Capitolo 45

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"Narratore pov's"

Era quasi l'alba ed Hela stava iniziando a temere il peggio, James non scherzava quando diceva che l'avrebbe sistemata e mancava poco a rivivere il suo peggior incubo.

Intanto Iron Man e Spiderman stavano andando al bunker, assieme agli Avengers avevano un piano preciso che non implicava nel combattere contro nessuno, ma solo di prendere Hela e andare via.
<Ragazzo, devi promettermi che terrai la testa apposto> disse Stark atterrando proprio davanti ad un collinetta con sopra una specie di portone che all'evidenza pareva molto pesante.
<Che intende signor Stark> chiese balbettando il ragazzo sfoggiando il suo essere timido e insicuro davanti a tale persona.
<Non sappiamo in che condizione troverai Hela, non perdere la testa> disse Stark ritirando il casco dell'armatura e mostrando il suo volto.
<E lei signor Stark?> Chiese con tono fermo, solo dopo l'occhiataccia da parte dell'uomo, la sua fermezza scomparve e il suo essere timido riapparve.
<I-intendo d-dire che é su-sua figlia> disse cercando di pararsi il culo.
<Sta zitto ragazzo, é già tanto se ti permetto di starci insieme> disse  avviandosi verso la porta per poi fonderla con i suoi propulsori bollenti.
<Si, mi scusi signore> disse successivamente a tono basso ritirando levandosi il cappuccio della tua tuta.
<Ti scusi un po' troppo sai?> Disse continuando nel suo intento di sorpassare quella porta.
<Me lo disse anche lei una volta> disse guardandosi a torno mentre il suo umore calava ulteriormente, non sapeva in che condizioni avrebbe trovato la sua ragazza, se avesse già subito le cosiddette molestie o erano arrivati in tempo.
<E che cosa avevi fatto?> Chiese Stark mentre con un calcio tirò un colpo alla porta sfondandone solo una parte, il necessario per farli entrare.
<Ero entrato nella sua stanza e.... E-era..> incomicio di nuovo a balbettare ricordando quel imbarazzantissimo episodio.
<Non mi serve che continui> disse Stark abbassando la testa ed entrando facendosi strada seguito dal ragazzo.

I due si trovarono in una specie di ingresso molto grande dove erano presenti dei cassetti con sopra alcuni nome, era fin troppi cassetti.
<Guardi signor Stark, c'é il nome di Hela> disse Peter notando un cassetto con un pezzo di ferro dorato con sopra inciso il nome di Hela Stark e in successiva anche il suo pseudonimo, non Killer Frost, ma bensì Chione, Peter pensava ancora a quel nome e così pure Tony, entrambi avevano dei punti interrogativi in sospeso.

<A che serve un cassetto con il suo nome> disse Peter girandosi verso Tony e incontrando il suo sguardo che non sapeva dargli una risposta.
<C'é pure il nome di Neil e di Matt> disse Stark tirando con forza il cassetto di sua figlia.

All'interno c'erano oggetti normali, una vecchia bambola rovinata, un ciuccio e un bavaglino.
<Sono i suoi oggetti da bambina> disse Stark prendendo in mano il bavaglino con su scritto "mamma e papà ti amano" e stringendolo forte tra le mani, la malinconia lo avvolse nuovamente, come quando scoprì la vera identità di sua figlia.
<Li seguivano fin da neonati> disse Peter illuminandosi.
<Erano stati scelti ancor prima di nascere> continuò.
<Aspetta, qui c'è qualcosa> disse Stark tirando fuori tutto il cassetto e imbattendosi in due provette con all'interno del sangue e due sacchetti con dentro due ciocche di capelli, nel primo vi erano quelli ricci di Hela mentre nel secondo quelli bianchi di Frost, nelle provette invece vi era il sangue di ognuna di loro.
<Pensi che potrebbe riavere i suoi poteri?> Chiese Peter.
<Probabile, ma ci penseremo dopo> rispose mettendo via tutti i suoi effetti personali e aprendo anche quelli di un cassetto di cui però non conoscevano il nome della persona "Ester Erav" non trovando niente all'interno.
<Perché qui non c'è niente?> Chiese Peter con la sua vocina.
<Perché é morta> disse una voce provenire dal corridoio che si trovava proprio di fronte al portone.

I due si allarmarono immediatamente nel vedere gli occhi di quella ragazza, completamente neri come la pece e con tratti orientali, essa alzò di scatto la mano e in qualche modo riuscì a manomettere la luce centrale dell'armatura di Iron Man, quella che la caricava, infatti Tony si trovò a terra e non riusciva a muoversi, ciò era dovuto alla pressione che in qualche modo quella ragazza riusciva a provocare.

Another Me || Peter Parker Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora