Capitolo 19

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"Sofia!" Urlarono i ragazzi accogliendomi con un abbraccio troppo forte, uno di quelli che, nonostante ti facciano soffocare, sanno anche farti rinascere.
"Ciao amori miei!" Dissi ridendo e ricambiando la felicità provata nel rivederli.
"Resti con noi stanotte?" Domandó Lele estasiato, esultando maggiormente dopo la mia risposta affermativa.

Tanc era in piedi dietro di noi, immobile a guardarmi come fossi la cosa più bella che avesse mai visto. I suoi occhi, quegli occhi verdi e profondi, li amavo da impazzire: quando erano loro a guardarmi, io, bella, mi ci sentivo davvero.

"Verrai con noi all'incontro di domani?" Domandó Gian entusiasta. Incontro? Quale incontro?

"Non te l'ha detto Tanc? Pensavo...".
"No, Gian. Gliel'avrei detto dopo, ma mi hai preceduto." Si difese lui.

Un'espressione confusa dominó il mio viso per qualche istante: me l'avrebbe detto davvero? Insomma, aveva avuto tutto il giorno per dirmelo e non l'aveva fatto. Di che incontro stavano parlando?

"Di cosa si tratta?" Domandai nel tentativo di capirci qualcosa.
"Incontreremo quelli della OneShotAgency, faremo qualche foto insieme ad altri tiktoker e parleremo un po' di come vanno le cose." Mi spiegó brevemente Gian.
"E ci sarà sicuramente qualche fan." Puntualizzò Diego intromettendosi.

Annuii in segno di comprensione prima di voltarmi verso Tanc: il suo sguardo era fisso sul parquet mentre torturava, con le mani, i polsini della felpa. Mi avvicinai prendendogli il viso tra le mani.
"Hei, che c'è?" Domandai in tono preoccupto.
"Niente." Disse posando le mani sui miei fianchi., "Solo, avrei voluto essere io a dirtelo." Fece spallucce.
"Non preoccuparti, è tutto ok." Tentai di rassicurarlo ma, dai suoi occhi, capii che non ci stavo riuscendo.

Allacciai le braccia al suo collo e lo strinsi forte a me: il suo profumo, dolce e delicato, invase le mie narici. Respirai a pieni polmoni prima di nascondere un sorriso nell'incavo nel suo collo, lasciando un bacio leggero sulla sua pelle pallida e liscia. Lo sentii rabbrividire sotto il mio tocco mentre con le mani mi strinse più forte i fianchi.

Proiettai il mio sguardo nel suo e, senza dire una parola in più, mi fiondai sulle sue labbra morbide cogliendolo di sorpresa. Lo sentii sorridere mentre le nostre bocche si scambiavano l'amore che ci univa, facendo battere all'unisono i nostri cuori.

"Piccioncini, ci degnate della vostra compagnia in salotto?" Ironizzó Lele irrompendo nella stanza senza il minimo pudore. Ridemmo insieme prima di annuire seguendolo verso il divano dove Gian e Diego erano comodamente seduti.

Mentre Diego scorreva qualche titolo su netflix cercando qualcoaa di interessante, Gian era visibilmente interessato nella lettura di un articolo sul cellulare.
"È incredibile! Siete già la coppia con più scoop!" Commentó spostando lo sguardo su me e Tanc.

Cosa?

"Cosa dicono?" Domandó lui apparentemente tranquillo e pacato: effettivamente non era certo una novità che le loro vite fossero continuamente documentate tra una pagina web e l'altra. Per me, invece, leggere il mio nome su diversi siti di gossip era strano e insolito. Avrei dovuto farci l'abitudine.

"Niente di eclatante. Solo che siete stati visti insieme, mano nella mano, e che ti sei presentato fuori dalla sua scuola con una rosa." Ci informó mantenendo anche lui un tono neutro.

Prendemmo posto sul divano, nello stesso ordine dell'ultima volta, nelle stesse comode posizioni. Questa volta, però, il film che guardammo non fu horror per mia fortuna, ma comico.

Mentre le nostre risate riempivano la stanza, i minuti scorrevano veloci. Come quando senti di stare così bene al punto da non accorgerti del tempo che passa incessantemente a una velocita che nemmeno credevi possibile. Fu la pancia di Lele che, brontolando rumorosamente, ci avvisó che era ormai ora di cena.

"Cosa propone chef Lele stasera?" Domandó Gian affamato.
"Pollo con le patate?" Rispose il nostro grande cuoco. Tutti annuimmo con già l'aquolina in bocca mentre Lele si alzó dal divano dirigendosi verso i fornelli.

I ragazzi decisero di mettere in pausa il film e sfidarsi in qualche gioco alla play, così lo raggiunsi in cucina.
"Hai bisogno di aiuto?" Domandai varcando silenziosamente la soglia e facendolo sobbalzare. Si portó una mano sul petto colto dallo spavento, io risi.

"Mhh." Si accarezzó il mento con fare teatrale, "Vuoi tagiare le patate?" Mi offrì.
"Con piacere." Risposi in tono altezzoso fingendo un inchino prima di affiancarlo e impugnare il coltello.

"Ora sta a noi, patate!" Dissi immobilizzando un tubero con la mano sinistra e avvicinando ad esso il coltello.
"Oh no, non farlo! Non abbiamo fatto niente!" Si lamentó Lele impersonando la patata che stavo per tagliare.

Scoppiammo in una fragorosa risata che si amplificó maggiormente quando, dopo aver fatto il primo taglio, Lele continuó la sua recita: "Oh no! Così mi fai male!".

"Interrompo qualcosa?" Domandó Tanc con sguardo confuso raggiungendoci in cucina.
"No." Dicemmo all'unisono faticando a placare le risate. Alzai il coltello quando lo sguardo di Lele si proiettó nel mio. Feci il secondo taglio, e di nuovo lui: "Ahia! Fermati!".
Questa volta anche Tanc si unì alla pazza risata.

Prese posto alle mie spalle posandomi le mani sui fianchi e lasciandomi un leggero bacio sul collo. Rabbrividii e lui se ne accorse: sorrise stringendo la mia pelle con una mano.

"Come procede la preparazione della cena?" Domandó.
"Il pollo è pronto per essere infornato; le patate si lamentano del dolore, ma vinceremo noi!" Rispose Lele dando inizio a un'altra forte risata.

Quando finii di tagliare, le unimmo alla carne nel grande vassoio prima di infilarlo nel forno già caldo e attendere desiderosi la fine della cottura.

"Intanto apparecchio." Comunicai armandomi di tovaglia, piatti, posate e bicchieri e allestendo il tavolo a regola d'arte aggiungendo in ultimo i tovaglioli accuratamente piegati a triangolo. Sorrisi incociando le mani, sorrisfatta del mio lavoro, sotto gli occhi divertiti di Tanc e Lele.

"Ti sei impegnata tanto!" Ironizzó Lele guadagnandosi una strana occhiata da parte di Tanc.
"Voi due state prendendo troppa confidenza." Puntualizzó scherzosamente.

"In realtà sono il suo amante! Lei viene qui per me!".
"Ah, stanno così le cose allora!" Incroció le braccia corrugando le sopracciglia.
"Si, non sapevo proprio come dirtelo! Mi sono follemente innamorata di Lele!" Dissi in tono tetrale portandomi una mano sul petto.

Trascorsero un paio di secondi di silenzio, dopo di che le nostre risate riempirono nuovamente le mura della cucina. Tanc si avvicinó allacciando le braccia attorno alla mia vita e stringendomi forte prima di stamparmi un bacio sulle labbra.

"Mi dispiacere deluderti, amico mio. Ma Sof è mia!" Sentenzió in tono autoritario.

Un altro brivido, un leggero tremore. Il mio subconscio prese a ripetere in loop le sue parole: Sof è mia.

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Ecco qui anche io capitolo diciannove, per farmi perdonare della lunga attesa! Spero vi piaccia cuiricini. Buonanotte, un abbraccio😘

TI GUARDO FISSO E TREMO - Tancredi GalliWhere stories live. Discover now