Capitolo 4

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Rilessi quel messaggio svariate volte, chiudevo e riaprivo gli occhi per accertarmi che fosse reale.

"Anche a me piacerebbe conoscerti.".

Per un attimo pensai di avere solo una fervida immaginazione, o di trovarmi protagonista di qualche strano sogno troppo realistico. Istintivamente mi precipitai nella home di instagram per poi tornare nella sezione dei direct: il messaggio era ancora lì, era reale. Tancredi Galli aveva appena scritto a me, una stupida e comune Sofia tra le tante, che avrebbe avuto piacere a conoscermi.

Un brivido scaturí dalle spalle fino ad arrivare ai piedi, un tremore spaventoso e inumano si impossessó del mio corpo, un colpo di calore seguito da uno di gelo, gli occhi arrossati, le lacrime che minacciavano di scendere. Panico: gioia, emozione, agitazione e adrenalina si unirono in un tutt'uno all'interno del mio petto che pareva esplodere da un momento all'altro.

"Non riesco a crederci! Dimmi solo che non è tutta un'illusione, nè un sogno troppo bello destinato a finire."

La sua risposta arrivó immediata: chissà se anche lui attendesse una mia notifica come io facevo con le sue. Non era possibile, stavo solo lasciando troppo spazio all'immaginazione. Mi aveva inviato due messaggi, non ci sarebbe stato niente di continuativo. In fondo, dal suo punto di vista, era solo una sorta di idolo che accontentava una sua fan.

"Mi piace conoscere le mie fan.".

Ecco confermato ogni mio pensiero: ero questo, per lui. Solo una fan. Che si, lo ero, ma non come le altre. Non amavo il Tancredi Galli che si atteggiava impersonando le melodie nei video Tiktok; ero incuriosita e interessata a conoscere il Tancredi Galli che si nascondeva dietro quella fotocamera, quello vero. Ma come avrei potuto pensare di riuscirci?
Semplice: gliel'avrei scritto. E così feci.

"Vorrei davvero conoscerti..." Tentai, ma così non poteva andare. Cancellai velocemente picchiettando le dita sullo schermo del cellulare.

Riproviamo: "È che nei tuoi occhi vedo cose che..." No, Sofia. Concentrati! Cancellai nuovamente.

"Sai, mi piacciono molto i tuoi video. Dio, mi sentivo così stupida a sorridere a uno schermo come se tu potessi davvero vedermi. Credo di essermi innamorata dei tuoi occhi: ci vedo qualcosa di più di ciò che mostri alla gente. Non sai cosa darei per poterci affogare dentro senza mai risalire." Così era molto meglio. Presi un respiro, sorrisi e inviai il messaggio.

Era incredibile come la consapevolezza di aver raggiunto l'obiettivo ormai principale della mia vita mi attribuiva quel senso di leggerezza e gioia che mi faceva sentire così piena, così in pace con me stessa.
Il mio sogno sarebbe potuto diventare realtà di lì a breve, e la forza che mi dava questa coscienza non era eguagliabile a nessun'altra emozione.

Aprii l'icona di Spotify e azionai la riproduzione di Il mio regalo più grande di Tiziano Ferro: mi lasciai cullare dalla sua voce profonda e sincera che intonava le sue parole...

"[...]Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché
di notte chi la guarda possa pensare a te
per ricordarti che il mio amore è importante
che non importa ciò che dice la gente perché
tu mi ha protetto con la tua gelosia che anche
che molto stanco il tuo sorriso non andava via
devo partire però se ho nel cuore la tua presenza
è sempre arrivo e mai partenza
il regalo mio più grande[...]"

Trascorsi un'ora buona ad aggiornare continuamente i contenuti di intagram: sapevo ch'era un ragazzo impegnato e mira di innumerevoli messaggi, ma ormai la mia mente era irremovibile sull'idea che davvero avrebbe potuto nascere qualcosa e il fatto di non ricevere più sue risposte mi demoliva dentro.

Sul punto ti mollare tutto, il trillo del cellulare mi risvegliò dalla mia stupida idea di gettare a terra le armi e fare due conti con la mia coscienza.

Due messaggi, uno dopo l'altro. Il nome di Tancredi a dominare lo schermo del mio telefono.

"Nessuna mi aveva mai detto una cosa simile...".
"Credo che io e te andremmo molto d'accordo!".

Portai il cuscino a coprirmi il viso, strinsi forte mordendolo con altrettanta forza: lui sembrava così calmo mentre io ero davvero sul punto di impazzire.

Mi alzai dal letto e presi a camminare avanti-e-indietro nello spazio della mia stanza.
Pensa, Sofia, pensa, ripetevo tra me e me passandomi le dita sotto al mento.

"Sabato saró a Milano. Non ti importerà, lo so. Avrai milioni di fan attorno e probabilmente non mi noterai nemmeno. Anzi, sicuramente. Ma ci saró, e sarà solo per avere un tuo abbraccio.".

Non era esattamente nei miei programmi: sabato sarei dovuta uscire con Jasmine e Camilla, avevamo pianificato di trascorrere insieme una giornata basata su shopping e ragazzi. Me ne importava? Si, di Jas e Cam; no, di quella stupida uscita. E poi ragazzi...quali ragazzi? Ormai da un paio di giorni nella mia testa e nel mio cuore c'era spazio solo per Tancredi.

La mattina seguente a scuola avrei avvisato le mie amiche di un incredibile contrattempo che mi avrebbe impedito di uscire quel pomeriggio; dopo scuola sarei passata dalla stazione centrale per acquistare i biglietti del treno per raggiungere Milano; in seguito avrei pensato a una menzigna da rifilare a mia madre: non ero il genere di ragazza che mentiva ai genitori, anzi. Sono sempre stata sincera e aperta con mamma, ma questa volta dovevo andarci piano. Avevo deciso di tenere per me il fatto che Tancredi Galli avesse speso tempo prezioso per rispondermi. E se solo mamma avesse saputo che avevo intenzione di viaggiare da sola fino a Milano me l'avrebbe sicuramente impedito.

In fin dei conti era presto per montarsi la testa: tutti mi avrebbero sicuramente derisa per la mia stupida ingenuità.

Perció decisi di tacere questo grande traguardo e agire silenziosamente, certamente usando la testa.
Quel sabato pomeriggio, costasse quel che costasse, sarei scesa dal treno nel centro di Milano e avrei cercato il mio angelo in ogni dove. Non era scontato che riuscissi nel mio intento: che Milano, io, nemmeno la conoscevo e chissà in quale parte della città poteva trovarsi Tancredi. Ma non mi importava. Se l'avessi incontrato sarei stata la persona più felice e realizzata di questo mondo, gli sarei corsa incontro e avrei allacciato le mie braccia al suo collo, stringendolo come fosse l'unico modo per restare in vita; se non fossi riuscita a vederlo, me ne sarei fatta una ragione ma senza mollare: ci avrei risporovato il week-end successivo.

Sapevo che in qualche modo avrei ottenuto la mia vittoria ed ero determinata a farlo il prima possibile.

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Ciao! Il capitolo è uscito prima del previsto! Mi sono impegnata a scrivere per voi vedendo le diverse persone che mi chiedono di continuare. Spero vi piaccia! Il quinto capitolo è già iniziato: penso che a breve faró uscire anche quello! Grazie per il sostegno, vi voglio bene! Un bacio😘

TI GUARDO FISSO E TREMO - Tancredi GalliWhere stories live. Discover now