Capitolo 5

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Passarono due giorni da quella bellissima serata con mamma, una di quelle che non dimenticherò mai.

Mi svegliai alle 5 del mattino, avevo deciso di accompagnarla in aeroporto.

Entrai in doccia e mi lavai di fretta, mi sistemai i ricci, mi passai un filo di mascara e misi dei jeans larghi, una felpa oversize e le mie Jordan.

Intanto mia madre stava ancora facendo le valigie, sarebbe dovuta stare via per parecchi mesi, mi sarebbe mancata da morire.

***
Verso le 8 arrivammo in aeroporto, le rimasi accanto fin dove potevo, speravo che il momento in cui avrei dovuto salutarla arrivasse il piú tardi possibile, e invece non fu affatto così.
Si fermò per poi girarsi verso di me, aveva gli occhi lucidi, io invece mi sforzavo di non piangere.
<Non piangere> le dissi io accarezzandole la guancia per asciugarle la lacrima che le aveva appena rigato il viso.
<Mi mancherai tantissimo> disse lei prima di darmi uno degli abbracci più belli e tristi di sempre.
<Promettimi che mi chiamerai tutti i giorni a tutte le ore> disse lei, io annui prima di darle l'ultimo bacio.
Mi diede le spalle per poi avviarsi verso le scale mobili, prima che potesse superare il mio limite di passaggio dissi <non ti girare, sarebbe più difficile> lei annuì, mi sorrise per un'ultima volta e salì le scale, come le avevo chiesto, non si voltò. Rimasi lì a guardarla andare via fino a che non si mescolò con la folla. Fú il momento in cui capì che dovevo andare via.

Mentre camminavo a passi svelto vero l'uscita dell'aeroporto andai a sbattere contro un ragazzo alto forse quanto me, olivastro e sicuramente non gentile.
<Oh mi dispiace tanto> dissi raccogliendo le sue cose <la prossima volta fai attenzione bambolina> rispose lui, in lontananza sentivo i suoi amici gridare il suo nome "Flash", lo incitavano a provarci con me.
<Non sono la tua bambolina comunque> dissi io con il mio classico sorrisino strafottente per poi avviarmi di nuovo verso la direzione opposta, il necessario per scaturire una reazione da parte sua, infatti mi afferrò il braccio trovandomi a pochi centimetri dalla sua faccia, <dicevi bambolina?> Disse lui con un sorriso malizioso.

Senza neanche esitare gli mollai un ceffone in faccia, la cosa non gli piacque affatto infatti mi prese e mi sbatté al muro con violenze, la cosa mi terrorizò a morte, sembrava il compagno di mia madre...
Lo stavo supplicando di lasciarmi andare ma lui senza neanche esitare inizio a lasciarmi una scia di baci sul collo, stavo cercando di attirare l'attenzione di chiunque, ma tutti sembravano fare finta di niente.

Iniziai a singhiozzare e disperata speravo ancora potesse lasciarmi andare. <Andiamo in bagno ora> disse il ragazzo, io mi stavo dimenando e spingendo dalla parte opposta ma non c'era niente da fare, sembrava fosse più forte di me.

D'un tratto sentii un brivido scorrermi lungo la schiena, sentivo la forza raccogliersi dentro di me.
<I-i tuoi occhi> disse il ragazzo cambiando subito espressione.

Un ragazzo arrivò da dietro di me per poi spingere Flash contro il muro, <stai bene?> Chiese, io invece ero ancora immobile a fissare Flash per terra dolorante.
<S-si> dissi quasi balbettando.
<I-i tuoi occhi> disse di nuovo il ragazzo. Io li strizzai, sentii lo stesso pizzicolio dell'ultima volta, il necessario da farmi capire che era successo di nuovo.
<D-devo andare> balbettai prima di correre via.

***
Dovevo assolutamente trovare quello fonte di energia, non potevo fare del male a nessuno, tagliarmi non era più sufficiente.

"Energia aliena recuperata da genio miliardario Tony Stark"

Non appena lessi quella notizia saltai dalla gioia, finalmente avevo quello che mi serviva, dovevo solo recuperarla, e qui però arrivava la parte difficile, come faccio a rubare un'energia aliena in una base molto sicura e all'avanguardia?

Mi venne da imprecare in silenzio mentre cercavo di escogitare un piano che sarebbe dovuto funzionare a tutti i costi altrimenti sarei finita in prigione.

Mentre scorrevo la home Google vidi una foto di un ragazzo insieme a Tony Stark, lo stesso ragazzo che mi aiutò in aeroporto.
A quanto pare Stark offriva stage ai ragazzi e quel ragazzo era uno dei fortunati, pensai che potevo fare in modo di ricevere lo stage, ma non andando a scuola era praticamente impossibile, quindi... Mi tocca andare a scuola?

Dopo essermi schiaffeggiata mentalmente decisi di stalkerare qual ragazzo, a quanto pare si chiamava Peter Parker, una delle eccellenze della sua scuola, andava alla Midtown High School.

Forse mi sarei dovuta iscrivere a quella scuola e cercare di convincere Peter a parlare di me a Stark, l'intelligenza non mi mancava quindi c'era una buona probabilità di successo.

Another Me || Peter Parker Where stories live. Discover now