore.

"Ah, se questo significa sopportare, allora voglio farlo per sempre!" Risi, e anche lui lo fece.
"Chi ti dice che non sarà così?". Sentii di nuovo quel brivido, quello che solo lui sapeva farmi provare.
"Chi mi dice che domani non ti sarai già dimenticato di me?".
"Ti fidi di me?".
"Si(?)" Risposi assumendo più il tono di una domanda che di un'affermazione. Avrei dovuto fidarmi di lui? Ero sicura di essere l'unica ad aver ricevuto questo trattamento da parte sua? Non lo sapevo, non avevo certezze, ma qualcosa in me mi spingeva a fidarmi ciecamente.
"Allora credimi, non lo faró." Affermó pieno di sicurezza.

Dopo due ore di chiamata, un treno, un autobus e un tratto di camminata a piedi, arrivai esausta davanti alla porta di casa.

"Io sono arrivata a casa." Lo informai con voce rotta dalla tristezza di doverlo salutare.
"Ti lascio il tempo di entrare, mangiare e farti la tua doccia rilassante! Un paio d'ore ti bastano?".
"Penso di si." Risposi divertita ma confusa dalla sua domanda.
"Perfetto. Due ore e ti richiamo. Ciao piccola Sof." Mi salutó prima di riattaccare e lasciami immobile davanti a casa, inchiodata all'asfalto, con il cuore pieno e un sorriso smagliante in viso. Non potevo vedermi, non avevo uno specchio con me, ma sapevo per certo che in quel momento anche i miei occhi stavano sorridendo.

Due notifiche, una dietro l'altra, fecero illuminare lo schermo del mio cellulare non appena feci il mio ingresso nella mia camera:
lele.giaccari ha iniziato a seguirti ;
gianmarco_rottaro ha iniziato a seguirti.

Sorrisi inevitabilmente: e se Tanc gli avesse parlato di me? Se anche lui provasse ciò che provavo io?
Sarebbe meraviglioso, ma non devo correre troppo, pensai. In fondo per lui sarebbe stato semplice dimenticarmi, mentre per me non lo era affatto.
Incontrarlo aveva confermato tutte le idee che mi ero fatta su di lui: era un mistero da scoprire e la mia voglia di riuscirci non faceva che aumentare.

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Udite udite, settimo capitolo!🥳
Mi sto impegnando tantissimo per postare spesso visto i risultati che sto ottenendo!
Sono presa da questa storia tanto quanto lo siete voi!
Ciao amici, un abbraccio😘

TI GUARDO FISSO E TREMO - Tancredi GalliWhere stories live. Discover now